Terzo settore e circoli, ok alla somministrazione di cibi e bevande

consumazione al banco

Cenni (PD): "Oggi si fa un passo in più, dando a queste realtà la possibilità di continuare a svolgere la loro funzione"


Il nuovo Decreto-legge approvato oggi alla Camera prevede, tra gli altri articoli, anche la possibilità che i circoli e le associazioni del Terzo settore tornino a somministrare cibo e bevande, seppur nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid e dei protocolli già previsti per bar e ristoranti.

«La sospensione delle attività culturali e sociali non determina la sospensione delle attività di somministrazione di alimenti o bevande delle associazioni ricomprese tra gli enti del Terzo Settore che possono proseguire nel rispetto delle condizioni e dei protocolli di sicurezza stabiliti per le attività economiche aventi il medesimo oggetto e secondo modalità tali da evitare qualsiasi forma di assembramento, anche occasionale e qualsiasi forma di aggregazione»: è questo, infatti, il contenuto specifico di uno degli articoli approvati nella seduta di oggi.

«Permettere anche ai circoli ricreativi delle associazioni no profit e del Terzo Settore di potere svolgere le attività economiche complementari, come la somministrazione di alimenti e bevande effettuata a beneficio dei soci, nel pieno rispetto delle limitazioni attualmente vigenti per bar e ristoranti – commenta l’onorevole Susanna Cenni (PD) – era una richiesta sentita da molti ed è un bene che sia stata finalmente recepita».

A più riprese, nelle scorse settimane, i circoli e le associazioni del Terzo Settore avevano lanciato questo grido d’allarme, chiedendo che fosse riconosciuta la loro funzione, anche come presidio sociale sui territori.

«Il Governo precedente – aggiunge Cenni – si era assunto un impegno nei confronti dei tanti volontari, inserendo i ristori nell’ultimo Decreto Natale. Sul tema molti parlamentari si sono attivati con emendamenti ed altri atti, come il mio ordine del giorno. Oggi si fa un passo in più, dando a queste realtà la possibilità di continuare a svolgere la loro funzione, seppur nel rispetto di tutti i protocolli già attivi per bar e ristoranti. È stata rimossa una discriminazione e si è riconosciuto il grande impegno di tanta rete del volontariato che anche in questo periodo si è messa a disposizione del Paese».

 



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