Omicidio Sara Scimmi, per i giudici era già morta dopo il passaggio del tir

sara scimmi

Sono state depositate le motivazioni dal giudice Gaetano Magnelli per la sentenza di assoluzione di Milko Morelli, il camionista 50enne finito a processo per omicidio stradale con l'accusa di aver travolto e ucciso la 19enne Sara Scimmi, trovata senza vita il 9 settembre del 2017 a Castelfiorentino lungo una strada vicina alla discoteca Kaleido.

"L'accuratezza delle indagini preliminari non ha dissipato il dubbio sul reale autore della morte di Sara Scimmi - si legge nella sentenza, spiegando che Morelli la travolse alle 3.24 della notte di sabato 9 settembre". Ma per i giudici era già morta, da qui l'assoluzione. In più l'ipotesi alternativa "non è contrastata da elementi contrari di uguale efficacia dimostrativa".

Analizziamo la sentenza

Sara, per come era vestita e per la posizione in cui si trova mentre va a piedi da via Ciurini "diretta verso casa" sarebbe stata "un pedone difficilmente distinguibile al buio" ed è la sola a transitare in quella direzione.

Poi il tir condotto da Morelli investe il corpo di Scimmi, frenando immediatamente dopo. La giovane sarebbe dovuta essere stata trascinata per 9 metri dopo la frenata, causando lo scoppio della scatola cranica e una conseguente pozza di sangue. "Se ciò fosse stato gli agenti avrebbero dovuto rinvenire" queste tracce in strada, ma "assurdamente non ci sono".

Praticamente la corte concorda con la versione proposta dai consulenti e dai biologi forensi. Morelli viaggia 'parzialmente oltre la linea di mezzeria a 73 km/h e si accorge di qualcosa sull'asfalto", frena ma non può non travolgere il corpo. Solo uno pneumatico ha lasciato un segno sull'asfalto. Ha dunque frenato o solo sollevato il piede dall'acceleratore? La corte propende per l'ipotesi di uno pneumatico meno efficiente, che si è bloccato durante l'asfalto per cui ha lasciato l'impronta. Morelli rallenta, non inchioda, e usa un rallentatore, un dispositivo presente nei mezzi pesanti che agiscce sull'albero motore.

Il Collegio dei giudici pensa dunque che la morte di Scimmi si sia svolta in altra maniera, con un "differente svolgimento causale". Sara era a terra supina, con la testa, il tronco e il bacino nella semi carreggiata verso Certaldo e le gambe nell'altra semicarreggiata.

Morelli la travolge quando è ancora morta, per questo non sussistono i presupposti secondo la corte di omicidio stradale e omissione di soccorso.

L'auto non identificata

Prima del passaggio di Morelli un Lancia Y con a bordo una coppia passa vicino a Sara Scimmi. La schivano sterzando a destra, lei sarebbe stata in piedi sulla linea di mezzeria di via Ciurini. Alle 3.20 l'auto passa davanti la telecamera del distributore Aquila, unica ripresa disponibile. Un'auto che potrebbe essere identificata come quella colpevole dell'investimento sarebbe l'Audi o la Golf che passa alle 3.23 davanti la telecamera, da Certaldo a Castelfiorentino. Allo stesso istante, pochi secondi dopo, passa il tir di Morelli.

La consulenza del medico legale Palandri infine certifica che di tutte le ferite riportate da Sara Scimmi, "la lesione al ginocchio destro sarebbe compatibile con l'urto da parte di un veicolo [...] l'energia cinetica sarebbe minore rispetto a quanto rilevato sul cranio e sul braccio sinistro".

La perizia legale sul corpo di Sara Scimmi

Potrebbe essere anche frutto di un rotolamento, questo colpo al ginocchio, ma Palandri dice che sia più probabile l'urto diretto e che questa "lesione femorale è anteriore alle lesioni al cranio e al braccio". C'erano delle infiltrazioni, pochissime, che fanno dedurre che la lesione è stata prodotta quando Sara era ancora viva.

Per cui Sara è stata colpita dall'auto non identificata, cadendo pesantemente a terra. Non riuscì a proteggersi perché aveva un tasso alcolico alto e cadde a terra rimanendo immobile. Dieci secondi dopo arriva l'autoarticolato. Non è possibile sapere se un'emorragia al cervello potesse essere la causa di morte. L'autopsia non è stata fatta sull'intero encefalo, devastato dall'impatto con l'autotreno. Per un breve lasso di tempo il cuore batte, nasce l'infiltrazione al ginocchio. Però le lesioni alla testa e al braccio sinistro non avevano altrettanto infiltrazioni. Per cui in quel momento il cuore si ferma.

Pertanto si rigetta l'impianto accusatorio.

Le reazioni della famiglia di Sara Scimmi

Da parte del padre di Sara, Antonio Scimmi, arriva un commento sdegnato per quanto riportato: "Abbiamo sempre sostenuto del veicolo che incrocia il tir ma nessuno, né i carabinieri né la procura, ci ha mai ascoltato. Hanno reso le perizie non fornendo altri video per ricercare il veicolo". La famiglia promette ancora battaglia per una morte che non ha ancora un colpevole riconosciuto.



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