Mostra del Tartufo, Guazzini (Cambiamenti): "Problemi sollevati già prima del covid, serve marchio del tartufo bianco"

Il contributo di quattro architetti membri dell'Associazione Lanfranco Benvenuti sulla festa del tartufo coincide, su un punto importante, con i contenuti di una nostra mozione presentata due mesi fa e che speriamo venga discussa nella prossima seduta del Consiglio Comunale. Nella nostra mozione scriviamo che è necessario “progettare una Mostra diversa, maggiormente diffusa sul territorio, meno concentrata sulle tensostrutture e più volta a valorizzare spazi, fondi e palazzi antichi, a rispondere, sul piano della qualità delle iniziative, dell'organizzazione dei mezzi di trasporto per l'accesso al centro storico, alla distribuzione delle presenze in spazi meno concentrati e in tempi più diluiti nell'arco della settimana, dato che non sarà possibile organizzare un evento caratterizzato dallo stesso livello di congestionamento di spazi limitati in alcuni momenti di punta che ha caratterizzato le edizioni precedenti”.

E in verità questi problemi li avevamo sollevati già in un nostro intervento del mese di Dicembre, a partire non dall'emergenza coronavirus, che era ancora di là da venire, ma da un problema, che definivamo “drammatico”, relativo alla qualità e all'immagine di una mostra che andava sempre più degradandosi, a partire dai “ tendoni che finiscono per coprire i luoghi e le piazze più belle di San Miniato con strutture francamente brutte, dove si vende un po' di tutto”

Se l'Amministrazione ha dunque l'intenzione di progettare una festa meno congestionata nei tempi e negli spazi e più rispettosa della città di San Miniato e dell'ambiente in cui è inserita, su questo non potrà che avere il nostro appoggio.

Noi abbiamo posto però anche altri due problemi:

a) quello di una “tutela adeguata, che in questi anni è stata molto carente, degli ambienti vocati alla produzione del tartufo e delle piante che favoriscono lo sviluppo di questa risorsa; bisognerebbe arrivare alla definizione di un marchio del tartufo bianco di San Miniato, che distinguesse le produzioni del nostro Comune e dell'area collinare toscana di cui esso è al centro da produzioni di importazione”;

b) quello di una scelta e di una selezione dei gestori e degli sponsor “ sulla base di criteri più trasparenti e tenendo conto di specifici obiettivi di salvaguardia della tipicità e di valorizzazione dell'immagine della città e dei suoi spazi”.

Vedremo se e come verrà data risposta anche a queste questioni.

Infine noi proponevamo nella nostra mozione un percorso condiviso, che coinvolgesse nel lavoro di progettazione “il Consiglio Comunale, la Consulta del centro storico, risorse professionali interne ed esterne all'Amministrazione Comunale e agli enti di promozioni turistica, le associazioni dei commercianti, degli operatori turistici e dei tartufai”.

L'Amministrazione però preferisce, non solo in questo caso ma anche in altri, e spesso sulla base di sollecitazioni meno condivisibili di queste, evitare in ogni modo un percorso di partecipazione democratica che metta al centro il ruolo del Consiglio Comunale. E su questo punto nessuno si aspetti che abbassiamo il livello della nostra critica e della nostra polemica.

Manola Guazzini, gruppo consiliare CambiaMenti



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