Il tentativo di trasformare l’istituzione del fondo per il Terzo Settore in una vittoria in favore dei circoli ARCI da parte di esponenti del Pd è grottesca. Con una circolare del 27 ottobre scorso, infatti, il governo ha prodotto una grave discriminazione tra circoli sociali, culturali e ricreativi e attività commerciali, imponendo la chiusura indiscriminata dei primi, compresa la somministrazione pur nei limiti imposti alle altre attività.
Una scelta che di fatto ha costretto i circoli, protagonisti da sempre e negli ultimi mesi ancora di più di iniziative di solidarietà e sostegno alle proprie comunità di riferimento, a chiudere e a perdere ogni forma di autofinanziamento in un momento di crisi enorme per questo mondo.
La mobilitazione di soci e attivisti, referenti nazionali, regionali e locali ha raccolto l’adesione di migliaia e migliaia di persone. La decisione del governo (in parte mitigata in Toscana dall’ordinanza 109 del 13 novembre scorso) è stata di confermare questa discriminazione, con l’unica concessione di un fondo da 70 milioni inserito nel decreto Ristori Bis e rivolto a tutti i soggetti del Terzo Settore, cioè associazioni di volontariato, onlus e associazioni di promozione sociale. Ai circoli, insomma, arriveranno solo le briciole. E il Pd, per bocca di alcuni esponenti, esulta come se fosse una vittoria.
Gli attacchi da parte del cosiddetto centrosinistra a questi presidi sociali fondamentali non partono certo da ora e la riforma del Terzo Settore, che ha posto preoccupanti elementi di “privatizzazione” dell’associazionismo, ne è un esempio palese.
Noi ci associamo alle Case del Popolo e all’Arci nel chiedere rispetto per chi pratica la solidarietà, diffonde i valori della socialità e della difesa degli spazi comuni, crea legami nelle proprie comunità ed è vicino ai bisogni delle persone, specie delle fasce vulnerabili della popolazione.
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