#iononmifermo: la capoeira per fare sport ai tempi del Coronavirus

“Mentre in rete rimbalzava l’hastag #iorestoacasa il mio pensiero è stato subito #iononmifermo” parola di Fabio Soldi, insegnante di capoeira e personal trainer fiorentino. “Mettiamo subito le cose in chiaro però, massima responsabilità e rispetto delle regole, i corsi in palestra sono stati subito interrotti con l’arrivo del decreto, la salute prima di tutto. Ma salute vuol dire anche e soprattutto salute psico-fisica, io questo lo so bene, è il mio pane quotidiano, e stare bene significa non lasciarsi andare, mantenere il corpo attivo e la mente lucida. Per questo #iononmifermo e con me i miei allievi e tutti coloro che decidono di affrontare attivamente la situazione, con un allenamento che ci aiuta a gestire nel migliore dei modi questo momento difficile.
Sono sempre stato abituato alle sfide e, anche se la tecnologia è più complessa del corpo umano, ho trovato nuovi mezzi e piattaforme per connettere le persone e portare avanti gli allenamenti. Con i personal è più semplice, si tratta di un lavoro a due, la difficoltà era solo quella di non avere una palestra e degli attrezzi a disposizione, ma basta un po’ di fantasia e una bottiglia d’acqua diventa un peso, un termosifone una spalliera e in poco tempo mi si è aperto un mondo di soluzioni. Anzi le lezioni via skype mi hanno permesso di recuperare il contatto con allievi che si erano trasferiti fuori Firenze e non potevo più seguire, adesso passa tutto da Skype e la distanza fisica non ha più valore.

Con la capoeira il discorso è più complesso, la dimensione del gruppo è fondamentale, così come l’interazione e l’energia che si crea stando tutti insieme, attraverso la musica, il canto e il gioco che si sviluppa all’interno della roda (il cerchio di persone dentro cui si svolge la capoeira). Ma la capoeira non può fermarsi, ha una storia di lotta e resistenza: è sopravvissuta per secoli nonostante fosse illegale, perseguitata e soffocata da governi che la vedevano come espressione di una cultura da reprimere. E nonostante tutto ha sempre trovato la sua via, evolvendo nei secoli, fino a diventare patrimonio culturale dell’umanità (Unesco 2014). Inoltre il gruppo crea dei legami fortissimi, siamo una sorta di famiglia, e lo siamo davvero con bambini che dai 5 anni crescono con noi, adolescenti, adulti, interi nuclei familiari che fanno parte del gruppo e piccoli capoeristi che nascono da coppie che si creano dopo essersi conosciuti in palestra.

Tutto questo non poteva fermarsi e ci siamo subito ritrovati su skype per portare avanti un percorso che va avanti da tantissimi anni. Rivedersi è stato subito un momento importante, mente e corpo vanno avanti in parallelo e restare in contatto con le persone a cui vogliamo bene è importante quanto mantenere il corpo attivo. In tanti dopo la prima lezione via Skype mi hanno scritto o chiamato per dirmi quanto questo appuntamento fosse per loro fondamentale, per non perdere il ritmo e soprattutto un senso di normalità in una situazione che di normale non ha niente. Ovviamente ci sono delle limitazioni ma anche delle nuove possibilità, venerdì scorso abbiamo fatto lezione con Mestre Branco, il fondatore del nostro gruppo che vive in un’isola di fronte a Rio De Janeiro. Stiamo già organizzando degli scambi culturali con insegnanti in tutta Europa e nel mondo, i confini geografici non hanno mai avuto importanza e in questo momento siamo finalmente obbligati a rendencene conto.

La Capoeira è arte, danza, lotta, sport, difesa personale, ginnastica e cultura. È accompagnata da canti e strumenti a percussione di origine afro-brasiliana: Berimbau, Pandeiro, Atabaque e Agogo.

La Capoeira è nata in Brasile come forma di rivolta degli schiavi durante l’epoca coloniale sviluppandosi poi in tutto il paese. Per lungo tempo, anche dopo la fine della schiavitù, è rimasta espressione delle classi emarginate. Oggi la capoeira non solo è entrata in tutte le realtà della società brasiliana ma è anche conosciuta e praticata in vari stati dell’America e dell’Europa.

Il momento espressivo della capoeira è la “Roda”: insegnanti e allievi uniti in cerchio cantano e suonano mentre due di loro, al centro, guidati dal suono del Berimbau, mettono in scena la danza guerriera fatta di acrobazie e movimenti eleganti che all’occorrenza possono diventare colpi micidiali.

La capoeira è una forma di socializzazione, sviluppa la creatività dei praticanti grazie all’improvvisazione dei movimenti e al lavoro sui canti e sugli strumenti musicali. La capoeira, come dice una canzone, “è pra homen menino e mulheres”, cioè può essere praticata indifferentemente da uomini donne e bambini.
Oggi la capoeira è lo sport nazionale brasiliano e si è ormai diffusa a livello mondiale.



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