Il consiglio regionale dice "No" alla chiusura dell’aeroporto di Peretola: respinta mozione del M5S

L'aeroporto fiorentino di Peretola

E’ stata respinta in Consiglio regionale una mozione presentata dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi in merito alla chiusura definitiva dell’aeroporto Vespucci di Firenze. La mozione ha infatti ricevuto il voto favorevole solo di Noferi e Irene Galletti (M5S), mentre tutti gli altri gruppi hanno votato contro.

L’atto, come ha spiegato Silvia Noferi illustrandolo in aula, impegnava la Giunta a predisporre l’immediata chiusura dell’aeroporto a causa della mancanza delle autorizzazioni previste ai fini della sua operatività e sicurezza almeno fino a quando il gestore non provvederà alla messa in atto di tutte le prescrizioni precettive, derivanti dal decreto interministeriale di Valutazione di impatto ambientale (Via) del 2003, e non otterrà la necessaria conformità urbanistica.

Si chiedeva inoltre l’impegno a iniziare una supplementare istruttoria di Via qualora l’aeromobile Airbus A 319 “dovesse ancora far parte della fleet mix operativa al momento della riapertura” e “a tutelare prima di tutto il diritto dei cittadini, sancito dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ‘diritto al rispetto della vita privata e familiare e protezione dai rumori molesti’, scegliendo di predisporre la chiusura definitiva dell’aeroporto”.

Noferi ha ricordato anche che appena il 9 aprile scorso una lettera del ministero alla Transizione ecologica ha ribadito che “non c’è legge per cui un ministro possa dispensare il gestore da quanto disposto nel 2003 dalla Via”. “Io voglio l’aeroporto – ha commentato la consigliera – ma voglio che funzioni secondo le regole”.

Lucia De Robertis (Pd) ha annunciato voto contrario commentando che “la mozione contiene inesattezze e che la rete aeroportuale con lo scalo Vespucci è essenziale per la ripresa economica dell’intera Toscana”.

Secondo Maurizio Sguanci (Iv) “l’aeroporto di Firenze è strategico, dobbiamo tenerlo aperto e rimodularlo, cosa che non avrà impatto sui comuni limitrofi”.

Cristina Giachi (Pd) ha ricordato che “la Regione Toscana non ha il potere di chiudere aeroporti” e che “il Vespucci dà lavoro a mille persone”.

Giovanni Galli (Lega) ha commentato che “adesso serve una spinta importante da parte del Pd e della Regione Toscana sulla questione aeroporto, altrimenti rischiamo di regalare passeggeri a Bologna”.

Elisa Tozzi (Lega) si è associata all’intervento di Galli sottolineando la necessità “di intervenire per guardare allo sviluppo della Toscana”

“Mi auguro che si parli di hub toscano e che non si ritorni indietro sulle scelte fatte – ha dichiarato Marco Stella (Fi) – altrimenti si farebbe un danno incredibile all’economia regionale”.

Andrea Vannucci (Pd) ha criticato “il fatto che si sia realizzato un film lontano dalla realtà”. “Capisco la polemica politica – ha detto – ma bisogna attenersi ai fatti”.

Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha ribadito “che i fatti sono i seguenti: nella scorsa legislatura la Regione ha creato un’unica società e un unico sistema aeroportuale, che ha permesso di riportare il sistema toscano tra gli 11 aeroporti strategici in Italia; i finanziamenti per l’aeroporto sono arrivati dai governi di centrosinistra, mai da quelli di centrodestra”.


Noferi (M5S): "Nessuno potrà più dire che era all’oscuro"

Nel caso dell’aeroporto di Firenze, nessuna delle prescrizioni per le mitigazioni dell’inquinamento atmosferico e acustico previste dal Decreto VIA 676/2003 è mai stata attuata e la popolazione da anni subisce gli effetti di uno sviluppo aeroportuale senza controlli né limitazioni da parte degli organi preposti a far rispettare l’osservazione dei limiti di Legge (ndr. La Regione Toscana).

Da anni mi sto occupando di questa questione ma soprattutto negli ultimi mesi, le mie ricerche si sono concentrate sui documenti autorizzativi dell’attuale aeroporto Amerigo Vespucci; per questo a gennaio scorso ho chiesto chiarimenti alla Giunta (leggi qui il testo: https://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/crt/interrogazioni/11/IS0065.pdf ).

Gli assessori Marras e Monni nella loro risposta hanno candidamente affermato, forse senza rendersi nemmeno conto di cosa volesse significare sino in fondo, che il gestore dell’aeroporto non ha ottemperato alle prescrizioni dettate dalla Commissione VIA con il Decreto 676/2003 in quanto troppo onerose e che le prescrizioni sono decadute perché il gestore ha deciso di presentare un nuovo progetto (ndr. il Masterplan 2014-2029, che prevedeva la costruzione di un nuovo aeroporto nello stesso quadrante a nord-ovest della città di Firenze).

In virtù di questa scelta, secondo gli assessori, il gestore non ha richiesto nemmeno la conformazione urbanistica, che ricordiamo, è prevista per tutte le opere statali dal Decreto 383/1994.
Si da il caso che il Masterplan 2014-2019 per la costruzione del nuovo aeroporto sia stato bocciato da tutti i tribunali intervenuti ed è quindi decaduto ma, evidentemente, questa cosa deve essere sfuggita agli assessori.

Nel frattempo, dal Decreto VIA del 2003 e il tentativo di costruire il nuovo aeroporto, lo scalo fiorentino ha visto un notevole sviluppo, sia in numero di passeggeri, che di voli e opere infrastrutturali realizzate all’interno dello stesso sedime aeroportuale.
Non mancano certamente le prove per poter sostenere questa tesi; se non bastassero le numerose (e improvvide) dichiarazioni dei rappresentanti del Gestore si potrebbe facilmente consultare le statistiche di Asso Aeroporti ( https://assaeroporti.com/dati-annuali/ ) secondo le quali si è passati da 1.521.272 di passeggeri nell’anno 2000 ai 2.874.233 passeggeri nell’anno 2019.

Si trovano facilmente notizie quando nel 1993 fu inaugurato il nuovo hangar della Meridiana, né si può ignorare che sono state realizzate la nuova torre di controllo, la nuova palazzina arrivi/partenze, la nuova stazione di polizia, la nuova sede dei VV.F. Tutte infrastrutture che testimoniano la realizzazione, anche se parziale, delle opere dichiarate nel progetto di sviluppo che arrivava fino al 2010 ma, che proprio in virtù del Decreto 383/1994, devono essere corredate di certificato di conformità urbanistica (ndr. che non c’è!)

Dalla consultazione del prezioso archivio on-line dell’associazione VAS, sempre in prima linea nel far valere i diritti dei sorvolati e dei trasportati, ho potuto leggere una lettera che a gennaio 2018 la Direzione Generale Valutazioni Ambientali del MATTM per tramite del Direttore Generale Giuseppe Lo Presti, dichiara: “Il ricorso straordinario non ha mai sospeso gli effetti del Decreto VIA 676 del 2003 sul Piano Generale di Sviluppo dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze, pertanto le prescrizioni ivi contenute hanno sempre mantenuto la loro efficacia precettiva relativamente a detto progetto. Tuttavia non risulta agli atti della Scrivente che l’allora Società A.d.F. (oggi Toscana Aeroporti S.p.a.) abbia realizzato le opere oggetto del suddetto Decreto…”
Nessuna verifica ispettiva da parte del Ministero competente è però mai stata fatta per appurare se le opere elencate a pagina 2 del parere n.549/2003 della Commissione Tecnica per la Valutazione Ambientale, parte integrante del Decreto Interministeriale di VIA 676/2003, fossero state o meno mai realizzate, eppure sono lì sotto gli occhi di tutti.

Il gestore aeroportuale, nel silenzio generale delle Istituzioni locali, ha quindi scelto quali opere realizzare fra quelle presentate nel progetto di sviluppo 2010, nonostante la realizzazione di opere parziali sia vietata dalle regole dell’Unione Europea che non prevedono la possibilità di realizzare parte delle opere attuando solo alcune prescrizioni (Art.2, comma 1, Direttiva 85/337).

Pochissimi giorni fa, esattamente il 9 aprile 2021, il colpo di scena: il Ministero della Transizione Ecologica, tramite il Direttore Generale Oliviero Montanaro, in una lettera inviata per conoscenza anche alla Regione Toscana, ribadisce in modo inequivocabile che non esiste nessuna legge con la quale il Ministero possa dispensare il gestore dall’ottemperare quanto disposto dal Decreto VIA 676/2003, confutando in questo modo le affermazioni degli assessori regionali Monni e Marras.

Il Ministero della Transizione Ecologica ha ributtato sul tavolo il problema principale: chi ha permesso e perché, che i cittadini delle frazioni di Brozzi, Peretola e Quaracchi siano stati esposti per anni a livelli insostenibili di rumori a tutte le ore del giorno e della notte oltre che a gravissimi rischi? Perché ci si ostina a mantenere aperto questo aeroporto?

Italia Viva: "Atto dei 5 Stelle determinerebbe il licenziamento di centinaia di lavoratori"

“Irricevibile la proposta del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale per la chiusura definitiva dell’Aeroporto di Firenze.  Non solo abbiamo votato convintamente contro, ma siamo perfino a favore della costruzione della nuova pista e dello sviluppo di Peretola, ieri come oggi”.

A dirlo i Consiglieri regionali di Italia Viva, Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci, sulla mozione presentata dai pentastellati nella seduta odierna dell’Aula.

“L’aeroporto è strategico e anche necessario per la mobilità, per le imprese, per il sistema regionale dei trasporti – ha detto Maurizio Sguanci nel suo intervento -. Un hub determinante, anche per il mantenimento di centinaia di posti di lavoro, su cui questo Consiglio regionale deve mantenere fede agli impegni presi e portare avanti la modifica della pista. Sono tredici anni che si parla dell'aeroporto di Firenze in modo concreto. Se ne parlava da cinquant'anni in modo solo ideologico. Adesso siamo vicini al miglioramento dell'aeroporto di Firenze, alla possibilità di dare maggiore benessere a 45mila fiorentini, gli abitanti di Quaracchi, di Brozzi, dl Peretola che da decenni soffrono per l'inquinamento acustico. La nuova pista di almeno 2.100 metri darà la possibilità a Firenze – continua Sguanci - di raggiungere luoghi di grande interesse, anche economico. Mentre la rimodulazione dell’aeroporto non avrà impatto sui comuni contermini, chi è contrario forse lo è per motivi di sviluppo urbanistici propri. La Toscana non può essere miope ma deve ragionare su scala regionale”.

Per il capogruppo Stefano Scaramelli la chiusura dell’attuale scalo di Firenze “non porterebbe vantaggio a nessuno, non certo a Pisa, né alla Toscana, ma all’aeroporto di Bologna. Determinerebbe il licenziamento immediato di molti lavoratori, già stremati dalla cassa integrazione, alla cui sofferenza offriamo il nostro sostegno. Sono anche questi lavoratori – continua Scaramelli – la ragione per cui ci batteremo sempre per il sostegno del sistema aeroportuale toscano”.

Sull’aspetto legato al lavoro e all’indotto che l’aeroporto di Firenze crea, Sguanci sottolinea: “la creatività del Movimento Cinque Stelle che solo pochi mesi fa, novembre 2020, si prodigava per il diritto alla mobilità, la ripresa dell’attività aeroportuale, le centinaia di lavoratori che vi operano e oggi vorrebbe definitivamente chiuderlo”.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

torna a inizio pagina