'Il Ciclone' compie 25 anni, Forconi: "Che ricordi, ogni giorno era una festa"

Sergio Forconi, attore cinematografico e teatrale, parla de 'Il Ciclone' a un quarto di secolo dall'uscita al cinema. Ce ne ha parlato tra aneddoti e ramato


Il ciclone, quando arriva, 'un è che t'avverte. Passa, piglia e porta via. E anche venticinque anni dopo continua a divertire un'intera regione, e non solo. Il 20 dicembre 1996 usciva nelle sale 'Il Ciclone', la commedia di Leonardo Pieraccioni che sbancò il botteghino e diventò una pietra miliare del cinema italiano. A distanza di un quarto di secolo non esiste persona toscana che non sappia a memoria qualche battuta del film: da 'Tappami Levante' a 'Piripi' al ramato di Sergio Forconi, ma si potrebbe continuare per ore.

Proprio Sergio Forconi ha svestito da poco i panni di Leonardo Da Vinci in 'Quel genio del mio amico' e, per gonews.it, ha rivestito quelli di Osvaldo Quarini, il babbo di Levante, Libero e Selvaggia. L'attore originario di San Casciano in Val di Pesa è una figura di spicco del teatro vernacolare toscano, ha lavorato anche con Monicelli, Benigni e Garrone.

Sergio Forconi è stato uno dei personaggi più amati e citati de 'Il Ciclone' e ha fatto con noi un tuffo nel passato, a venticinque anni fa. Per quei pochi che ancora non l'hanno visto, il film è disponibile su Netflix.

Che ricordi ha del set de 'Il Ciclone'?
Ho ricordi bellissimi, tutti i giorni era una festa. Ci siamo divertiti a fare quel film. Ricordo quel bel casolare nella campagna bellissima vicino a Laterina, erano splendidi anche i girasoli. Si creò un'atmosfera incredibile.

Come mai secondo lei quel film ha avuto così tanto successo?
Era un film fatto bene e scritto bene. Parlando con Pieraccioni negli anni a venire ci siamo detti che forse tante persone si sono riviste nei personaggi. Penso al mio ruolo, quello del babbo. Un babbo sui generis, che balla e dice di farsi le canne, ma che prova molto affetto per i figli. In tanti avrebbero voluto avere o comunque hanno avuto un babbo del genere. Ha tre figli di cui solo uno non è sopra le righe. Si vede bene il rapporto tra le generazioni e anche l'amore che c'è da parte del padre verso i figli, e viceversa, era naturale. Lo si vede bene in una scena.

Quale?
Quando siamo ad aspettare la Cometa. Ceccherini dice una battuta a bassa voce, io dico di andare a letto e lui comunque mi segue come fa un figlio normalmente. Quella scena è venuta fuori da sola. A rendere grande quel film ci hanno pensato espressioni e momenti così.

C'era spazio per l'improvvisazione?
Ogni attore ha messo del suo all'interno di ogni personaggio. Il copione però era già scritto ed era ben scritto. Abbiamo aggiunto degli sguardi e delle espressioni, che hanno caratterizzato personaggi fino a renderli ciò che vediamo da venticinque anni in quel film.

La sua battuta sul ramato è tuttora memorabile.
"Il ramato va dato un giorno sì e uno no...". E pensare che io sono nato in campagna ma non avevo genitori contadini, non me ne intendevo. Una volta dopo il film sono andato a San Casciano da un parente che mi ha preso da parte e ha detto "Se il ramato tu lo dai un giorno sì e uno no, tu bruci ogni 'osa!".

C'è un aneddoto particolare che può raccontarci?
Ce ne sarebbero a bizzeffe. Mi ricordo però la prima volta che noi attori abbiamo visto ballare Lorena Forteza sul tavolo, rimanemmo tutti estasiati.

'Il Ciclone' venticinque anni fa affrontava temi ancora oggi attuali, come l'omosessualità di Selvaggia e il coming out in famiglia.
Sì, vero. Ne parlai con Pieraccioni prima delle riprese. Mi chiese cosa ne pensavo e gli dissi "Sul personaggio di Selvaggia devi mantenere una linea dritta, senza scadere nella retorica". Lui fece così e venne fuori un personaggio fatto bene, interpretato alla grande da Barbara Enrichi, che non per niente vinse il David di Donatello quell'anno.

Pochi anni fa Elodie ha interpretato la canzone 'Ciclone' e nel video, ispirato al film, appare anche lei. Come è nata questa idea?
Venni contattato per interpretare il ruolo che avevo nel film. Se si esclude l'apparizione di Pieraccioni nei panni di se stesso alla fine del video, sono stato l'unico attore del film a essere nel videoclip. Per me è stata una bella soddisfazione rifare quel personaggio.

È anche un riconoscimento dell'importanza del film in Italia e non solo in Toscana?
Certamente, è pure quello.

Com'è rimasto il rapporto con gli altri attori venticinque anni dopo?
Con tanti ho lavorato anche dopo, con Pieraccioni ho fatto 'Il pesce innamorato' mentre con Ceccherini sono stato sul set di 'Pinocchio', giusto per citarne due. Il rapporto è molto buono. Con Ceccherini mi sono ritrovato anche sul palco in un evento ed è travolgente.

Un'ultima curiosità. Lei russa davvero come il suo personaggio ne 'Il Ciclone'?
No, faccio anche peggio. Infatti mia moglie ogni tanto mi dice "Magari tu russassi a quella maniera...".

Gianmarco Lotti



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