"Cent'anni di memorie", mostra a Prato nel centenario del Milite Ignoto

In occasione del centenario della tumulazione del Milite Ignoto, ieri pomeriggio alle ore 17.00 si è tenuta presso il Palazzo della Prefettura la cerimonia di inaugurazione della mostra “Cent’anni di memorie”, organizzata dalla Federazione provinciale dell’Istituto Nastro Azzurro, d’intesa con la stessa Prefettura, alla quale hanno partecipato numerose Autorità civili, militari e religiose.

Dopo l’ascolto dell’Inno nazionale, la cerimonia ha avuto inizio con l’indirizzo di saluto del Prefetto Adriana Cogode, che ha ricordato che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di inizio anno, ha evocato l’approssimarsi di questa ricorrenza, definendola, insieme ad altre date simbolo del 2021, come “tappe delle nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad un’unità che non è soltanto di territorio”

Il Prefetto ha proseguito il suo intervento, evidenziando come le parole del Presidente della Repubblica facciano emergere immediatamente “che il passaggio storico che celebriamo ha costituito un tassello essenziale nel percorso di costruzione dell’identità nazionale. Della nostra identità è, infatti, componente indispensabile e, potremo anche dire, dato genetico e momento fondativo, il riconoscimento del valore del sacrificio, di tutti coloro che hanno lottato per il proprio Paese e che ancora oggi rischiano anche drammaticamente la propria vita per combattere i pericoli della sopraffazione e della violenza, per tutelare le libertà custodite dalla Costituzione”.

Il Prefetto, nel richiamare poi l’altissimo valore simbolico rappresentato dal Milite Ignoto, ha aggiunto che “nel suo viaggio verso Roma, il Soldato dall’identità sconosciuta ha tracciato l’immagine di un ritorno alla nostra Capitale, alla memoria dell’Unità nazionale, al significato di un lutto che da personale e familiare diventa collettivo: il lutto dell’umanità calpestata e umiliata nelle perdite e nel dolore dalla guerra poi ripudiata dall’art. 11 della nostra Carta costituzionale. Il Milite ignoto tumulato nell’Altare della patria diventa l’icona di una morte di massa che però, pur nell’anonimato, rappresenta l’identità di ciascuno di quei soldati, la loro individualità, fatta di sentimenti e di ambizioni, di forza e di coraggio ed, infine, la loro fragilità, come ricorda Ungaretti nella sua poesia dal titolo “Soldati”.

Sono stati, inoltre, rivolti indirizzi di saluto dal Vice-presidente della Provincia di Prato, Giovanni Morganti, che ha sottolineato l’importanza delle celebrazioni in onore del Milite ignoto, simbolo dell’Unità nazionale, fondata sulla libertà e sulla democrazia, e dal Sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che ha rimarcato l’inestimabile valore storico della ricorrenza e della figura del Soldato dall’identità sconosciuta, facendo presente che, in virtù di ciò, il Consiglio comunale della Città di Prato ha deciso all’unanimità di conferirgli la cittadinanza onoraria in occasione del centesimo anniversario.

Ha preso poi la parola il Cav. Giorgio Lavorini, Presidente della Federazione Provinciale di Prato dell’Istituto del Nastro Azzurro, che ha compiuto un breve excursus sui fatti storici che hanno portato alla nascita della giornata della memoria in onore del Milite ignoto.

Al termine dei saluti, Pietro Alberto Lucchetti, Consigliere della Segreteria della Presidenza della Repubblica, ha tenuto il suo intervento. Nel fare una panoramica complessiva della realtà storica del territorio pratese e della sua vocazione al lavoro e alla produttività, ha ricordato che il primo conflitto mondiale ha causato, nella Provincia di Prato, circa 171 orfani, dato numerico che denota la tragicità di quel periodo storico “segnato da tanti episodi di eroismo, tutti diseguali e tutti, allo stesso modo straordinari, perché compiuti da persone del tutto normali e ordinarie, che hanno difeso l’Italia e consegnato alle generazioni future un Paese più libero e democratico”. Ha poi sottolineato che la ricchezza della democrazia è costituita in buona parte dalla cultura ed in particolare dalla “cultura della Storia, rappresentata in questa cerimonia inaugurale dalla memoria e dal ricordo del Milite Ignoto, simbolo di eroico sacrificio”. Ha compiuto, infine, un richiamo all’art. 11 della Carta costituzionale che stabilisce che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, motivo per il quale “il nostro Ministro, non è più il Ministro della Guerra, ma quello della Difesa e le nostre Forze, non sono più Forze di guerra, ma di peace keeping. Adesso quei soldati caduti nei conflitti bellici possono riposare in pace, perché il nostro tricolore è una bandiera di pace, che propaga la pace e crede in essa”.

La cerimonia si è poi conclusa con l’illustrazione della mostra da parte di Lorenzo Caciolli, Vice-presidente della Federazione provinciale di Prato del Nastro Azzurro.

Fonte: Prefettura di Prato



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