Delegazione di medici cinesi a Prato, donate altre 18mila mascherine chirurgiche

La delegazione di quattordici medici e infermieri cinesi in visita a Prato in questi giorni è stata ricevuta oggi (martedì 31) dal presidente della Provincia Francesco Puggelli a Palazzo Banci Buonamici.

Il gruppo di sanitari proveniente dalla provincia cinese del Fujian ha portato la propria esperienza in merito alla gestione dell’epidemia e, dopo aver fatto tappa al Careggi di Firenze, si è confrontata con i medici dell’ospedale Santo Stefano, visitato nei giorni scorsi.

Il capo delegazione Guo Yansong ha consegnato a Puggelli 18mila mascherine chirurgiche donate dalla Provincia del Fujian e che saranno distribuite ai Comuni pratesi dall’amministrazione provinciale di Prato.

Al centro del dialogo con il presidente Puggelli anche le prossime misure da adottare nella seconda fase della lotta al Covid-19. I medici cinesi hanno ribadito l’importanza e la necessità di affrontare il virus anche sul territorio, con una strategia di tamponi a tappeto secondo criteri precisi che emergono dall’analisi puntuale del dato epidemiologico.

 “Ringrazio la delegazione – ha commentato il presidente della Provincia Francesco Puggelli – per questo importantissimo scambio di esperienze. I medici, con i quali ho avuto il piacere di confrontarmi direttamente, hanno apprezzato l’organizzazione del nostro ospedale e hanno raccontato l’approccio che loro stessi hanno messo in atto durante l’emergenza. E’ stata l’occasione per riflettere su questa seconda fase di emergenza, che richiede, come già ho proposto a Rossi assieme agli altri sindaci pratesi qualche giorno fa, di attaccare il virus sul territorio, con una strategia di tamponi a tappeto. Queste relazioni con la comunità cinese sono preziosissime – continua Puggelli - non solo per l’aiuto concreto di mascherine e dispositivi vari di protezione che periodicamente ci arrivano, ma anche perché ci permettono di costruire, tutti assieme, una rete forte che nel caso di Prato ha funzionato da protezione. Tutti, anche a livello nazionale si attendevano qui lo scoppio di un focolaio a causa della presenza della più grande la comunità cinese d’Europa in rapporto alla popolazione. Ecco, abbiamo provato che la comunità cinese a Prato non solo è presente, ma è anche ben integrata. E’ stata proprio questa integrazione e collaborazione – conclude Puggelli – a far sì che l’autoquarantena, l’isolamento e il rallentamento dei contatti che avevamo concordato assieme anche con le scuole, ben prima del lockdown imposto dal governo, producessero i loro effetti protettivi per tutta la cittadinanza. Adesso siamo alla fase due e bisogna agire con tamponi a tappeto sul territorio.”

Fonte: Provincia di Prato



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