Cassiera reagisce al ladro che le spara, il tribunale le nega il risarcimento

L'aggiornamento della vicenda, due anni dopo la pubblicazione dell'articolo. Ritorniamo sulla vicenda, per sottolineare le motivazioni del mancato risarcimento. Come emerso dal fact-checking pubblicato da Open in data 6 dicembre 2023, che entra nel merito della sentenza, il caso non riguardava una richiesta di risarcimento al rapinatore, che gonews.it non ha riportato, ma al datore di lavoro. Di fronte alle evidenze riscontrate, riporta il quotidiano online, non è stato concesso il risarcimento in quanto il comportamento della cassiera non aveva rispettato la procedura aziendale denominata "Gestione eventi criminosi", attivata dalla società e condivisa ai lavoratori, per garantirne la sicurezza in caso di eventi delittuosi e che contro i furti, prevedeva il rimborso tramite assicurazione, detratta la franchigia. Dunque la sentenza, viene sottolineato, non aveva nulla a che fare con il rapinatore contrariamente a quanto diffuso nel tempo via social, ma il risarcimento da parte del datore di lavoro è mancato per l'inosservanza delle indicazioni aziendali su come comportarsi in caso di furti. La sentenza e il giudice non hanno tutelato in alcun modo il rapinatore, non chiamato in causa.


Ha inveito contro il rapinatore, ha mimato il gesto di tirargli qualcosa e il ladro le ha sparato. Però il comportamento 'aggressivo' della rapinata la porta addirittura a vedersi negare il risarcimento. Una cassiera 66enne di San Giuliano Terme la sera del 29 maggio 2014 a Lucca provò a fermare un malvivente che le sparò all'addome, ferendola gravemente e costringendola a venti giorni di ospedale, più altri nei mesi successivi.

Il tribunale civile di Lucca ha respinto la richiesta di risarcimento danni (250mila euro) presentata dalla 66enne contro Penny Market, il supermarket dove lavorava. Il tribunale ha motivato la decisione col comportamento della cassiera, andato oltre il dovuto in quella rapina. La politica aziendale è di non prendere iniziative in casi del genere e quindi ciò che fece la sangiulianese fu una scelta autonoma e 'aggressiva', come riporta Il Tirreno.

"Dal tribunale di Lucca una sentenza quantomeno paradossale. Ad essere stato aggressivo non è stato il rapinatore a mano armata che le sparò, ma la cassiera di San Giuliano Terme, dipendente del supermarket di Pontetetto dov'è avvenuto il fatto, per aver inveito contro di lui. Per il giudice, è la donna ad aver provocato l'ira del malvivente a tal punto da premere il grilletto. E ora dovrà essere lei a pagare 6mila euro di spese legale alla propria azienda. Roba da matti. Nel frattempo, del rapinatore nessuna traccia, mentre la vera vittima è finita all'ospedale con 200 pallini in corpo. Inutile poi stupirsi se i cittadini chiedono, a gran voce e da tempo, una riforma della Giustizia" così la deputata della Lega Donatella Legnaioli.



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