Pentole e contenitori per il cibo: dallo scavo di San Pietro in Bossolo affiorano reperti di epoca medievale

L’‘Archeologo vien di notte’ a Tavarnelle Val di Pesa. E racconterà la storia, ancora presunta, dei frammenti di vita quotidiana che affiorano dal vissuto di un insediamento medievale, sorto nell’area di San Pietro in Bossolo. Sono tutti da studiare, indagare, approfondire ma sul tavolo della cucina della canonica, dominata da un monumentale focolare, gli elementi che si stagliano davanti agli occhi degli studiosi offrono una sequenza di tasselli di memoria secolare che evoca immagini, emozioni, visioni del passato. Tra le mani delle archeologhe Chiara Molducci e Francesca Cheli, quelle tracce visibili di una terra abitata dai chiantigiani centinaia di anni fa, tornano in qualche modo a vivere di nuova luce attraverso il ruolo dell’archeologia contemporanea. I frammenti, riferibili al Medioevo, annoverano parti di un paiolo e di un testello, utensili domestici impiegati per cucinare, forse di un’olla, pentola di terracotta utilizzata per cuocere le vivande, e altri frammenti di ceramica acroma e invetriata, oltre ad un piccolo pezzo di arenaria decorata.

L’amore per la ricerca dell’antico, seppellito dagli strati del tempo, ha fatto emergere a Tavarnelle Val di Pesa oggetti che si riferiscono presumibilmente alle attività legate alla vita quotidiana del passato. “Durante la prima campagna di scavo a San Pietro in Bossolo - dichiara la responsabile dei materiali dello scavo, l’archeologa Francesca Cheli - sono stati rinvenuti frammenti ceramici con tracce di bruciato che ci indicano un loro utilizzo in cucina, ma anche forme probabilmente utilizzate in dispensa o sulla tavola”.

Il viaggio nei secoli, iniziato con il primo atto dell’indagine archeologica, promossa dal Comune di Barberino Tavarnelle, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e Provincia di Pistoia e Prato, nell’area antistante la Pieve di San Pietro in Bossolo lascia scoprire, attraverso lo scavo condotto dal team di archeologi della Cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo, la presenza di numerosi reperti ceramici. “Al di sotto degli strati superficiali, in cui si trovano anche frammenti di epoca moderna – precisa la direttrice dello scavo Chiara Molducci - il contesto presenta ceramiche acrome, ovvero prive di rivestimento. La ceramica è molto importante in archeologia perché, aiuta e propone una datazione degli strati individuati dagli archeologi e fornisce anche utili informazioni su come è stata prodotta e su come veniva utilizzata”.

Gli archeologi saranno impegnati fino al prossimo autunno nello studio dei reperti, al momento in corso di classificazione e catalogazione. Conclusa la prima fase della loro attività, domani, domenica 26 luglio alle ore 21, il team dei Laboratori Archeologici San Gallo illustrerà i reperti ai cittadini nel quadro del lavoro di scavo realizzato a cavallo tra giugno e luglio 2020 nella zona vicino all’edificio religioso di epoca romanica. A coordinare le operazioni Chiara Molducci, direttrice di scavo, e Chiara Marcotulli, coautrice del progetto e presidente della Cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo, incaricata dal Comune. Il gruppo di lavoro ha potuto contare sulle competenze dell’archeologo Lapo Somigli e del consigliere comunale, nonché archeologo, Giannino Pastori. “Durante l’anno – aggiunge Chiara Marcotulli - i reperti saranno lavati, disegnati e studiati anche tramite la compilazione di un inventario che descriverà nel dettagliato i singoli frammenti. Questo studio ci permetterà di capire meglio le forme rinvenute e l’arco cronologico di riferimento anche tramite un confronto con i reperti ritrovati in altri scavi.”

I piccoli grandi tesori, pezzi di vita secolare, emersi dal rettangolo di terra che per tre settimane è stato scavato e studiato con gli strumenti, le attrezzature e le tecniche stratigrafiche degli esperti, saranno presentati domani dagli archeologi, insieme al sindaco David Baroncelli e all’assessore alla Cultura Giacomo Trentanovi. “E’ un progetto del quale sono fiero - conclude il sindaco David Baroncelli - che ci permetterà di indagare sulle origini della nostra comunità e valorizzare il patrimonio culturale arricchendolo di nuovi rinvenimenti e occasioni di conoscenza. Riprenderemo il prossimo anno nell'ambito di una ricerca archeologica che ha ottenuto una concessione di scavo della durata di tre anni. Ringrazio tutto il team di archeologi per il lavoro svolto fino a questo momento e naturalmente il nostro prezioso partner, la Soprintendenza di Firenze, nella persona di

L’iniziativa, inserita nel ciclo di aperture straordinarie dei musei, dei parchi e siti archeologici “Le Notti dell’archeologia”, promosse dalla Regione Toscana, è organizzata in collaborazione con gli Amici del Museo di Tavarnelle e prevede un aperitivo alle ore 20 nel prato della Pieve, curato dal ristorante La Gramola. Info: www.barberinotavarnelle.it.

 

Fonte: Ufficio Stampa



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