Fase 2 in bici con la Ciclofficina Empolese: "Spazio alla mobilità sostenibile"

(per gentile concessione di Vincenzo Orlando e Davide Longo)

La Fase 2 può avere, tra i lati positivi, l'avvio di una nuova mobilità. Il Covid-19 può aver spinto o può spingere in futuro a una mobilità leggera e sostenibile, come affermano dalla Ciclofficina Empolese. Si tratta di una realtà attiva da anni in via Rozzalupi, che si occupa non solo di costruire bici e aiutare a metterle a posto, ma anche di dare uno sguardo all'ambiente.

Il presidente Salvatore D'Amelio commenta: "Pensavamo che fosse un'occasione per cambiare completamente un approccio al modo di muoversi e di consumare. In realtà questa cosa non si sta vedendo".

Per la mobilità ciclabile pare che il Governo voglia stanziare somme per incentivare l'acquisto della bici. "Pensiamo sia una cosa positiva ma non sufficiente. Il problema è a monte, bisogna ridurre lo spazio delle macchine per incentivare e promuovere l'uso della bici. Conterremmo le emissioni nell'atmosfera, le due ruote promuovono un modo di vivere sostenibile e non consumano risorse, facilitando lo stare insieme" continua D'Amelio.

Cosa fa la Ciclofficina Empolese in generale? A rispondere è il vice presidente Nicola Cionini: "L'associazione ha come obiettivo principale curare le politiche sulla mobilità sostenibile. Vogliamo insegnare a usare la bici come mezzo primario per spostarsi in città, è lo strumento più adatto e più veloce. Possiamo riciclare vecchi cancelli o altre parti e costruiamo delle bellissime biciclette".



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