[ Pescia ] Ipotesi nuovo ospedale in Valdinievole, Sinistra Civica Ecologista: "Potenziamo quello di Pescia"

Sull'ipotesi di realizzare un nuovo ospedale in Valdinievole i tre candidati valdinievolini di Sinistra Civica Ecologista, Cristiana Inglese, Giuseppe Chiaramonte e Roberto Zonefrati, insieme ad uno degli altri candidati pistoiesi, il coordinatore degli infermieri di Medicina B del San Jacopo Francesco Branchetti, dichiarano la loro contrarietà e spiegano quali sono gli investimenti necessari in sanità.

“Un nuovo ospedale – questa la loro opinione - porterebbe solo all'indebolimento del presidio di Pescia, che è e deve restare l'ospedale della Valdinievole. Piuttosto è Pescia che necessita di interventi di ristrutturazione ed ampliamento dei servizi, ma la prima cosa da affrontare e risolvere una volta per tutte è il problema del personale, dove vanno investite risorse per garantire il turn over rispetto ai pensionamenti e sostituzioni tempestive per assenze lunghe, incentivando anche la presenza di professionalità di alto livello in organico. Nel corso dell'emergenza sanitaria, abbiamo capito quanto il miglioramento del servizio sanitario dipenda dall'assistenza territoriale”.

Per i candidati di Sinistra Civica Ecologista si tratta di un argomento già dibattuto in passato. E aumentare i posti in cure intermedie è solo un aspetto, ma non è sufficiente. Occorre investire sul territorio anche in altri ambiti, rafforzando la presenza di personale sanitario sul territorio, medici di base ed infermieri.

“L'assistenza nel proprio domicilio – aggiungono Inglese, Chiaramonte, Zonefrati e Branchetti - esprime sempre più bisogni di tipo sanitario che non possono essere scaricati sui familiari. Da una parte il sovraccarico dei medici di base determina sempre più accessi impropri al pronto soccorso, dall'altra i pochi infermieri non riescono a soddisfare tutte le necessità di assistenza sanitaria. Nella previsione dell'infermiere di famiglia, occorre garantire un numero adeguato di infermieri sufficiente a garantire una reale presa in carico del paziente, tenendo conto anche delle caratteristiche dei diversi territori. Per esempio le zone montane richiedono più unità infermieristiche perché spostarsi da un domicilio all'altro richiede maggior tempo”.

A loro giudizio è poi necessario creare una rete territoriale di servizi di facile accesso alla cittadinanza, che possano rispondere all'urgenza di bisogni di assistenza sanitaria e sociale sulle 24 ore, senza dover ricorrere all’ospedale. Servono poi maggiori risorse per la gestione dei servizi di assistenza domiciliare, garantendo qualità del lavoro per gli operatori e quindi anche la qualità dell'assistenza.

“Dobbiamo investire – questa la loro conclusione - nella informatizzazione dei servizi per agevolare la comunicazione tra gli uffici e i presidi, alleggerendo i cittadini nell'adempimento delle pratiche burocratiche. Al tempo stesso serve investire nella messa a regime delle Case della Salute, che devono diventare l'unico punto di accesso per i cittadini per l'attivazione del percorso di cura e assistenza, per dare risposte integrate a bisogni sia di tipo sanitario che sociale. Infine occorre investire nella formazione continua degli operatori del territorio, interni alla ASL e non, uniformando i percorsi di aggiornamento per tutti i lavoratori in particolare su etica del lavoro, gestione dello stress da lavoro correlato, lavoro di equipe”.

Insomma alla Valdinievole serve ben altro piuttosto che un nuovo ospedale.

Fonte: Ufficio stampa



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