Creata a Empoli e Firenze l'intelligenza artificiale che risponde alle domande sul Coronavirus

Un servizio gratuito per tutti nato dalla nuova partnership tra le aziende Timenet e Awhy


L’intelligenza artificiale per aiutare le persone a trovare informazioni sul Coronavirus. Nasce così il primo Chatbot multidisciplinare (Assistente virtuale) dedicato ad uno degli argomenti più ricercati della Rete in questo momento, frutto di una partnership tra Timenet, azienda di Empoli specializzata in servizi di connettività per le imprese e Awhy, giovane realtà sul mercato dal 2016 con sede a Firenze, specializzata in tecnologia di assistenza virtuale.

“La nostra collaborazione è nata a metà dello scorso ottobre quando abbiamo partecipato per la prima volta a SMAU – racconta Leone Tronconi, Innovation manager di Timenet – e per noi non solo è stata l’occasione per ricevere un premio per l’innovazione relativamente ad un servizio di sicurezza informatica, ma anche per svolgere alcune attività collaterali con un nostro stand. Una di queste attività è stata la conoscenza di una ventina di start-up, tra le quali Awhy si è rivelata quella che più ci ha interessato, al di là del vantaggio di essere entrambe realtà toscane. Ne è nata una partnership per un progetto di innovazione congiunta che lanceremo a breve, un servizio di assistenza ai clienti tramite intelligenza artificiale”.

Dalla nuova collaborazione, a seguito della crescente diffusione del Covid-19, è emersa l’idea di creare e mettere a disposizione, gratuitamente, un Chatbot che aiutasse chiunque fosse alla ricerca di informazioni sul virus navigando in Internet a trovarle più facilmente districandosi tra i meandri, a volte tortuosi e non sempre affidabili, della Rete. Di fatto, si tratta di un assistente virtuale che – al pari di altri sistemi di utilizzo per le aziende – riesce a rispondere in tempo reale alle domande dell’utente sulla base di una serie di informazioni che sono state inserite dal team di informatici.

“Le informazioni che selezioniamo sono quelle provenienti da fonti ufficiali e quindi affidabili – spiega Emanuele Pucci, uno dei fondatori di Awhy insieme a Gianmarco Nicoletti e Nabil Arafin Siddique – proprio perché non tutti sanno effettuare una ricerca su Internet tra la miriade di contenuti offerta. L’aggiornamento è costante. Inoltre il sistema è dotato di diversi livelli di confidenza, come si definiscono nel settore, che attraverso la valutazione dell’utente sulla risposta fornita consente di controllare a quali domande non ha saputo fornire una risposta soddisfacente e lo implementiamo poiché è congegnato per apprendere via via che viene utilizzato. Ancora non è efficace al 100% ma lo stiamo migliorando di giorno in giorno”.

La selezione di informazioni aggiornate e affidabili effettuata a monte consente quindi, ai meno esperti della Rete, di disporre di una banca dati gratuita e in grado di chiarire i dubbi più diffusi senza perdere tempo e, soprattutto, senza incorrere in false notizie (le famigerate fake news). Il suo utilizzo è particolarmente semplice: basta collegarsi al sito https://www.awhy.it/covid/ e scrivere la domanda che interessa, per poi ricevere in tempo reale la risposta. Per valutare il servizio è sufficiente cliccare una delle due “faccine” (emoticon) e poi si può continuare a porre tutte le domande che si desidera. Per accelerare il processo di miglioramento e rendere più efficace il servizio sarebbe necessario estendere la collaborazione con professionisti di più settori.

“La nostra intenzione è quella di creare una squadra, una sorta di task-force di professionisti provenienti da ambiti diversi – continua Pucci - che desiderino mettersi a disposizione per la comunità aiutandoci, con le loro conoscenze, a inserire informazioni più specifiche per ogni settore. Dai medici agli avvocati, ai commercialisti, selezioniamo esperti nelle varie materie che vogliono dare il loro contributo. Abbiamo già ricevuto il supporto di Confassociazioni, Rotary Club Firenze Michelangelo e Associazione dei Periti e degli Esperti della Toscana. Adesso stiamo cercando inoltre di contattare le istituzioni locali e regionali per strutturare il sistema attraverso anche i loro canali: sarebbe importante per raggiungere una quota maggiore della popolazione”.

Il servizio è gratuito, senza scopo di lucro, pertanto anche i professionisti che desiderassero proporsi per far parte della task-force lo faranno gratuitamente per la comunità. La candidatura è semplice, inviando una mail all’indirizzo info@awhy.it o attraverso il sito di Awhy. L’auspicio è che l’appello sia raccolto anche dalle istituzioni, trattandosi di un servizio utile per i cittadini che li aiuti a non cadere nelle trappole del web, purtroppo diffuse anche in tema di Conavirus.

Del resto, la tendenza è quella di un incremento nel ricorso all’intelligenza artificiale. Lo rivelano anche uno studio dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Policlinico di Milano secondo il quale nel 2019 già il 56% delle imprese ha avviato progetti di intelligenza artificiale o che comunque possono essere ricondotti, per almeno il 25% dei casi, al mondo degli Assistenti Virtuali (Chatbot).

“I progetti di intelligenza artificiale saranno sempre di maggiore interesse nel futuro – conferma Tronconi – poiché la gran parte dei servizi di prima assistenza saranno sostituiti da questa tipologia di sistema. Anche noi in azienda stiamo puntando su questa innovazione, mantenendo comunque il servizio di assistenza tramite il nostro personale qualificato per la risoluzione di questioni che non possono essere affidate al chatbot. Gli assistenti virtuali, grazie al data base di cui sono dotati in fase di programmazione, sono infatti in grado di rilevare le domande più frequenti poste dagli utenti, evitando perdite di tempo e code di attesa. Non è un caso che siano già piuttosto diffusi anche da colossi del web come Google. Per questo ci sarà un’estensione del loro utilizzo, sia per servizi di informazione ma anche per l’acquisto di prodotti.”.

La conferma arriva anche da una ricerca effettuata da Gartner - società statunitense che si occupa di consulenza strategica, ricerca e analisi nel settore delle tecnologie dell'informazione - secondo cui l’implementazione dei Chatbot porterà una riduzione del 70% di chiamate, email e/o chat ai servizi di assistenza clienti. L’incremento dell’utilizzo è stato vertiginoso già in pochi anni, se si pensa che nel 2017 solo il 2% delle operazioni di assistenza veniva affidato all’intelligenza artificiale mentre nel 2020 ha raggiunto il 25%. In uno studio appositamente dedicato all’intelligenza artificiale applicata al lavoro, la medesima società stima che entro il 2021 il 70% delle organizzazioni integrerà sul posto di lavoro assistenti virtuali, robot o similari per supportare le attività e la produttività dei lavoratori.

Fonte: Ufficio Stampa



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