Troppi contagi, la riapertura delle scuole può slittare: "Ma si intervenga subito"

Gli interventi di Giani, Glaudio (Cisl), Rossi (Cgil) e Artini (Anp Toscana) sul possibile rinvio della riapertura delle scuole


Nemmeno il tempo di festeggiare l’anno nuovo, che la scuola si trova a fronteggiare l’ennesima emergenza. La befana, infatti, potrebbe portare in dono uno slittamento della riapertura delle scuole, fissata in Toscana a venerdì 7 gennaio.

Credo che ci sia ragionevolezza nelle parole di chi sostiene uno slittamento – ha dichiarato il presidente della Regione Eugenio Gianiperò preferisco non pronunciarmi se non prima di un confronto con gli altri governatori. È evidente che dipende molto dalla situazione epidemiologica che si verrà a creare di qui ai prossimi giorni. Le scuole ripartono il 7, ma per molte il rientro è previsto il 10. Sono sempre stato contrario alla Dad e ho sempre cercato la scuola in presenza, però se la situazione epidemiologica è questa è ragionevole che il governo decida uno slittamento di una o due settimane. Preferisco fare una valutazione alla luce dell'andamento epidemiologico dei prossimi giorni. La strada del rinvio della scuola – ha concluso Giani – mi sembra in questo momento, se permangono dati così alti, ragionevole. La trasmissione fra i bambini del contagio è uno degli elementi che fa salire i dati, e ancora tanti bambini dai 5 agli 11 anni si devono vaccinare, di conseguenza è una situazione che deve essere valutata anche per un possibile slittamento".

Cisl Scuola Firenze Prato: "Riapertura delle scuole, no a soluzioni ibride"

Il rinvio non deve servire a far passare l’ondata dei contagi – ha affermato Claudio Gaudio, segretario generale Cisl Scuola Firenze Pratoma ad approntare misure per contrastarla e incrementare la campagna vaccinale tra gli studenti, in particolare la fascia under 12 che risulta quella più esposta. Di sicuro, per quanto riguarda la didattica, siamo fortemente contrari a soluzioni ibride, con parte della classe che fa lezione in presenza e gli altri studenti che seguono la lezione in Dad. Abbiamo già visto lo scorso anno alle superiori che questa metodologia duale non funziona. A questo punto meglio mantenere le lezioni in Dad, almeno c’è uniformità di insegnamento”.

A questo proposito, per Gaudio sarebbe impensabile inoltre concepire una didattica in presenza destinata soltanto agli studenti vaccinati, non solo perché poco funzionale ma soprattutto perché “la scuola non è paragonabile a una discoteca che fa entrare solo chi ha il super green pass, e gli studenti non sono lavoratori il cui accesso a lavoro è dedicato al possesso del certificato verde. La scuola è una comunità e non può lasciare indietro nessuno. Senza contare che i presidi non avrebbero nemmeno il diritto di chiedere a un alunno se è vaccinato oppure no, perché è un dato sanitario sensibile; in questo modo però sarebbe palese chi ha ricevuto il vaccino”.

A ogni modo, il segretario Cisl ha confermato la necessità dell’obbligo vaccinale per gli studenti, i quali compongono la stragrande maggioranza del mondo scolastico: “Sarebbe inutile avere il 100% del personale scolastico vaccinato quando i ragazzi delle superiori sono fermi al 60% e gli alunni degli ordini inferiori registrano percentuali addirittura minori”.

Infine, Gaudio ha sottolineato le ataviche carenze strutturali, impianti di areazione in primis: “Nonostante il tempo e la necessità, non sono stati adeguati e né lo saranno, perché sono lavori lunghi. Se magari avessimo utilizzato risorse su questi, invece che sui banchi a rotelle… Un’altra incongruenza, infine, è legata ai trasporti: i ragazzi devono avere il super green pass per salire su un bus, ma per entrare in aula no. Non ha senso".

Fcl Cgil Firenze: "La scuola è stata di nuovo snobbata"

Deluso anche Emanuele Rossi, segretario generale Fcl Cgil Firenze. “Come l’anno scorso, a pochi giorni dalla ripresa il governo si è fatto prendere alla sprovvista. Che questo fosse il periodo in cui veniva registrato il picco di influenze si sapeva, e quindi si poteva prevedere che si sarebbe manifestato anche un picco di contagi. Serviva l’obbligo vaccinale sin da settembre, in modo da farci trovare pronti a questa ondata. Invece, di nuovo si erge un coro di voci contrapposte.

Domani – continua – è previsto un incontro al ministero dell’Istruzione proprio perché noi sindacati abbiamo chiesto chiarimenti sulla strada che prenderà il governo. Il presidente del consiglio ha sempre anteposto la didattica in presenza, ma vogliamo sapere quali accorgimenti saranno presi, visto che alla ripresa della scuola si rischia davvero che molti istituti rimangano chiusi a causa dei molti contagi e no vax sospesi tra il personale scolastico. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è improvvisazione continua e istituzionalizzare una discriminazione tra studenti vaccinati e non vaccinati, magari rendendo noti dati che fino a ieri erano considerati sensibili e intoccabili”.

Rossi inoltre teme che, una volta che il governo abbia definito la propria linea d’azione, ogni regione poi agisca autonomamente nel decidere in merito al rientro a scuola, generando una situazione a macchia di leopardo che getterebbe ancora più in confusione.

Quello che rimane è l’impreparazione del governo di fronte a questa impennata di contagi e la sua volontà nel non investire sulla scuola. In questo senso va letta la rinuncia al potenziamento dei tracciamenti optando di far rimanere a casa i ragazzi. Se non altro, grazie allo sciopero del 10 dicembre, il personale dell’organico Covid è stato prorogato. Tuttavia rimane il fatto che il governo già a settembre aveva tolto l’obbligo del distanziamento di un metro tra gli alunni, non un’idea saggia vista la permanenza di classi pollaio con oltre 25 studenti. Anche programmare l’inizio della campagna vaccinale degli under 12 in inverno, proprio nel periodo in cui ci si poteva aspettare il picco dei contagi, non è stato molto oculato. Se a questo si aggiunge che ancora non abbiamo a disposizione i dati sul Covid all’interno delle scuole, su contagi e quarantene, si capisce bene che il quadro attuale sia molto sconfortante”.

Anp Toscana: "Sì al rinvio ma dovrà portare decisioni importanti"

Anche Alessandro Artini, presidente Anp Toscana e dirigente scolastico, ritiene che rimandare la riapertura delle scuole potrebbe rivelarsi una scelta saggia, a patto che non si limiti a una mera attesa

Se si intervenisse sulla scuola, anche con atti normativi che stringano ancora di più la cinghia degli atti prudenziali in modo da restringere i contagi, allora sarebbe ragionevole. Ma se non si interviene su questo punto rimanderemmo solo temporaneamente la crescita dei contagi che poi si riproporrà al momento della riapertura delle scuole.

Era stato fatto riferimento alla possibilità di eseguire uno screening di massa degli alunni, una buona idea perché probabilmente ci sono molti alunni positivi ma asintomatici. Se posticipare la ripresa scolastica servirà per eseguire questo screening, in modo da individuare e mettere in quarantena i positivi gli asintomatici, nonché per definire le modalità della quarantena stessa, allora credo che un rinvio di 10 giorni potrebbe risultare una scelta giusta. Non ha senso, invece, rimandare la riapertura delle scuole per aspettare il virus e non far nulla. Se inoltre si estendesse l’obbligo vaccinale anche ai ragazzi, avrebbe ancor più senso rimandare la riapertura delle scuole; d’altronde vaccinazioni obbligatorie destinate a giovani e bambini esistono. L’importante è prendere decisioni incisive in questo lasso di tempo, sennò si riproporrà la stessa situazione solo con qualche giorno o settimana di ritardo".

Artini, inoltre, sostiene che sia difficile imporre l’accesso alle aule scolastiche solo agli studenti vaccinati. “Credo che la strada più diretta sia quella dell’obbligo vaccinale perché in questo modo molti problemi sarebbero superati. Ovviamente l’obbligo vaccinale necessita di una determinazione politica molto forte che per ora non mi sembra di vedere. Se decidessimo di tenere a casa i ragazzi non vaccinati, pur non vedendola come una scelta negativa, faremmo pagare ai figli minorenni le decisioni dei genitori no vax. Quindi credo che si debba riflettere su questo punto per non innescare situazioni di discriminazione. Invece l’obbligo vaccinale per tutti disinnescherebbe questa potenziale discriminazione. Senza contare, poi, la difficile attuabilità di questa separazione, che andrebbe a toccare dati sanitari inerenti alla privacy”.

Psicologi della Toscana: "Riaprire scuole ed evitare la dad, servono le relazioni per crescere"

“Riapertura delle scuole necessaria: non si risolve l'emergenza sanitaria chiudendo le aule e recludendo bambini e ragazzi in casa”. L'appello arriva dall'Ordine degli Psicologi della Toscana: nessun rinvio alla ripresa delle lezioni in presenza. Non più sulla pelle di bambini, giovani e famiglie.

“La chiusura della scuola, con l'isolamento e l'impoverimento relazionale conseguenti, ha prodotto disagi psicologici importanti; già lo scorso anno sono aumentati tra i giovani e i giovanissimi episodi di autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare, fobie sociali, problematiche relazionali, disturbi ansiosi e depressivi e quest'anno i numeri tendono a crescere” spiega la presidente Maria Antonietta Gulino.

“Dobbiamo fare di tutto per non tornare alla didattica a distanza: la conoscenza e la crescita dipendono dall'incontro e dal confronto, dalle relazioni con gli altri, che sono altamente compromesse davanti a uno schermo”.

I rischi sono l'aumento di ansia, di aggressività in famiglia e fuori, l'isolamento e il ritiro sociale.

“Ai bambini viene a mancare il gioco con gli amici, il confronto e lo scontro costruttivo con gli altri, elementi che servono a fare quelle esperienze necessarie per creare i fondamenti della personalità. In particolare per gli adolescenti, è un periodo della vita in cui è importante stare con i coetanei e differenziarsi dai genitori: togliere loro le relazioni con i compagni, con il gruppo classe, con gli insegnanti, significa mutilarli e rallentare duramente il loro percorso di crescita. Sono stati come leoni in gabbia, hanno sacrificato a lungo la loro attitudine emotiva e relazionale, disattivarli ancora vuol dire non rispettare il loro percorso di vita e sottoporli ad uno stress psicologico non più sostenibile”.

Quindi “dobbiamo incoraggiare la riapertura delle scuole, garantendone la sicurezza” conclude Gulino, ricordando che nella legge di Bilancio approvata dal governo sono previsti 20 milioni di euro per lo "psicologo a scuola", per supportare il personale delle istituzioni scolastiche, gli studenti e le famiglie attraverso servizi di supporto psicologico per la prevenzione e per il trattamento dei disagi e delle conseguenze sociali derivanti dall’emergenza epidemiologica. “Un segno che il governo sta investendo nella scuola: chiuderla adesso sarebbe un incomprensibile controsenso”.

Giovanni Gaeta



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