Arci Empolese Valdelsa in protesta per la chiusura: "Tesseriamoci per sostenere i presidi del territorio"

Da martedì i nostri 71 circoli Arci del territorio sono chiusi fino al 24 novembre, insieme agli altri circa 4000 in tutta Italia, conseguentemente all’uscita della Circolare del Ministero dell’interno. Un colpo durissimo per l'Arci, per i nostri 10.000 soci sul territorio e per quel milione in tutta Italia che aspetta di capire se i Circoli saranno in grado di riaprire o se l’ennesima chiusura totale li abbia definitivamente soffocati. Nel territorio nazionale in questi mesi molte realtà associative non hanno retto all'impatto dell'emergenza. Senza prevedere indennizzi come per altre categorie, per tantissimi circoli sarà difficile rialzarsi.
Sin dall’inizio della pandemia, nonostante le enormi difficoltà abbiamo agito in maniera responsabile, facendoci carico di azioni di solidarietà senza mai rinunciare a ciò in cui crediamo fortemente: il valore della socialità. In sicurezza. Adottando da subito tutti i protocolli a tutela dei singoli e della collettività.

Sono stati e sono mesi duri. Siamo consapevoli che l’emergenza epidemiologica non è terminata e che la salute è un bene primario ma ci troviamo davanti a provvedimenti non equi che penalizzano fortemente l’associazionismo.

Per questa ingiustizia Arci nazionale lancia per domani venerdì 30 ottobre una giornata di protesta , che i nostri Circoli attueranno in modalità civile e pacifica attraverso ritratti di presidenti e consiglieri davanti al proprio circolo mestamente chiuso con lo slogan “Curiamo la socialità”. Le foto verranno pubblicate sulla pagina faceook Arci Empolese Valdelsa. Invitiamo inoltre soci e cittadini a inviarci una propria foto davanti ad un circolo Arci chiuso con un cartello che esprima il proprio stato d’animo o semplicemente il titolo della campagna “Curiamo la socialità”. Chi volesse partecipare può inviare la foto tramite whatsapp al numero 3755442380

Con questa iniziativa vogliamo che venga riconosciuto il nostro ruolo, che vengano previsti ristori che ci consentano non solo di non chiudere definitivamente le nostre sedi, ma anche di continuare a promuovere quei servizi essenziali alle cittadine e ai cittadini che abbiamo fornito sinora. Infine di poter continuare a svolgere le nostre attività nel pieno rispetto delle regole anti contagio. Ci riferiamo, in particolare, a tutte quelle attività che invece lo stesso DPCM consente di svolgere a chi le promuove per fini commerciali.

Il nostro Comitato ha già pronto un appello e una ulteriore mobilitazione’: facciamo tutti la tessera Arci come gesto di vicinanza e per permettere ai Circoli di continuare a esistere.


Di seguito l'appello a soci e simpatizzanti

Siamo a fine ottobre e navighiamo a vista. Il tesseramento, l’anima della nostra Associazione, è appena iniziato e affronta già uno scoglio che appare oggi altissimo, insormontabile. I nostri Circoli sono chiusi mentre il bar accanto lavora, con tutte le limitazioni imposte.

Il caffè esce dalle macchinette dei bar, i ristoranti fanno i pranzi e si organizzano per l’asporto.

I nostri spazi attendono invece, a luci spente, le decisioni di chi non si capisce bene.

Le sale dei nostri circoli aspettano: l’odore del menù del giorno, il chiacchiericcio che rimbomba ovunque, le macchie sulla tovaglia e i sorrisi. I nostri Circoli raccontano di persone, di storie e di valori.

Quello che si mangia in un circolo non è solo un piatto di pasta o una pizza, è il frutto di confronti, discussioni, compromessi. E’ il risultato di tempo speso insieme, di energia di gruppo.

I nostri Circoli non sono semplici bar, semplici ristoranti. E’ vero. Sono la socialità che crea metodi, sistemi, serate, eventi, iniziative. Da qualche mese la nostra essenza è messa a dura prova: siamo chiamati a imparare e calibrare le nostre relazioni, i modi di fare, gli scambi reciproci. Siamo qui a modellare l’anima sfaccettata dei nostri spazi. Siamo chiamati alla lontananza che però deve essere soltanto fisica, dei corpi, imparando pian pianino a fare socialità senza toccarci, mantenendo le distanze e non potendo condividere tavolate, balli e iniziative. Non potendo condividere la musica, le carte, le sale biliardo e l’ammazzacaffè. Non potendo condividere l’aperitivo prima di cena, le presentazioni di libri, i concerti. Noi non siamo solo somministrazione, ma in questa fase il caffè il pranzo e l’asporto sono le uniche opportunità che abbiamo per continuare a esistere.

La nostra anima è sofferente da tempo. Gli spazi dove viviamo le relazioni da tempo venivano dati per scontati. I Circoli sono sempre lì, sempre aperti, sempre attivi qualsiasi cosa succeda. I Circoli sono lì, forti presidi radicati nel territorio, in grado di contrastare l’esclusione, la marginalità e la sofferenza di tante persone sole, grazie ai loro soci, grazie alle persone che decidono di fare la tessera creando così il proprio Circolo.

Per questo chiedo a ognuno di voi di contattare le persone che conoscete e di chiedere la tessera. Troviamo nuovi metodi per farla: a domicilio, da remoto o come volete voi. Ma parliamo con le persone dei Circoli delle nostre città e facciamo la tessera: solo così potremo sostenere i Circoli, dare un segnale forte della nostra presenza, partecipazione e esistenza. Facciamo la tessera Arci per dire a tutti che adesso lo abbiamo capito che il Circolo in fondo alla strada non è scontato che ci sia.

Che se non ci sono io, quel Circolo non è niente.

Fonte: Arci Comitato territoriale Empolese Valdelsa APS



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