Al gran circo di viale IV Novembre

Per anni viale IV novembre è stato solo il viale che costeggia la ferrovia su un lato e nemmeno gli alberi avrebbero mai pensato di diventare un giorno così famosi dopo aver vissuto ben 115 anni facendo semplicemente il loro lavoro: dare ossigeno all’aria, ristoro agli uccelli ed alle teste dei passanti nel pieno caldo dell’estate ed offrire un meraviglioso colpo d’occhio in autunno all’ingiallire delle foglie. Quelli ancora in vita (perché, facciamocene una ragione, alcuni sono defunti) si chiederanno come mai, d’improvviso, quel viale sotto a loro è diventato un enorme set, una sorta di palcoscenico dove si muove di tutto, a partire dai politici per passare ai semplici curiosi che vanno li per il più classico dei selfie o ai trombati alle elezioni di un annetto fa che escono d’improvviso come le chiocciole quando piove.

Un palcoscenico che viaggia fra il reale e il virtuale visto che, a fare da contraltare al fresco delle fronde, c’è ovviamente l’immancabile ring dei social, dove il clima è ben più caldo e dove, fra una citazione Sioux ed uno che dà la colpa al 5G e a Bill Gates, ognuno si arroga ormai il diritto di pontificare oggi del Covid, domani degli alberi, dopodomani dell’acqua su Marte, senza aver dimenticato, nel frattempo, di aver dato lezioni di Diritto Costituzionale a Mattarella.

Qualcosa, a dire il vero, si impara pure, tipo che esiste una categoria chiamata dendrologia nome, ammettiamolo, sconosciuto ai più e, fra questi, anche all’Assessore Marconcini che pensava di avere la coscienza a posto fidandosi di un agronomo. E no, caro Haller, cosa vuoi che ne sappia un agronomo? serve un dendrologo, ammonisce l’esperto di turno che fa parte della folta schiera del gruppo Facebook ‘Comitato cittadino viale IV novembre’ dove l’amministratrice cerca di tenere quanto più slegata possibile la vicenda dall’agone politico, purtroppo con scarsi risultati, come sotto gli occhi di tutti. E, come se non bastasse tutto questo can can, ci mancava solo la nidificazione degli uccelli che, come impone la solita Europa, impedisce il taglio di questi tempi.

Insomma, la fiera del Corpus Domini ed il ciuchino che quest’anno non volerà dal campanile, sono stati sostituiti dal circo del taglio degli alberi che vivrà ora un ultimo passaggio, l’evento ‘abbraccia un albero’, un nome, a dire il vero, che non evoca cose simpatiche visto che, di solito, è poco piacevole stamparsi contro un tronco. Ma tant’è. Nel continuo e quotidiano ‘venghino signori venghino’, è certa solo una cosa.

Il palcoscenico si svuoterà nella malaugurata ipotesi in cui, chissà quando (speriamo mai), uno degli alberi dovesse cadere in testa a qualcuno. A quel punto la Sindaca Brenda Barnini, davanti al Giudice, sarà sola soletta e chissà cosa risponderà alla fatidica domanda: ma se aveva in mano la perizia di un agronomo che diceva che alcuni alberi erano malati, perché non li ha fatti tagliare piantandone di nuovi? Per evitare una condanna basterà rispondere, perché la perizia avrebbe dovuto farla un dendrologo?

Ps: queste poche righe magari non le leggerà nessuno, speriamo solo che chi le legge la prenda un po’ a ridere. Lungi dal voler sminuire un tema importante come quello del verde (il Comune, da questo punto di vista, un cambio di passo deve farlo), ma diamo ad ogni cosa il giusto peso. Forse di questi tempi meglio abbracciare un cassintegrato che aspetta il primo euro o chi ha perso il lavoro. Anche gli alberi, in fin dei conti, muoiono, basta ripiantarli. Hanno pure già detto che lo faranno.

Marco Mainardi

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