Schiavi del volantinaggio, 3 denunce dei carabinieri nel Casentino

I Carabinieri della Compagnia di Bibbiena hanno controllato un gruppo di uomini di origine pakistana, intenti a distribuire volantini di una nota catena commerciale. Uno dei tre, tutti residenti nel pratese, è risultato non in regola con la propria posizione immigratoria e non in possesso di documento utile all’identificazione. All’esito degli accertamenti e del fotosegnalamento, condotti dal Nucleo Operativo in collaborazione con i colleghi della Stazione di Bibbiena, il 28enne sarà deferito in stato di libertà per violazioni inerenti l’obbligo e il soggiorno illegale sul territorio nazionale.

Inoltre è stato rilevato un meccanismo di sfruttamento del lavoro, in relazione al quale sono in corso ulteriori approfondimenti del Nucleo Operativo della Compagnia di Bibbiena con i colleghi del Nucleo Ispettorato di Arezzo, verosimilmente sotteso all’impiego del giovane nel volantinaggio. Non è la prima volta che nel settore pubblicitario vengono impiegati, in lunghi turni di cammino di 8-9 ore, con pagamenti che si aggirano intorno ai 2- Euro l’ora, spesso lavoratori stranieri non in regola con le norme in materia di immigrazione.

All’esito infatti delle dichiarazioni rilasciate, sono stati denunciati per concorso in occupazione di cittadino straniero privo di titoli di soggiorno, ulteriori due connazionali, pakistani, un 19enne e un 44enne sempre residenti nel pratese. Si specifica che questi ultimi, non erano presenti nel distribuire volantini in Casentino.

Sul fronte della specifica attività cui sopra si è accennato riguardo all’osservanza delle prescrizioni in zona rossa, non sono state riscontrate particolari criticità. Solo in due occasioni sono state elevate sanzioni per palesi violazioni del divieto di spostamento fra regioni (dall’Emilia Romagna) e del coprifuoco. In quest’ultimo caso, i Carabinieri, valutate con estrema attenzione le necessità proposte alla base e dell’uscita dopo le 22:00, trattandosi tra

l’altro di persone non stabilmente conviventi, hanno rilevato l’inesistenza dei motivi di necessità che avrebbero potuto giustificare lo spostamento ed hanno quindi proceduto ad elevare la prevista sanzione.



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