Discoteche chiuse, l'ira di un settore in ginocchio: "Sospesi solo noi"

Lo sfogo di Riccardo Tarantoli, presidente fiorentino e vicepresidente regionale di SILB-Fipe Confcommercio


Una pugnalata alle spalle. I professionisti del mondo dei locali da ballo commentano in questo modo la decisione del Governo di sospendere, con il Decreto Legge Festività approvato ieri, le attività delle discoteche fino al 31 gennaio.

Un fulmine a ciel sereno che brucia, anzi polverizza, speranze e sforzi dei locali per garantire lo svolgimento in sicurezza degli eventi programmati negli ultimi giorni del 2021 e (soprattutto) nel primo del 2022.

La decisione che abbiamo sentito ieri sera è una decisione che ci lascia basiti – tuona Riccardo Tarantoli, presidente fiorentino e vicepresidente regionale di SILB-Fipe Confcommercio –. Non ci aspettavamo una sospensione così a ridosso degli eventi e soprattutto così lunga, fino alla fine del prossimo mese. Una decisione che va contro anche alle indicazioni del Cts: il Comitato tecnico scientifico non aveva prospettato chiusure per i nostri locali, ma accesso condizionato a green pass rafforzato e tampone negativo. Il governo con questa decisione presa con l’unanimità delle forze politiche – attacca – ha invece optato per l’intransigenza, decisione che decreta il fallimento della gestione pandemica, perché se il certificato verde era nato per non far chiudere le imprese ma poi queste chiudono ugualmente, allora è chiaro che non ha funzionato. Così come si registra il fallimento dei vaccini, almeno per quanto riguarda la lotta ai contagi. Forse servono altre cure, visto che queste si sono rivelate insufficienti.

A ogni modo sembra che il governo abbia intenzione di tirare dritto anche a discapito di aziende come le nostre, che contano migliaia di dipendenti e sono le uniche a chiudere. Tutte le attività sono aperte: stadi, teatri, cinema, ma non le discoteche”.

Tarantoli, inoltre, spiega come sia al momento impossibile quantificare l’entità dei mancati guadagni attuali e delle perdite future, in quanto secondo lui la data del 31 gennaio è solo una tappa intermedia di una chiusura ben più duratura. “Saremo chiusi davvero solo un mese? Io credo che il 31 gennaio lo stato di emergenza sarà esteso fino al 31 marzo, e così pure la sospensione delle discoteche. Se ne riparlerà ad aprile, quindi. Non hanno dichiarato date lontane, perché sennò la gente sarebbe andata a manifestare in piazza. I nostri locali hanno già il 75% delle prenotazioni confermate per l’ultimo dell’anno; il governo mette in difficoltà titolari, dipendenti e clienti, ma non se ne cura visto che prende decisioni così drastiche da un giorno all’altro senza preavviso né confronto. Solo assenza di dialogo e imposizione”.

Imposizioni, conclude il presidente di SILB-Fipe Firenze - in linea con i timori espressi dal presidente nazionale Maurizio Pasca - che non faranno altro che spingere la gente a organizzare feste private: “Le persone andranno a ballare e festeggiare in abitazioni private o luoghi abusivi, senza alcuna misura di sicurezza".

Aldo Cursano (Confcommercio): “Aiuti alle imprese subito”

La severità dei provvedimenti attesta la gravità della situazione. E noi non possiamo che prenderne atto. Resta il fatto che per alcune attività, come per esempio le discoteche e quanti organizzano eventi e feste all’interno dei propri locali questo significa il tracollo totale. Ci sono investimenti e contratti difficilmente recuperabili, che si tradurranno in un bagno di sangue economico. Per questo, la prima richiesta che ci sentiamo di avanzare ora, senza entrare nel merito di valutazioni tecniche-scientifiche che non ci competono, è quella di prevedere immediate e adeguate misure economiche compensative che possano attenuare le disastrose ricadute di questa situazione sulle imprese”.

È stato questo il commento del presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano alle nuove misure anti Covid, prima ancora che il decreto Festività venisse approvato.

Gli imprenditori faranno con coscienza la loro parte, come stanno facendo ormai da quasi due anni, continuando ad adottare tutte le misure necessarie a rendere locali e negozi luoghi sicuri per la salute pubblica - prosegue Cursano - Abbiamo purtroppo capito che per uscire dall’incubo Covid il vaccino non basta, quindi chiediamo alla Regione Toscana di intensificare il suo impegno per potenziare il sistema del contact tracing e isolare subito i casi positivi, tenendo sotto controllo le future varianti. Non possiamo permetterci di bloccare un intero Paese come è già avvenuto in passato, abbiamo tutti gli strumenti per far convivere salute e lavoro. Utilizziamoli tutti!”.

Giovanni Gaeta



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