Sr429, Consorzio Strada Vicinale dei Rimorti: "Siano realizzate delle barriere"

La realizzazione della variante della sr429 è sicuramente un'opera di grande interesse per la comunità, strategica nel suo complesso per la mobilità e l'economia del territorio. Si tratta infatti di un'infrastruttura che permetterà di collegare l'intera Valdelsa, snellendo il traffico che verrà deviato dai centri abitati e accorciando i tempi degli spostamenti per quanti percorrono quotidianamente la tratta Empoli-Poggibonsi. Sicuramente un vanto per le amministrazioni locali, sebbene non tutti i cittadini trovino nell'opera in questione motivo di lode bensì di malcontento. E' il caso dei residenti del Consorzio Strada Vicinale via Rio Morto di Sopra che lamentano una serie di disagi e di pericolosità forse ad oggi poco valutate.

Mentre i precedenti lotti della variante hanno affiancato le preesistenti vie di comunicazione, snaturando limitatamente l'ambiente circostante, il IV lotto è stato invece realizzato in una valle di notevole pregio ambientale, attraversata da strade bianche o vicinali di collegamento tra i poderi, sconvolgendola profondamente per ridurla ad una sorta di “contenitore” per la nuova 429. Appare superfluo evidenziarne l'impatto in termini ambientali, che in un momento storico di grande attenzione alla sostenibilità non può non essere oggetto di attenzione.

E' invece necessario sottolineare la perdita economica derivante dall'attuazione di questo progetto, come risultato di fondi rimasti incolti perché privati di accesso, espropri che hanno costretto all'espianto di viti e alberi da frutto, campi prima coltivati a seminativo che verranno inevitabilmente abbandonati perché frazionati in porzioni talmente piccole da non esser più redditizie, o già abbandonati perché modificati nella morfologia a causa dell'erosione del terreno dovuta ai ripetuti allagamenti, essendo questi rimasti racchiusi tra il cantiere in stato di abbandono (rialzato di circa 5 metri rispetto al piano strada) e al Rio Morto, anch'esso oggetto di modifiche che hanno comportato la totale eradicazione della sua vegetazione. E poiché è notorio che una della maggiori fonti di polveri sottili di origine antropica sono i motori a scoppio delle automobili, la coltivazione biologica di ortaggi praticata su quegli appezzamenti di terreno che vengono a trovarsi a ridosso della strada sarà dismessa. La propagazione di inquinanti da traffico veicolare (percolato e gas di scarico) e la loro ricaduta sul territorio, oltre che modificare lo stato attuale, pregiudicherà la qualità delle coltivazioni arboree e vitiolivicole presenti, determinando un deprezzamento ulteriore delle proprietà, già fortemente svalutate per l'impatto acustico.

Allo stesso modo l'infrastruttura avrà impatto negativo sul turismo che, inevitabilmente, preferirà soggiornare in strutture locate laddove la quiete non sia compromessa dalla rumorosità di un traffico incessante. E proprio della rumorosità i residenti sono maggiormente preoccupati. Oggi che il tema del disturbo acustico riscuote, giustamente, interesse crescente non si può non tener conto, oltre all'aspetto relativo alla generazione dello stesso (inquinamento acustico) anche della valutazione del disturbo o del danno e quindi della protezione di chi questo danno subisce. Un'opera di questo genere determina una svalutazione non indifferente della qualità di vita di quanti hanno investito i propri risparmi nell'acquisto di una casa di campagna, alla ricerca di pace e tranquillità. In aree verdi come questa la quiete sonora dovrebbe rappresentare condizione imprescindibile per la loro stessa fruizione. Appare dunque opportuno, equo ed auspicabile prevedere sistemi di protezione e di mitigazione del danno in modo da ripristinare quantomeno una condizione qualitativamente similare a quella precedente.

Una valutazione previsionale di impatto acustico eseguita su richiesta di uno dei residenti nel 2008 indicava, all'epoca in cui la variante era poco più che un progetto su carta, valori di immissione pari a circa la metà dei limiti assoluti previsti dalla normativa di riferimento evidenziando come, in considerazione del fatto che la sorgente “strada” sarà un fenomeno pressoché continuo, la modificazione del clima acustico attuale va oltre ogni concetto di normale tollerabilità. Trattandosi di un'area a bassissima densità di urbanizzazione, si prospetterà una “situazione oggettiva non sostenibile per un simile territorio”.

Sarebbe interessante incrociare questi dati con quelli emersi dallo studio di previsione effettuato dai responsabili dei lavori per valutare l'impatto che la nuova infrastruttura avrà sulla vita dei residenti. Ed è per questo motivo che faremo richiesta al commissario regionale Alessandro Annunziati di visionare tale studio che, per quanto riferitoci in occasione di uno degli incontri tenuti con lo stesso per discutere delle problematiche relative la strada in realizzazione, sembra far presupporre che i limiti di sopportabilità acustica saranno ampiamente superati, soprattutto in considerazione del fatto che la strada è “rinchiusa” fra colline che faranno da cassa di risonanza amplificando il suono, vista anche la galleria realizzata in prossimità di alcune abitazioni. E tuttavia pare che la possibilità di impiantare barriere fonoassorbenti nel tratto in questione sarà presa in considerazione solo in un secondo tempo. Alla domanda circa le tempistiche non è stata data esaustiva risposta. Quel che è certo è che si dovrà attendere l'apertura della strada per effettuare nuove rilevazioni. Non comprendiamo perché attendere rilevazioni a posteriori quando esistono strumenti in grado di valutare anticipatamente quello che potrà essere l'inquinamento acustico e il danno derivante dallo stesso e ci chiediamo dunque quali siano invece i criteri che hanno spinto le amministrazioni a decidere per l'installazione, sui lotti già realizzati, di tali barriere già durante la fase di esecuzione dei lavori.

La zona dei Rimorti non può non esser considerata zona di interesse naturalistico e dovrebbe essere area da tutelare per il suo valore ambientale.

Alla luce di queste considerazioni appare dunque evidente il danno economico e ambientale che conseguirà la realizzazione dell'opera.

In ultimo, ma non certamente per importanza, vi è la questione sicurezza. La strada sorgerà in un contesto scarsamente antropizzato, molto poco illuminato, su piano rialzato, in un ambiente densamente abitato da animali selvatici. Numerosi sono gli ungulati stanziali nella zona, in gran parte interessata da ripopolamento, che conoscono la strada (per anni un cantiere fermo) come punto di passaggio per muoversi dalle aree in cui pascolano verso le aree boschive di Castelluccio e Coiano in cui trovano riparo la notte. Analogo discorso per gli animali domestici, meritevoli anch'essi di tutela. Nella zona inoltre sono presenti colonie feline che contano numerosi individui della specie, così da poter ipotizzare l'inevitabilità di un coinvolgimento degli stessi in un incidente. Considerato che il progetto non prevede passaggi appositi per gli animali, si può facilmente immaginare le conseguenze di uno scontro tra una o più autovetture e un capriolo che, inerpicatosi lungo il ciglio della strada, finisse nel mezzo della carreggiata; lo sventurato automobilista che dovesse trovarsi lì in quel momento non avrebbe modo, anche a causa della scarsa visibilità, di evitare l'impatto, con conseguenze che potrebbero essere ancor più tragiche se l'incidente dovesse verificarsi in prossimità della galleria sopra menzionata. La tutela dell'incolumità pubblica passa anche dalla tutela degli animali - cui le amministrazioni locali sono tenute per legge - poiché il tentativo di evitare la collisione con un animale vagante potrebbe determinare conseguenze anche gravi. Oltretutto la biodiversità animale dovrebbe essere oggetto di attenzione da parte delle amministrazioni locali e considerato patrimonio da valorizzare, poiché ogni modifica che l'uomo porta nell'ambiente in cui vive può avere una serie di conseguenze spesso negative per l'intero ecosistema. Ne consegue, di nuovo, la necessità di tutela di questa area.

Evidenziamo inoltre che per un tratto la sr429 si affianca e costeggia una strada privata distante poche decine di metri dalle abitazioni. Una svista ed un bambino potrebbe scavalcare il guardrail e trovarsi sulla carreggiata o ancora un autoarticolato sbandare e investire un pedone che in quel momento si trova a transitare sulla strada privata. Viene da chiedersi se l'interesse superiore della realizzazione di un'opera pubblica possa prescindere dall'interesse del privato cittadino di essere tutelato a casa propria. Non è forse augurabile concertare una soluzione in grado di soddisfare entrambi?

Queste sono le motivazioni che spingono i residenti del Consorzio dei Rimorti a richiedere la realizzazione di barriere fonoassorbenti e/o di protezione, nonché eventuale piantumazione di alberi autoctoni prima del taglio del nastro di inaugurazione, poiché la sicurezza deve essere un diritto da garantire non da valutare in un secondo momento.

La strada nasce con lo scopo di render più sicura la circolazione, facciamo in modo che sicura lo sia davvero.

Consorzio Strada Vicinale dei Rimorti



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