'Ai Margini', nuovo progetto alla Fornace Pasquinucci

Cogliere la natura dai margini vuol dire creare una provocazione dello sguardo e anche un sovvertimento dell’ordine gerarchico, valoriale, prestabilito.

Il progetto 'Ai Margini' che prende corpo alla Fornace Pasquinucci di Capraia fiorentina sabato 16 ottobre (ore 17.30), a cura di Maria Francesca Pepi, si sviluppa intorno alla poetica della visione, per restituire alla natura una sua soggettività, esplorando ciò che rimane fuori campo rispetto alle logiche della produzione e dei consumi, con vitalità inesplorate, instanze proprie, dense di storie capaci di fascinazione.

Il programma vede convergere una pluralità di linguaggi, dalla fotografia alla pittura, dalla ceramica al video, dall’installazione alla musica, con la partecipazione delle artiste visive Dania Gennai, Federica Gonnelli, Caterina Sbrana ed Elisabetta Scarpini e con performance musicali di Paolo Scali e del gruppo Lights, formato da Dario Baldini, Luca Chichi e Gianni Paci.

Lo spazio accogliente della Fornace Pasquinucci sarà messo a nudo da un allestimento spiazzante, minimalista che, rifuggendo dall’horror vacui, invita piuttosto il visitatore a conquistare l’incontro seducente con l’opera e il mistero di alterità che racchiude.

“Lo sguardo non è neutro, la visione è culturale. Verso cosa si indirizza lo sguardo? Che cosa vediamo o non vediamo?” Il progetto si sviluppa a partire da queste riflessioni, sottolineate già da Carla Subrizi nel suo libro sulle donne artiste e la politica dello sguardo (2012).

Ciò che è raccolto, prelevato dallo sguardo dell’artista, che lo offre a quello dell’interlocutore, è un elemento minimale, ma denso di energie. E’ una natura non ‘addomesticata’, che ci circonda rimanendo apparentemente inerte sullo ‘sfondo’ delle nostre azioni quotidiane, abitando il rimosso alla vista e alla psiche.

La vegetazione naturale è catturata nelle fotografie meditative e pittoriche di Dania Gennai che sembrano mantenerne il respiro, nello strabordare dalle forme preordinate. Quasi epifanie mitologiche del divino, queste entità non educate dall’umano ricordano un tempo sospeso, abitato da Pan e Dioniso e il taglio visivo, letterario e cinematografico di Pasolini, di Wenders, che indugia liricamente sul dettaglio.

Sull’universo di piccoli insetti operosi e sulle cristalline geometrie da cui è attirato il loro istinto si è soffermata con un video e una serie raffinatissima di carte bianche, intrise di materia, Federica Gonnelli che, ancora attraverso la carta, questa volta attraversata da un magnifico blu turchese, ci invita a ripercorrere il fiume risalendo dalla foce alla sorgente, a ritroso, per non addomesticare lo sguardo.

Ispirandosi alla natura del luogo che ci ospita, l’antica fornace dove erano convogliate le argille locali per la lavorazione delle terracotte, Caterina Sbrana presenta due suggestive opere in ceramica. La prima riflette il mistero dell’esistenza evocato dal cielo specchiato nella pozzanghera vicino al ‘grande occhio’, la finestra circolare che si affaccia sull’Arno. Nell’altro lavoro cattura attraverso l’impronta permanente della natura e della vita riconsegnata alla terra.

Elisabetta Scarpini si muove su due piani, quello del conscio e quello dell’inconscio. Moduli fotografici accompagnati dalla lettura di una poesia raccolgono “Ciò che resta” del nostro passare, interagendo con la stratificazione della memoria dei luoghi. Nell’altro intervento morbide entità impreziosite da ricami sembrano affiorare come funghi, muffe, licheni, il nostro spazio vitale. Sono proiezioni dell’inconscio?

“Agendo sull’immaginazione -affermava Hillman- partecipiamo alla natura dentro di noi. […] Paradossalmente le pulsioni più naturali sono non naturali e la più istintualmente concreta delle nostre esperienze è immaginale. E’ come se l’esistenza umana, persino al suo livello vitale di base, fosse una metafora”.

A concludere idealmente il percorso della mostra, sabato 30 ottobre (ore 17.30), sarà la violoncellista italo-britannica Georgia Morse, accompagnata da una video-documentazione che cattura il respiro del bosco.

La mostra è visitabile nei seguenti orari: dal giovedì alla domenica ore 17>19.

Tutte le visite devono seguire le norme anticovid.

Fonte: Comune di Capraia e Limite - Ufficio stampa



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