Beni d'arte rubati, nel 2019 recuperate in Toscana opere per 6 milioni e mezzo di euro

L’analisi dei dati statistici riguardante i fenomeni criminali, in danno del patrimonio culturale, ha evidenziato nel 2019 una netta diminuzione di tali reati in Toscana. A fronte di 55 eventi commessi nel 2018, lo scorso anno ne sono stati registrati 38 (-30,9%), in linea con il dato nazionale che ha evidenziato un diminuzione del numero dei furti di beni culturali (474 nel 2018 e 345 nel 2019).

La Toscana rimane comunque un obiettivo particolarmente sensibile per la strategica posizione geografica e la capillare presenza di beni artistici diffusi sul territorio prevalentemente custoditi in edifici religiosi ricchi di oggetti facilmente commerciabili, spesso dislocati in zone periferiche o rurali. Le attività di contrasto dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze hanno consentito il recupero di beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici di pregevole fattura ed il cui valore viene quantificato in circa sei milioni e cinquecentomila euro. Inoltre, sono state sequestrate opere d’arte contemporanee contraffatte che, qualora immesse sul mercato come autentiche, avrebbero potuto fruttare indebiti guadagni, stimati in cinquecentomila euro.

Nell’anno 2019 sono state:

- denunciate all’Autorità Giudiziaria 48 persone, di cui 16 per reati in danno del paesaggio;

- effettuate 16 verifiche sulla sicurezza di Musei, Biblioteche e Archivi;

- controllati:

Ø 717 beni nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti;

Ø 135 esercizi antiquariali e commerciali;

Ø 22 mercati e fiere del settore;

- recuperati:

Ø 33 beni antiquariali, archivistici e librari;

Ø 41 reperti archeologici;

- sequestrate 14 opere contemporanee contraffatte.

Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, operando sul territorio della Toscana in sinergia con le altre componenti dell’Arma dei Carabinieri ed in particolare con il 4° Nucleo Elicotteri di Pisa, nonché con il supporto tecnico delle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio competenti per territorio, ha assolto alle funzioni di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale anche mediante il monitoraggio dei siti archeologici terrestri e marini, nonché delle aree di interesse paesaggistico e dei sette siti UNESCO della regione. Nel corso delle attività sono stati controllati:

Ø 35 siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali;

Ø 31 aree archeologiche.

In occasione dell’evento sismico che ha colpito l’area compresa tra i comuni di Scarperia e San Piero e Barberino di Mugello il 9 dicembre 2019, il Nucleo, unitamente a Funzionari della SABAP di Firenze, incaricati della locale Arcidiocesi Diocesi e i Vigili del Fuoco, dopo aver eseguito sopralluoghi e verifiche sugli immobili danneggiati, ha messo in sicurezza 259 beni d’arte: 37 opere pittoriche, 12 sculture, 164 beni ecclesiastici e 51 documenti di natura archivistica. Parte delle opere sono state trasferite presso un deposito temporaneo individuato dall’Arcidiocesi di Firenze, i restanti in altri locali idonei alla loro custodia in sicurezza. Durante l’emergenza, il Nucleo ha svolto la sua attività di raccordo con i Carabinieri della Compagnia di Borgo San Lorenzo, competente per territorio, che, unitamente ai militari del Reparto specializzato, hanno garantito mirati servizi preventivi anti – sciacallaggio.

Nell’ambito del più ampio contesto dei contributi che l’Arma dei Carabinieri dà alla formazione della cultura della legalità, il Nucleo TPC di Firenze nel 2019 ha inoltre effettuato complessivamente 17 interventi a favore di istituti scolastici, associazioni culturali, università straniere e della terza età, organizzando tre visite presso la sede che si trova a Palazzo Pitti.

Di seguito, alcuni dei più significativi recuperi compiuti nel 2019:

Prato: un dipinto del XIX secolo.

A febbraio è stato sequestrato un dipinto ad olio su tela raffigurante «Campagna toscana» dell’artista Giovanni March del valore di cinquemila euro. Il bene, individuato presso una Casa d’Aste, è risultato provento di furto commesso il 30 marzo 2006 in Crespina (PI) in danno di privato. L’opera pittorica è stata sequestrata a seguito di accertamenti sui beni d’arte pubblicati su cataloghi on line eseguiti dai militari della Sezione Elaborazione Dati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Il mandante a vendere, un 67enne fiorentino, è stato denunciato per ricettazione.

Firenze: un dipinto del XVII secolo.

A febbraio, a conclusione degli accertamenti scaturiti da controlli agli operatori di settore eseguiti a Parma del corso della manifestazione «Mercante in fiera autunno 2018», è stato sequestrato ad un espositore 36enne fiorentino un dipinto olio su tela del valore di venticinquemila euro raffigurante «Musa Urania», autore ignoto del XVII sec., risultato rubato il 23 giungo 1977 in Inverigo (CO) in danno di privato. Il commerciante è risultato estraneo all’illecito avendo presentato la documentazione attestante il possesso in buona fede.

Firenze: un dipinto del XIX secolo.

A maggio è stato sequestrato un dipinto ad olio su tela raffigurante «Vecchio seduto con bastone e cappello» attribuito a Filippo Palizzi, del valore di cinquantamila euro. Il bene, individuato a seguito dei controlli su siti web di settore e sequestrato presso una Casa d’Aste del capoluogo toscano, è risultato provento di furto commesso il 18 luglio 1982 in Roma in danno di privato. Il mandante a vendere, un 77enne americano residente a Roma, è stato denunciato per ricettazione.

Firenze: sei manoscritti in lingua francese di epoca napoleonica.

I beni erano stati acquistati sul web da un appassionato commerciante del settore, originario della provincia di Firenze, che dopo averli esaminati, rendendosi conto dell’importanza che potevano rivestire per la storia francese, aveva contattato direttamente quelle Autorità. In occasione di un controllo amministrativo condotto nel marzo 2019, il commerciante ha riferito ai militari del TPC di essere entrato in possesso di tali documenti e di avere avuto notizia in quei giorni dal Ministero della Cultura francese che si trattava di beni ritenuti parte integrante del patrimonio archivistico nazionale e che avrebbero avviato le procedure per rivendicarli. L’acquirente in buona fede, quindi, ha consegnato spontaneamente ai Carabinieri il materiale documentario e archivistico in questione, al fine di esperire i necessari accertamenti. Il Nucleo TPC ha poi proceduto agli accertamenti investigativi tesi a ricostruire le vicende e i “passaggi”, dalla fuoriuscita dal territorio francese alla loro “riemersione” in territorio nazionale dei beni in oggetto, la cui natura pubblica, ai sensi della Legge francese e in analogia a quella italiana, li rende inalienabili, non esportabili e pertanto non commerciabili. Ciò ha consentito al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di intraprendere con l’Ambasciata francese le azioni opportune per facilitare la restituzione dei manoscritti, senza che fosse necessaria una formale azione di rivendica giudiziaria o diplomatica. Mentre il valore venale dei beni restituiti può essere stimato in qualche decina di migliaia di euro, i manoscritti, fornendo importantissime informazioni sulla composizione degli archivi segreti di Napoleone e sulle vicende che li riguardarono nel corso della prima Restaurazione, hanno un valore storico incommensurabile. Il 15 gennaio 2020, presso l’Ambasciata della Repubblica Francese in Italia, il Generale di Brigata Roberto Riccardi, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito i manoscritti all’Ambasciatore S.E. Christian Masset.

Firenze: un bassorilievo in marmo.

A settembre è stato sequestrato un bassorilievo in marmo raffigurante un putto reggistemma, scuola napoletana di autore ignoto del XV secolo, del valore di settantamila euro. L’opera, esposta a Palazzo Corsini in occasione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze da un commerciante risultato estraneo all’illecito, è risultata rubata il 19 ottobre 1995 a Pompei (NA) da abitazione privata. L’accertamento sulla provenienza del bene è avvenuto con il supporto tecnico dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che, mediante indagine autoptica e la comparazione di immagini multispettrali ad ultravioletti con quelle estrapolate dalla Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, ha permesso di appurare che alcuni rilievi preesistenti erano stati levigati al fine di rendere l’opera difficilmente identificabile e poterla collocare agevolmente sul mercato. L’occhio esperto dei militari operanti è stato fondamentale per rilevare l’anomalia nella fase dei controlli preventivi eseguiti durante l’evento internazionale poi confermata dall’esame specialistico.

Livorno, Grosseto, Lucca: monitoraggio siti archeologici terrestri, marini ed aree paesaggistiche.

Dal 30 luglio al 30 ottobre 2019, nell’ambito della “Campagna a tutela del patrimonio paesaggistico e dei siti archeologici”, disposta sull’intero territorio nazionale dalla Divisione Unità Specializzate Carabinieri ed eseguita congiuntamente a militari del 4° Nucleo Carabinieri Elicotteri di Pisa, del Nucleo Carabinieri Subacquei di Genova, del Reparto Carabinieri del Parco Nazionale “Arcipleago Toscano”, N.A.S. Livorno. N.I.L Livorno, N.I.L. Lucca e funzionari Mi.B.A.C.T. di zona e l’ausilio della motovedetta dell’Arma di Porto Santo Stefano, il Nucleo TPC ha monitorato siti archeologici terrestri, marini ed aree paesaggistiche. Nel corso dei servizi eseguiti:

- in Portoferraio (LI), presso l’Isola di Montecristo, in località Punta del Diavolo, venivano recuperati sei reperti archeologici frammentati, parti di anfora di produzione gallica del II – III sec. D.C., localizzate ad una profondità compresa tra i 35 ed i quaranta metri, appartenenti ad un relitto di epoca medio-imperiale posto ad un profondità di circa 60/70 metri;

- in Castiglione della Pescaia (GR) veniva denunciato in 49enne legale rappresentante di un locale camping per aver realizzato all’interno della struttura ricettiva, costruzioni ed opere in assenza di autorizzazione;

- presso l’Isola di Giannutri (GR) veniva denunciata una imprenditrice 90enne residente nella provincia di Arezzo per aver costruito nella sua proprietà, posta in area sottoposta a vincolo archeologico diretto, una terrazza, ballatoi in cemento e scale scavate nella roccia per avere accesso all’approdo sottostante;

- presso l’Isola del Giglio (GR) venivano denunciati due imprenditori rispettivamente di 76 e 77 anni per aver realizzato nella loro proprietà, posta in area sottoposta a vincolo archeologico diretto, una piscina ed una serie di manufatti in muratura;

- in Porto Azzurro (LI), nell’area del porto turistico, venivano rinvenuti sul fondale marino numerosi frammenti di ceramica appartenenti sia ad anfore romane sia a suppellettili di epoca postclassica, tra cui maiolica decorata e vasellame. I reperti recuperati, il cui valore è stato quantificato in cinquemila euro, venivano lasciati presso quel Comune per un primo intervento di dissalazione ed il successivo restauro da parte del funzionario MiBACT presente durante tutte le operazioni svolte;

- in Forte dei Marmi (LU) veniva denunciato il titolare di una struttura balneare, un 60enne residente a Massarosa (LU), per aver realizzato all’interno del bagno un gazebo ed installato vetrate scorrevoli presso la sala bar in difformità alle autorizzazioni rilasciate dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara.

Attività in ambito internazionale.

A giugno, il Nucleo fiorentino, in collaborazione con quello di Napoli e Bari e, nella fase esecutiva, con il supporto della Polizia Criminale di Monaco di Baviera (Germania), dava esecuzione alla Commissione Rogatoria Internazionale emessa dalla Procura della Repubblica di Taranto, rimpatriando dalla Germania tre importanti reperti archeologici, del valore di ventimila euro, provenienti da scavi clandestini ed illecitamente esportati dal territorio nazionale. I reperti sono stati localizzati in vendita presso una Casa d’Aste tedesca attraverso la consultazione di siti internet specializzati. Un 56enne salernitano è stato denunciato per ricettazione ed esportazione illecita.

Il 19 luglio 2019 a Firenze, presso la Sala Bianca di Palazzo Pitti, nel corso di una conferenza stampa, veniva restituito alle Autorità italiane il dipinto Vaso di Fiori del pittore olandese Jan Van Huysum (XVII Sec.) esportato illecitamente dall’Italia in epoca successiva al 17 luglio 1944 da un militare della Wermacht dopo che la stessa era stata sottratta dal deposito di Montagnana (PO) ove, tra le tante, erano state ricoverate le opere della Galleria Palatina di Firenze per proteggerle dagli eventi bellici della seconda Guerra Mondiale. Come diffusamente noto agli organi di stampa nazionali ed internazionali, tali acquisizioni hanno consentito rispettivamente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze e al Comitato per il Recupero e le Restituzioni dei Beni Culturali presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, di attivare procedure volte al rientro in Italia dell’importante opera, la prima mediante i canali di cooperazione giudiziaria internazionale, la seconda con iniziative di diplomazia culturale. Terminata la cerimonia, l’opera veniva posta sotto sequestro su decreto della Procura della Repubblica di Firenze ed affidata in giudiziale custodia al Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Dr. Eike Schmidt.

Fonte: Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze



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