Senza entrare nel merito delle indagini che sono tutt’ora in corso, la nostra Associazione non può che mostrarsi preoccupata rispetto a quanto viene pubblicato in questi giorni sugli organi di stampa, riferito al presunto smaltimento abusivo di circa8.000 tonnellate di rifiuti contaminati e sotterrati lungo la Strada regionale 429, nonché dei presunti intrecci tra imprenditoria, politica ed ecomafie.
Se quanto in indagine fosse confermato, si tratterebbe di un evento del tutto assimilabile alla tragicamente famosa“Terra dei Fuochi”,oltretutto con infiltrazioni della ‘ndrangeta che lasciano presupporre una stretta connessione con questa famigerata organizzazione criminale. Un dato è certo: da sempre la malavita organizzata è interessata al traffico illegale di rifiuti,che rappresenta spesso il proprio core-business, intrecciandosi con gruppi industriali e manifatturieri, interessati a trovare “vie facili ed economiche”, quindi illegali, per smaltire i propri scarti, specialmente in terra di Toscana che , dopo Campania, Puglia, Sicilia e Calabria risulta tra le regioni a maggior infiltrazione mafiosa nel campo dei reatiambientali.
E questo avviene fatalmente ai danni della collettività, perché poi quei rifiuti da qualche parte devono essere smaltiti. Ci sono pagine intere di relazioni della Commissione Antimafia che ce ne parlano. Non siamo quindi meravigliati in assoluto, ma decisamente preoccupati che questo avvenga anche nella nostra Regione. E’ quindi più che mai necessario che la politica non solo prenda ovviamente le distanze da questo sistema, ma che metta in pratica tutto quanto si renda necessario per la tutela e la bonifica di siti ambientali compromessi e per la corretta e completa gestione del ciclo di trattamento dei rifiuti,in primis quelli speciali.
E’ altresì fondamentale potenziare, sia dal punto di vista delle risorse economiche che umane, l’ARPAT(che, negli ultimi anni, è stato spesso messo in discussione); redigere un nuovo piano regionale dei rifiuti, uscendo dalla logica emergenziale e di deroghe degli impianti attuali, un piano che, va da sé, escluda del tutto il ricorso agli inceneritori (importanti, in questo senso, le recenti dichiarazioni dell’Assessore Monni). Per concludere, anche le vicende giudiziarie di questi giorni devono quindi essere di monito e di stimolo affinchè la Regione metta ordine all’intero sistema di gestione dei rifiuti.
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