Chiude la terapia intensiva Covid all'ospedale Apuane: ha accolto 114 pazienti

"Finalmente possiamo dire che l’emergenza Covid 19, per quanto riguarda la terapia intensiva dell'ospedale Apuane di Massa è finita!". Martedì 26 maggio 2020 sarà una data da ricordare per Alberto Baratta, direttore dell'unità operativa anestesia e rianimazione del Noa. Il reparto di terapia intensiva dedicato ai pazienti Covid 19 non ha più ricoverati è quindi stato chiuso. Eppure, da marzo a maggio, al Noa sono entrati in terapia intensiva 114 pazienti Covid, con un’età media di 68 anni (a cui vanno aggiunti quelli trattati nel reparto sub intensivo). 67 pazienti ne sono usciti per proseguire le cure in altri reparti, 6 sono stati trasferiti in altri ospedali, 31 sono deceduti, 10 sono ancora in cura presso l’ospedale ma non in terapia intensiva.

"Abbiamo passato un periodo veramente critico -dice Baratta- basti pensare che, normalmente, la terapia intensiva del Noa è costituita da 10 letti intensivi e da 8 letti di subintensiva. Per fronteggiare l'emergenza sanitaria che si è abbattuta sul nostro territorio abbiamo dovuto triplicare i posti letto, portandoli a 30, destinandoli ai malati di Covid e garantire anche gli altri pazienti critici. Per questo abbiamo allestito una terapia intensiva ex novo nei locali normalmente dedicati alla recovery room e alle sale operatorie. Abbiamo dovuto occuparci di uno spazio subintensivo da 24 posti letto, anch'esso dedicato ai pazienti Covid, e ricavato da una normale degenza chirurgica che abbiamo dovuto adattare alle mutate esigenze cliniche. Tutti i pazienti sono stati seguiti da anestesisti rianimatori dedicati interamente a queste attività e, al contempo, abbiamo garantito le attività di emergenza/urgenza delle sale operatorie. Inoltre, il nostro servizio di elisoccorso è stato uno dei primi a implementare un protocollo per il trasferimento in sicurezza dei pazienti con infezione da Covid 19".

"Vorrei in primis ringraziare i medici, gli infermieri, gli Oss, il personale delle pulizie che si sono messi da subito al lavoro con spirito di abnegazione notevole -aggiunge Baratta- e un ringraziamento speciale deve andare anche al dottor Paolo Del Sarto e ai medici anestesisti della Fondazione Monasterio, che si sono messi a nostra disposizione. Infine un ringraziamento speciale per tutti coloro che, attraverso le donazioni, piccole o grandi, ci hanno messo in condizione di affrontare questa tragedia nel migliore dei modi".

"Al Noa siamo passati dal non avere nessun posto Covid a essere capaci di accogliere, nel periodo di picco, 200 pazienti positivi" dice il direttore dell'ospedale Giuliano Biselli. "E ciò è stato possibile grazie al fatto di poter contare su un ospedale nuovo, modulabile negli spazi e flessibile nella organizzazione interna e, quindi, velocemente adattabile al quadro sanitario dettato dal virus. Ma senza gli sforzi e l'impegno messi in campo dal personale che vi lavora sarebbe stato impossibile reggere l'urto di questa pandemia, che nel territorio delle Apuane e della Lunigiana ha colpito particolarmente duro".

"Oggi l'emergenza non è finita. Chiudiamo il reparto di terapia intensiva dedicato al Covid con la speranza di non doverlo riaprire. Ma se dovesse accadere l'esperienza di questi mesi ci ha formato e il virus non ci prenderà impreparati" conclude Biselli.

Fonte: Asl Nord Ovest



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