Simone Campinoti irrompe nella politica con Italia Viva: "È ora di giocare, non potevo più stare a guardare"

Simone Campinoti con Matteo Renzi, leader di Italia Viva

Non è mai stato un tipo da passare inosservato in qualunque cosa che ha fatto ed anche stavolta è così. Sulla politica empolese e toscana è piombato come un temporale estivo Simone Campinoti, apprezzato imprenditore locale, già ai vertici di Confindustria, uomo poliedrico e di successo impegnato sia nel mondo dell’imprenditoria che (silenziosamente) in quello del servizio e del sociale. Correrà alle prossime regionali come capolista di Italia Viva, il partito di Matt.eo Renzi e la notizia è di quelle che fanno rumore

Perché Simone Campinoti ha sentito il bisogno di entrare in politica?

Diciamo che ad ogni scadenza elettorale ho sempre ricevuto richieste di impegno diretto da diverse parti, a conferma della trasversalità delle mie azioni nel mondo imprenditoriale. Anche se sono una persona che ha ovviamente le sue idee, questo conferma che ho sempre rispettato tutti nel mio impegno e la cosa mi fa piacere.

Stavolta, quindi, cosa c’è stato di diverso che ti ha portato ad accettare?

Vedendo quanto è successo anche di recente, mi fremevano le mani e non potevo stare più a guardare.

Perchè?

Perché la politica è ormai scivolata verso l’aggressione, pare una guerriglia a trovare i difetti nell’avversario e questo a me non piace perchè credo che la cosa che conta siano i progetti che si vogliono mettere in campo. E poi perché percepisco una brutta deriva, dopo l’estate dovremo fare i conti con gli effetti reali della pandemia e quindi bisogna fare qualcosa di concreto, impegnarsi.

E perché con Italia Viva?

Io sono stato un renziano ante-litteram, non è certo un segreto. Dai tempi in cui era presidente della Provincia ho visto in lui la novità, un ragazzo giovane ed ambizioso, rampante ed intelligente. Poi tutti abbiamo difetti e so che magari può risultare antipatico ed arrogante ma io, nel business come in altri campi, valuto quanto sa fare una persona. Se mi trovo in una tempesta in mare preferisco affidarmi ad un capitano bravo e non guardo certo se è simpatico o meno. Quindi, anche riconoscendo gli errori che ha fatto e che non sono piaciuti nemmeno a me, ho molta stima di lui. Diciamo la verità, se c’è qualcuno che ha fatto delle riforme negli ultimi anni questo è stato Matteo.

Un errore che ha fatto oltre a quelli che solitamente gli vengono imputati?

Non aver fatto ‘Italia Viva’ molto prima e poi sicuramente ne ha fatti altri. Ma il punto non è questo visto che tutti sbagliamo, il punto è come poi si reagisce. In Matteo ho ritrovato la filosofia giapponese Kintsugi, secondo la quale anche da una crepa può nascere bellezza. La traduzione letterale è riparare con l’oro, perché questa tecnica artigianale consiste nel riparare oggetti in ceramica tramite la saldatura dei cocci con l’oro liquido. Gli errori, così come le crepe, non sono da nascondere ma da evidenziare con l‘oro perché l’errore arricchisce ed anche a lui le cose che ha sbagliato hanno fatto bene. Ora è più forte e determinato.

La tua candidatura nasce direttamente da Renzi?

Sono stato avvicinato dai funzionari, poi ha fatto da tramite anche Nicola Danti e ci siamo visti con Matteo. Avevo messo come condizione parlare con lui, lo volevo guardare negli occhi e così è stato. Ho trovato sintonia di intenti e la certezza che possa sempre dare tanto al nostro paese.

Hai scritto su Facebook, l’affronto con l'inconsapevolezza (forse incoscienza) del bambino romantico che ancora è in me. Quindi ti è servita un po’ di follia per accettare?

Un po’ ce ne vuole per fare ogni passo, anche un semplice tuffo in mare. Le grandi imprese del paese sono tutte ‘family business’ ma, se all’origine non ci fosse stato uno che rischiava credendoci e portando avanti il progetto, non ci sarebbe stato futuro. Bisogna crederci in quello che si fa.

Hai scritto anche che non è un traguardo ma una partenza. Verso dove?

Non si sa. Nazim Hikmet scrisse che il più bello dei mari è quello che non navigammo e c’è una poesia che adoro, quella di Mario De Andrade ‘la mia anima ha fretta’. Io ho avuto un infarto, il cancro e sembrava non dovessi farcela. Non si può sapere verso dove andiamo.

Sei sempre stato sostenitore della Barnini, non hai mai negato di votare Pd ed ora scendi in campo con un partito diverso. Non sarebbe stato il Pd la tua casa?

Io sono un sostenitore di Brenda, ogni tanto mi fa arrabbiare ma ha uno spessore politico che prima non c’era, farà una grande carriera perché lo merita. Ma io sono un liberale democratico di ispirazione cattolica, il mio cuore batte per le imprese e quindi dove meglio che in Italia Viva?

Realisticamente, che obiettivo hai a livello personale?

Sarebbe stupido dire che gioco per partecipare, io gioco per vincere pur essendo pronto ad accettare la sconfitta. Ma non voglio più stare a guardare, è ora di giocare e quando faccio una cosa do tutto fino in fondo e la faccio col cuore.

Due parole su Giani?

Lo sosterremo tutti e, se vince lui avrà vinto la squadra. Lui ci mette la faccia ed ha intorno persone molto brave, a partire da Enrico Sostegni a cui faccio gli auguri di farcela.

Il succo del tuo programma?

Imprese, territorio e lavoro. Se le imprese vanno bene c’è lavoro, le persone guadagnano e l’economia gira. I soldi dell’Europa sono certo importanti, ma si riparte rimettendo in moto il ciclo produttivo. Il futuro deve essere auto sostenibile ed io ci credo. Gli effetti della pandemia vanno combattuti con una terapia d’urto. Il cancro non si batte con le mentine ma con le chemio.

Come imposterai la tua campagna elettorale?

Aspetto la prima riunione, non mi vergogno a dire che mi devono istruire perché non so nemmeno quanti voti mi servono per essere eletto. Gioco in una squadra e miro al risultato, non alla poltrona.

Che reazioni hai avuto nel tuo mondo dell’impresa dopo l’annuncio del tuo impegno con Italia Viva?

Entusiastiche, qualcuno mi ha chiesto perchè non l’ho fatto prima. Forse in passato ho avuto anche paura e pure di questo non mi vergogno. Giovanni Paolo II mi diceva che non bisogna aver paura di aver paura e io lo dico tranquillamente.

Pensi che la Toscana rischi di cambiare colore alle prossime elezioni?

Spero di no, ma diciamo che la rabbia è alta e questo può portare al venire meno del raziocinio. Spero la gente capisca che non è il momento di un cambio di rotta.

Susanna Ceccardi candidata del centrodestra che avversaria è?

E’ una candidata forte, un avversario che rispetto come bisogna rispettare tutti. Sabato arriva Salvini a Empoli ed ho letto che ci sarà una contestazione. Niente di più sbagliato. Tappare la bocca è da fascisti, io ti faccio parlare e poi ti batto con i programmi e le idee. La politica non si fa denigrando, non puoi celebrare i partigiani e poi comportarti come quelli che loro combattevano. Quindi massimo rispetto per tutti e la convinzione che la nostra proposta è migliore.

Per Simone Campinoti è l’inizio di una nuova vita?

No, non mi cambia niente. Farò le stesse cose di prima anche se ho dovuto fare degli atti che mi hanno pesato molto. Alludo alle dimissioni da Confindustria che non erano dovute ma che ho ritenuto moralmente giuste da presentare. Allo stesso tempo ho rimesso nelle mani di Brenda Barnini il mandato di presidente Asev e lei verificherà col Cda cosa fare. Ma, al di là di questo, il mio cuore batterà sempre per l’impresa.

Marco Mainardi

Tutte le notizie di GoBlog