Vibac, Potere al Popolo: "Decine di lavoratori rischiano il posto. A pagare sono sempre gli stessi"

foto gonews.it

Dopo mesi di lotta e di mobilitazione, giorni e notti trascorse in presidio di fronte ai cancelli della fabbrica, decine di lavoratori della Vibac rischiano di perdere il proprio posto dopo appena un anno di cassa integrazione. L'accordo sottoscritto nei giorni scorsi prevede, infatti, il mantenimento del polo produttivo di Vinci con una forte riduzione in termini produttivi e di forza lavoro impiegata: 35 lavoratori su 114 reintegrati da subito e cassa straordinaria per i restanti 79. Di questi ultimi non si sa quanti effettivamente potranno aver garantito il posto, ma le prospettive sono di un rientro a regime per una quarantina di operai o poco più.

La promessa da parte della proprietà è quella di una revisione dei costi di gestione, di una ricapitalizzazione da 7 milioni di euro e di un cambio di produzione, con il trasferimento di un intero settore (quello della produzione con solvente) da Vinci e lo sviluppo dei prodotti cosiddetti “ad alta marginalità”. Una promessa, appunto, come molte ne sono arrivate in questi anni dal gruppo piemontese guidato da Pietro Battista. Nel 2018 l'azienda annunciò l'investimento di 3 milioni di euro per la rilanciare l'attività, mentre lasciava per strada 31 persone. Due anni dopo annuncia di investire 7 milioni di euro proprio mentre riduce di due terzi (circa 70 lavoratori, seppure il numero non sia definitivo) la forza lavoro. Il risultato è uno stabilimento smembrato, che perde linee produttive e passa da quasi 150 lavoratori a 40 o poco più.

A voler pensar bene si potrebbe dire che ci sono gravi problemi di gestione se in due anni si investono dieci milioni di euro e si tagliano più di cento posti di lavoro. Ma noi non possiamo pensare bene, perché in questi mesi abbiamo abbiamo ascoltato le voci e visto le facce di quei lavoratori che giorno e notte sono rimasti di fronte ai cancelli della fabbrica. Quei lavoratori che pagheranno l'ennesima crisi aziendale, l'ennesimo giro di valzer di una proprietà che da gennaio ad oggi ha cambiato idea in continuazione e che ancora una volta beneficerà di un accordo al ribasso che taglia posti di lavoro in cambio di promesse. Anche un solo posto perso sarebbe stato inaccettabile, decine è insopportabile.

La deregolamentazione del mercato del lavoro operata negli ultimi decenni, con l'accelerazione impressa dai governi di centrosinistra negli ultimi anni, ha portato ad una situazione in cui il mantenimento di un sito produttivo con la perdita di due terzi dei posti di lavoro viene letta come una vittoria. Ma ad un sistema in cui i padroni scaricano i propri costi sulla collettività, sia economici che sociali, beneficiando spesso di sgravi e incentivi noi non ci stiamo. Non ci stiamo a tirare un sospiro di sollievo di fronte al baratro verso il quale sono spinte decine di lavoratori. Non vogliamo stare ad un sistema nel quale a subire l'effetto delle crisi siano sempre gli stessi.

Fonte: Potere al Popolo Empolese Valdelsa



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