Tartufo di San Miniato, a Corazzano è festa con la memoria storica del paese

Trentaquattro primavere, anzi sarebbe meglio dire autunni: anche quest’anno torna la Fiera Mercato del Tartufo Bianco di Corazzano, giusta alla sua edizione numero trentaquattro. Appuntamento per il weekend del 3 e 4 ottobre nella Valdegola a confine con Montaione e Castelfiorentino, dove tutti si conoscono e portano avanti la tradizione del tartufo.

La conferenza stampa di presentazione si è tenuta nella mattinata del 26 settembre al Circolo Arci di Corazzano, alla presenza di: Simone Giglioli (sindaco di San Miniato), Marzio Gabbanini (presidente della Fondazione San Miniato Promozione), Marzia Bellini (rappresentante circolo Arci), Nello Pampiani (memoria storica di Corazzano, che ha raccontato il progetto del “Muro dei corazzanesi") e Monica Nacci (imprenditrice titolare della Tartufi Nacci).

Le associazioni che lavorano fianco a fianco sono l’Asd Corazzano, la Cooperativa Corazzano e il Circolo Arci di via Zara, da tempo al lavoro per farvi gustare la pepita d’oro delle colline sanminiatesi, negli spazi allestiti accanto al campo sportivo.

Il tartufo sarà declinato in ogni suo aspetto, a partire dalla tavola (da non perdere i tagliolini. la carne e l'abbinamento con la cipolla nella zuppa): sabato 3 ottobre alle 18.30 sarà presentato il libro del sanminiatese Franco Polidori “Le nostre radici – Parlar Toscano”. Subito dopo prima cena al tartufo (prenotazione fortemente consigliata al numero 0571462804). Domenica, invece, l’appuntamento a tavola sarà doppio, sia a pranzo che a cena; alle 9.30 saranno aperti al pubblico gli stand gastronomici con prodotti tipici al tartufo, oltre a quelli dedicati all'artigianato; alle 15, invece, ci sarà una dimostrazione di escavazione del tartufo con l’ausilio dei cani, i lagotti.

Alle 16.30, inoltre, è previsto un momento molto atteso da corazzanesi: l’inaugurazione del “Muro dei soprannomi corazzanesi”, con 130 nomignoli di personaggi legati a questa piccola frazione, da 'La Chioccia'a 'Fischio', 'Struscio' fino a 'La Cesena' (il soprannome di Rina Nacci, storica e molto amata dispensiera del circolo di La Scala recentemente venuta a mancare). Corazzano si è differenziata in questi anni per le iniziative che coinvolgono direttamente i residenti, dai balconi allestiti alle biciclette abbellite davanti casa. Per quest'anno saranno anche rimessi in bella mostra i vestiti 'buoni' di un tempo, da quelli di nozze a quelli di cerimonia, risorti dopo anni nei bauli in soffitta. Sarà allestito anche un bar in tipico stile anni '60, gestito dai giovani del paese, che proporrà però i cocktail 'di questo secolo' agli avventori.

Alle 18 ci sarà un ospite illustre: si tratta dell’imitatore David Pratelli, direttamente da Tale e Quale Show, Guida al campionato e Quelli che il Calcio.

La festa di Corazzano è la seconda più longeva tra quelle che precedono la Mostra Mercato, dietro soltanto a quella di Balconevisi (che quest’anno spegne 42 candeline). Ovviamente, stante la situazione attuale, agli ingressi sarà misurata la temperatura corporea, verranno garantite postazioni dove sanificarsi le mani, i tavoli saranno distanziati e verranno presi i nominativi delle persone (come prescrive la normativa attuale per risalire eventuale la scala dei contagi).

Nell’occasione – visto che il tema della Mostra Mercato che si terrà a novembre è il tartufo declinato al femminile – Monica Nacci ha raccontato la sua esperienza di donna che si è affacciata nel mondo del tartufo (storicamente prettamente maschile) con ottimi risultati, visto che oggi gestisce insieme al marito un’azienda che rifornisce molti ristoranti (a partire da quelli di San Miniato).

Marzio Gabbanini infine ha raccontato di come le Città del Tartufo stiano portando avanti per l'anno prossimo la candidatura dell’arte della cavatura e della raccolta del tartufo come futuro patrimonio immateriale dell’Unesco.

Questo per fornire anche un ulteriore traino alla promozione di San Miniato, di cui il tartufo è sicuramente il fiore all'occhiello: “Come a Montalcino hanno il vino – ha detto Gabbanini – a San Miniato abbiamo il tartufo, che è ciò che ci rende riconoscibili in Italia e nel resto del mondo; quando ti rechi fuori Regione o anche all'estero e dici di esser di San Miniato tutti ti associano subito al tartufo. Per questo credo che l’arte della cavatura e della raccolta debba diventare Patrimonio Unesco”.



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