Tangenti per appalti su lavori in somma urgenza, arresti a Uzzano e Pescia

La questura di Pistoia

Su ordine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pistoia, la Squadra Mobile di Pistoia, con il supporto operativo di personale degli altri uffici della Questura, di varie Squadre Mobili del Territorio Nazionale e del Reparto Prevenzione Crimine “Toscana”, ha eseguito numerose misure cautelari personali e reali, nell’ambito di un’articolata attività d’indagine riguardante reati contro la Pubblica Amministrazione.

Sono state eseguite misure cautelari personali della Custodia Cautelare in Carcere, degli Arresti Domiciliari con braccialetto elettronico e dell’Obbligo di Dimora.

Nel corso dell’operazione si è inoltre proceduto ad eseguire il sequestro preventivo ai fini della confisca di beni liquidi e di valore, a carico degli indagati sottoposti a misura cautelare personale.

Parallelamente all’esecuzione delle citate misure cautelari gli investigatori della polizia di Stato hanno eseguito anche decreti di perquisizione emessi dalla Procura della repubblica di Pistoia.

Tangenti per appalti su lavori in somma urgenza, l'operazione

Sono 42 le persone indagate tra Toscana ed Emilia Romagna, 19 le misure cautelari totali: 8 in carcere, 3 ai domiciliari con braccialetto elettronico, 8 obblighi di dimora. Le attività della squadra mobile di Pistoia sono partite da due comuni della Valdinievole, Uzzano e Pescia, e sono proseguite per due anni. La parte politica, spiega il procuratore, è stata collaborativa e non ci sono stati accertamenti penali in questo senso. Anzi, ha portato informazioni utilissime ai fini delle indagini.

Le misure cautelari hanno riguardato due funzionari dei comuni di Uzzano e Pescia, che all'epoca dei fatti erano responsabili dell'ufficio tecnico, responsabili di società di costruzioni e vari intermediari.

Il presunto giro di tangenti coinvolte un faccendiere, due funzionari comunali e varie imprese compiacenti. Gli appalti venivano pilotati per lavori stradali, ripristino dopo frane e lavori cimiteriali.

"Il giro di tangenti funzionava con un meccanismo collaudato - ha spiegato il procuratore Tommaso Coletta -. Ci si accorda tra pubblico ufficiale che intende inserirsi nella compagine criminosa, intermediario faccendiere delle imprese che corrompevano per avere lavori dal Comune e poi imprese compiacenti che si prestavano a offrire ribassi pilotati in modo da indirizzare poi la gara verso un'unica impresa che sarebbe stata poi quella che avrebbe vinto".

Il sequestro preventivo ha riguardato vari beni e sono stati rinvenuti contanti per circa 266mila euro, all'interno di una cassaforte nella casa di uno degli indagati.

L'inchiesta è stata denominata 'Coffee break' perché la frase in codice tra le persone coinvolte nell'indagine per concludere gli affari, era "vediamoci per un caffè".



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