Consiglio regionale, iniziano i lavori della commissione d'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose

Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio della Toscana

Si è insediata questo pomeriggio, lunedì 17 maggio, la commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata in Toscana. È stata eletta presidente Elena Meini (Lega), vicepresidente Lucia De Robertis (Pd), vicepresidente segretario Maurizio Sguanci (Italia Viva). La votazione, palese, è stata espressa dopo la presentazione di una sola lista annunciata da Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia). Presidente e ufficio di presidenza hanno incassato il solo voto contrario di Irene Galletti (Movimento 5 stelle). Una scelta “non sulle persone ma sul metodo”, ha spiegato la capogruppo, lamentando, “ancora una volta” il “mancato coinvolgimento del Movimento” nel confronto con le opposizioni.

A spiegare compiti e obiettivi della commissione d’inchiesta, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: “Servirà a verificare, attraverso una scrupolosa azione di indagine su quello che è di competenza regionale, se vi sono pratiche da eliminare, cambiare o migliorare e se vi sono azioni positive ulteriori, rispetto a quelle realizzate in questi anni, da valorizzare sempre di più al fine di garantire che la convivenza sociale ed economica della nostra regione sviluppi tutti gli anticorpi necessari a eliminare fin dal suo primo insorgere ogni possibile virus mafioso”.

“La decisione di dare avvio a questa commissione d’inchiesta – ha spiegato Mazzeo in apertura di lavori – è stata assunta in maniera collegiale e unanime”. “Su questioni come la ricerca della legalità e della trasparenza non è possibile alcuna divisione né partitica né fra maggioranza e opposizione. Il nostro obiettivo è stato, una volta deliberata la costituzione di questa commissione, farla partire più velocemente possibile e questo assume ancora maggior valore in un momento come questo a fronte della recente inchiesta della magistratura a cui ancora una volta confermiamo tutto il nostro sostegno e la richiesta di svolgere presto e bene il proprio lavoro”. “C’è – ha concluso il presidente – una necessità forte, che sentiamo comune, di combattere tutti insieme contro ogni tentativo di infiltrazione mafiosa nella società e nell’economia toscana, un concetto che vale ancora di più a fronte della crisi economica e sociale che si è generata con la pandemia e delle difficoltà che vivono tante realtà del nostro tessuto economico e produttivo”.

“Questa commissione appartiene a tutti i toscani. Il mio compito sarà quello di fare da collante con associazioni, prefetti e tutti coloro che vorranno essere ascoltati”, ha dichiarato la presidente Meini al termine della votazione. “C’è molta attesa su quello che faremo e il nostro compito sarà vigilare sul passato, ma anche offrire proposte serie e concrete per il futuro”.

Fanno parte della commissione anche i consiglieri Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), Irene Galletti (Movimento 5 Stelle) e Marco Stella (Forza Italia).

La commissione d’Inchiesta, sempre come previsto dal regolamento, avrà per ogni eventuale decisione un voto ponderato corrispondente alla consistenza numerica del gruppo di appartenenza.

Capecchi (FdI): "Faremo chiarezza"

“Oggi è partita la commissione d’inchiesta sullo scandalo 'keu', che dovrà far luce sulla vicenda che interessa il settore conciario di Santa Croce sull’Arno, lo smaltimento illecito di rifiuti e il presunto legame tra politica e gruppi di potere”. È quanto afferma il consigliere regionale FdI Alessandro Capecchi al termine dell'insediamento della commissione d'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata in Toscana.

“Troppi i silenzi sul tema, troppo si è rischiato a discapito dei cittadini e dell'ambiente – continua Capecchi -. Nessun intento di criminalizzare un settore importante come il conciario toscano, il cui fatturato complessivo incide per il 28% del totale nazionale e si caratterizza per l'artigianalità delle produzioni, destinate soprattutto all'alta moda. Quello che vogliamo è che venga fatta chiarezza una volta per tutte sulle infiltrazioni mafiose e vogliamo riportare la politica sana e priva di pressioni esterne al centro del dibattito”.

“Adesso si aprono i lavori della commissione per i quali richiederemo la collaborazione delle associazioni di categoria e ambientaliste e soprattutto seguiremo gli esiti dell'inchiesta aperta dalla procura di Firenze. L'auspicio è di fare un buon lavoro nell'interesse di tutti i Toscani, per una terra più libera da restituire ai nostri figli, meno inquinata e volta allo sviluppo”, conclude il consigliere FdI.

Voto contrario del M5S, Galletti: "Presidenza alla Lega, ma la maggioranza controlla la Commissione"

“Dell’intero arco politico consiliare, l’unico gruppo tenuto a margine nel processo di decisione per la composizione dell’Ufficio di Presidenza della Commissione che indagherà sull'inchiesta Keu e sul fenomeno delle infiltrazioni criminali nella nostra regione, è quello del Movimento 5 Stelle, da qui il nostro voto contrario. Curioso, considerato il fatto che siamo l’unico gruppo politico che non ha preso contributi elettorali dal settore delle concerie e che quindi, più degli altri, poteva garantire la necessaria distanza dai fatti e una conduzione senza obiezioni di opportunità politica.”

Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle e neo commissaria della Commissione di Inchiesta sullo scandalo degli smaltimenti illeciti nel distretto del cuoio.

“Al netto di quando detto - sostiene la Capogruppo M5S - sarà importante condurre questa Commissione su due filoni: quello della mappatura ambientale, per tracciare i luoghi toccati dalle attività illecite di smaltimento, anche negli anni precedenti all’inchiesta, e fornire un valido strumento di indagine all’Assessorato dell’Ambiente. In secondo luogo servirà un’accurata analisi degli strumenti con i quali il Consiglio e la Giunta hanno svolto finora attività di prevenzione dei fenomeni di illiceità, oltre che sulle garanzie di trasparenza.”

“C'è da dire che il contributo del mondo accademico e delle associazioni che si occupano di legalità, come ad esempio la Fondazione Caponnetto che molto si è spesa su questo tema negli anni scorsi, era già arrivato nel 2018 all’interno della Commissione di Inchiesta sui rifiuti e sulle discariche sotto sequestro, presieduta dal Movimento 5 Stelle: la prima domanda che farò sarà sul perché quel campanello d’allarme è rimasto inascoltato”.

“Un ultimo fatto singolare da segnalare - rileva Galletti - è che sebbene la Presidenza della Commissione sia andata al gruppo della Lega, il Partito Democratico e Italia Viva detengono le due vicepresidenze: la maggioranza, di fatto, mantiene il controllo della Commissione. A tutti auguro comunque un buon lavoro, perché in questo momento ce n’è veramente bisogno.”

Meini (Lega): "Doveroso che pure la politica indaghi"

“Se la politica ha, in qualche modo, aiutato il malaffare a radicarsi in Toscana-afferma Elena Meini, Consigliere regionale della Lega e neo-Presidente della Commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose-è doveroso che la stessa abbia la possibilità di approfondire questa delicata e rilevante tematica.” “Lungi dal sostituirsi alla Magistratura-prosegue il Presidente-è però necessario che se vi sono state delle irregolarità da parte di qualche esponente politico, una Commissione consiliare ad hoc abbia, dunque, la possibilità di verificare la realtà dei fatti.” “Da parte nostra-precisa la rappresentante della Lega-saremo molto propositivi e daremo, pertanto, il nostro fattivo contributo, auspicando, altresì, la massima collaborazione da parte dei vari componenti della Commissione.”

“Vogliamo-sottolinea il Consigliere-che la Commissione sia di tutti i toscani e non solo espressione del Consiglio regionale.” “Ovviamente-insiste Elena Meini-prenderemo in debita considerazione i risvolti dell’inchiesta “KEU” da cui nasce l’esigenza di questo organo speciale, ma naturalmente amplieremo il più possibile il raggio d’azione, perché come rivelato dalla stessa Dia, il grave fenomeno criminale appare, come detto, purtroppo, abbastanza diffuso nella nostra Regione.” “Il nostro tessuto sociale-conclude il Presidente-è peraltro solido e resistente alle infiltrazioni; c’è un lavoro svolto negli anni sul piano informativo ed educativo che va rafforzato e valorizzato. Le nostre aziende sono messe a dura prova dalla crisi e dobbiamo sostenerle, affinché le mafie non riescano a sfruttare l’attuale condizione di palese fragilità.”

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa



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