Valiani (Sinistra Civica Ecologista): "Serve Piano Verde per le città"

Sta facendo molto discutere in diverse città della nostra Regione ed è motivo di controversie tra comitati cittadini e amministrazioni locali il tema della manutenzione del verde pubblico ed in particolare degli abbattimenti degli alberi all’interno del tessuto urbano.

In effetti, ci sono, da una parte, le responsabilità dei sindaci di evitare cadute di rami e tronchi che possono apportare danni a cose e persone (rischio purtroppo concreto visti anche recenti fatti di cronaca …), anche ‘grazie’ all’aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi meteorologici estremi dovuti ai cambiamenti climatici; dall’altra, la legittima richiesta di tanti cittadini di mantenere (ed anzi ampliare) il verde in contesto urbano (in particolare quello “storico” del paesaggio toscano, fatto da piazze, viali alberati, e più in generale di un equilibrio tra natura e civiltà), che consente una maggiore vivibilità ed un miglioramento della salute e della qualità della vita nelle città.

Le città sono ormai luoghi in cui le temperature raggiungono picchi elevatissimi, a causa della concentrazione di attività umane ed industriali, ma anche dell’eccessivo uso di impianti di condizionamento. Lo sviluppo del verde urbano come politica di approccio al problema climatico, permetterebbe di ridurre non solo l’irraggiamento nelle città, ma anche migliorare la qualità dell’aria.

Il verde urbano ha però bisogno di fonti rinnovabili di acqua: il riutilizzo delle acque urbane per l’irrigazione del verde non solo fa parte di una delle azioni più efficaci dell’economia circolare, ma è una delle poche azioni che determinano immediato miglioramento della qualità della vita dei cittadini, innescando un circolo virtuoso che riduce anche i consumi energetici. Sarà quindi necessario ripensare e riprogettare le nostre città in funzione di una coerente pianificazione e posa a dimora di piantumazioni in una logica di assorbimento degli agenti inquinanti ed anche di contenimento (barriere) rispetto ad alcune funzioni che spesso si collocano in determinate are delle città (aree logistiche e industriali periferiche).

Sarà importante coordinare interventi di verde urbano nelle città sia in termini di scelta delle piantumazioni, sia nell’ottica di creare difendere e promuovere grandi polmoni verdi. Azioni di coordinamento tra i Comuni sono fondamentale: si dovrà prevedere che ogni comune abbia un piano del verde urbano in cooperazione con la Regione Toscana al fine di implementare su tutto il territorio un grande “Piano Verde delle Città”.

Politiche di riforestazione urbana e politiche del verde attrezzato per consentire non solo le attività ricreative ma anche la mitigazione delle isole di calore proprie della città contemporanea e favorire la produzione d’ossigeno al posto dello smog, specie nei siti soggetti ad inversione termica. L’obiettivo che porremo alla Regione è quello di piantare oltre 1 milione di alberi!

Però questo non basta, è necessario provvedere anche alla cura del verde esistente, rivalutando il sistema di manutenzione e controllo, con una revisione complessiva del sistema che guardi al medio-lungo periodo, prevedendo:

1. Linee guida regionali che prevedano il divieto della pratica delle “capitozzatura” per la potatura degli alberi che rende l’albero più pericoloso nel lungo termine, perché ne indebolisce la struttura.
2. Definire bandi specifici e finanziamenti strutturali per la cura del verde urbano, anche valutando la possibilità di creare servizi “interni”, comunali o consortili, di giardinieri per la manutenzione e le potature del verde, con assunzione a tempo pieno e indeterminato e formazione specialistica e relativa attrezzatura, evitando di ricorrere ad appalti esterni. È oramai dimostrato che le esternalizzazioni costano di più e forniscono servizi peggiori, in particolare questo è vero per un servizio che richiede attenzione e cure costanti, difficilmente contrattualizzabili.
3. Definire una sezione apposita “Protezione del verde urbano” dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Toscana (ARPAT) formato da tecnici agro-forestali specializzati e metodologie standardizzate che si occupi di effettuare le perizie sulla fito-stabilità degli alberi, e di supportare le amministrazioni comunali nelle pratiche per la cura e l’eventuale abbattimento delle piante malate, anziché ricorrere a professionisti esterni privati.

Il contenimento e la difesa dai cambiamenti climatici in atto è una delle sfide epocali che ci aspettano e la Politica lo deve assumere, anche a livello regionale e locale. Per questo ci impegneremo come Sinistra Civica Ecologista per un nuovo modello di transizione ecologica e contro le disuguaglianze (“Green New Deal per la Toscana”).

Per ritrovare il coraggio di riprogettare un futuro possibile.

Fonte: Ufficio stampa



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