Moda, 21 a casa per chiusura azienda a Certaldo

(foto gonews.it)

Il blocco dei licenziamenti non sembra essere un ostacolo per chi decide di chiudere l'azienda e cessa le attività. È quello che è successo alla Lara srl di via delle Regioni a Certaldo, azienda del settore pelletteria al lavoro come conto terzi per i brand di moda. La vertenza riguarda 21 lavoratori avvisati solo dopo qualche giorno dal ritorno dalle ferie. Una bomba pronta a esplodere, quella del settore moda, finora non toccato nemmeno dalla crisi del 2009.

Con il lockdown il sistema della moda, della concia di Santa Croce e della pelletteria dell'area di Firenze e Scandicci rischia maggiormente. Il turismo e il mercato, interrotti bruscamente dal lockdown e non ripresi in toto, stanno causando ancora difficoltà, per avvisaglie finora solo percepite grazie al blocco dei licenziamenti e agli ammortizzatori sociali. Il capitale nell'area fiorentina riguarda 45mila occupati e un patrimonio inestimabile di conoscenze. La richiesta della Filcams CGIL ai brand è una scelta di lungimiranza per non favorire imprese che vivono nell'illegalità e che non portano benefici al manifatturiero.

Alla conferenza erano presenti il segretario Cgil Empolese Valdelsa Paolo Aglietti, il sindaco di Certaldo Giacomo Cucini, Massimo Bollini, Giuseppe Dentato, Andrea Simone e Paolo Luschi per la Filcams.

Il primo cittadino ha spiegato la sua presenza come "un dovere ,vista la portata tragica di questa decisione sui lavoratori. Dobbiamo porci la domanda 'cosa succederà?' in anticipo, la situazione di oggi è un campanello di allarme. Sono qui assieme alla Cgil per dire che noi ci siamo e siamo pronti a instaurare percorsi a tutela dei lavoratori. Sì, c'è una grande crisi ma ci sono sfide e possibilità che vanno colte".

Poi alcune lavoratrici hanno riportato la loro esperienza: "Noi personalmente non siamo mai rientrate a lavoro - spiegano -, la lettera di licenziamento avrà effetto dal 19 settembre". "Mi sono sentita usata", spiega una di loro. Il titolare, secondo quanto affermato dai sindacati, avrebbe un'altra azienda rimasta aperta. Per la preoccupazione di non tenere tutto il sistema in piedi, ha scelto "la via più facile e quindi la chiusura". La richiesta per la Naspi potrebbe rientrare, a nroma di legge, ma i tempi sono stretti. Un'ipotesi del sindacato è quella di riassorbire i lavoratori nell'altra azienda e aspettare l'arrivo di fondi europei per uno slancio ancora maggiore.

Per mezzo stampa il sindaco di Empoli Brenda Barnini, che non è potuta essere presente alla conferenza, ha in seguito rilasciato la seguente dichiarazione: "Nel 2018 il nostro distretto produttivo della moda è stato il primo in Italia per crescita nell'export. Il comparto era riuscito a recuperare i posti di lavoro di prima della crisi del 2008 e aveva saputo innovarsi per crescere e fronteggiare le novità del mercato internazionale. Oggi subiamo una battuta d'arresto a causa della pandemia ma grazie agli ammortizzatori sociali dell'Italia e dell'Unione Europea e agli investimenti previsti con il Recovery Fund possiamo guardare con più fiducia al futuro. Dobbiamo stringere un patto forte di territorio tra istituzioni, imprese, lavoratori e sindacati per non mollare ora la presa e mettere subito in moto la leva degli investimenti pubblici e degli incentivi alle imprese".

Elia Billero



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