Variante della tramvia al centro storico fiorentino, i dubbi di FdI

Jacopo Cellai

"Leggiamo oggi su tutti i quotidiani che siamo alle battute finali per partire con i lavori della cosiddetta VACS, la variante della tramvia al centro storico, appena espletata la fase di affidamento e aggiudicazione dei lavori".

Sono le dichiarazioni del consigliere di Fratelli d'Italia Jacopo Cellai insieme al capogruppo Alessandro Draghi.

Indipendentemente da quello che decideremmo noi rispetto alle scelte sulle future tramvie (per noi l’utilizzo dei viali di circonvallazione in superficie e sede propria è un grave errore), è necessario essere concreti e realisti. Tre linee di tramvia esistono già oggi e le altre erano previste nel programma del centrosinistra che ha vinto le elezioni. La discussione però sta nel quando e nel come".

"Il quando significa discutere innanzitutto l’ordine di realizzazione delle linee privilegiando, secondo la logica del tram, quelle zone e quei bacini di utenza residenziali o di scambio (cioè dove i lavoratori dovrebbero lasciare la propria auto per prendere poi il mezzo pubblico) ad oggi privi di collegamento. Non sarebbe allora più opportuno realizzare prima il collegamento con San Donnino/le Piagge e quello con viale Europa/Bagno a Ripoli e soltanto dopo valutare l’utilità e la funzionalità di piazza San Marco?".

"Il come riguarda le modalità. Dopo anni di polemiche sui fili di piazza Stazione portiamo in centro lo stesso modello. Con meno pali ok, ma riempiendo comunque di fili via Cavour e dovendo comunque mettere alcuni pali su via La Pira - via La Marmora all’altezza del giardino botanico dove non è possibile fare l’ancoraggio agli edifici. Togliendo circa 100 posti di sosta senza recuperarne neppure uno con l’ennesimo svantaggio per la residenza tanto difesa a chiacchiere dal Pd. Perché non vincolare l’eventuale realizzazione della tratta di San Marco all’impiego esclusivo del tram a batteria, senza pali e fili, se è già previsto per alcuni tratti della linea diretta a Bagno a Ripoli?"

"Senza contare che la fermata a San Marco è monca, nel senso che non ha continuità verso piazza Duomo ma torna indietro parallelamente a via Cavour. Se una persona viene dall’Isolotto, ad esempio, e deve andare in piazza Duomo cosa sceglierà di fare? Scendere alla Stazione e fare 5 minuti a piedi o fare altre 5 fermate di tram per arrivare in San Marco e fare comunque un tratto a piedi ?"

"La scelta di San Marco merita un approfondimento politico adeguato, una pronuncia anche culturale della città e un’informazione ai cittadini residenti interessati che ad oggi è stata pressoché nulla".

Fonte: Ufficio Stampa

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