L'infermiera simbolo della lotta al Covid: "I no vax ci attaccano, ma poi siamo noi a curarli"

(Foto da Facebook)

Martina Benedetti, infermiera del Nuovo Ospedale Apuane di Massa Carrara, era diventata un simbolo della prima ondata del Covid, dopo che la foto che mostrava i segni lasciati sul suo volto dalla mascherina indossata per ore fece il giro dei social e del mondo. La faccia di Martina, pubblicata su Instagram il 12 marzo 2020, incarnò l’impegno del personale sanitario italiano e mostrò quanto fossero devastanti i turni in terapia intensiva.

Qualche giorno fa, il 6 gennaio, Martina ha postato su Facebook un nuovo sfogo, questa volta contro la decisione del governo di comminare solo una multa una tantum agli over 50 che rifiutano il vaccino contro il Covid.

100 euro, il prezzo della nostra salute. Delle nostre vite. Dei sacrifici che facciamo da due anni, soprattutto noi operatori sanitari (unici, tra l’altro, per cui vige un vero obbligo vaccinale). Per l’ennesima volta saremo noi frontliners a pulire tutto il fango derivante dall’assenza di decisioni forti e coraggiose. Scelte assurde che ricadranno sulle nostre schiene già gravate da due anni di fatica. Tranquilli! Vi faremo tornare a ballare l’estate, a far “girare l’economia”, a bearvi di riconoscimenti per il lavoro da noi svolto. Definirlo “lavoro” è ogni giorno sempre più difficile perché è una situazione che ingloba la vita. Mi auguro che i danni alla nostra serenità psicofisica perduta, un giorno, tornino indietro 100 volte tanto. Karma".

Un provvedimento troppo blando, la multa. Uno schiaffo per chi, come lei, è da due anni in prima linea a combattere un nemico e a salvare pazienti che a volte, prima di finire in terapia intensiva, a quel nemico nemmeno credevano.

Lo sfogo di Martina, che peraltro era appunto rivolto alla mancanza di coraggio de governo e non tanto all’atteggiamento di chi non intende vaccinarsi, ha scatenato i violenti attacchi da parte degli stessi no vax. Sui sociale e sopratutto sui gruppi Telegram popolati da no vax e no green pass – uno su tutti Io non mi vaccino, che vanta oltre 33mila iscritti – gli strali contro l’infermiera, ma anche i suoi colleghi rei in realtà di fare le vittime e di cercare notorietà, sono stati pesantissimi.

Questa mattina l’infermiera ha partecipato alla puntata di L’aria che tira su La 7, confrontandosi fra gli altri anche con Marco Liccione, leader no vax torinese.

Parlando del post, ha dichiarato di averlo scritto in una giornata di esasperazione. "Il nostro assetto organizzativo interno sta cambiando per fronteggiare questa quarta ondata che ci sta colpendo violentemente. In terapia intensiva al Noa la percentuale più alta di pazienti Covid trattiamo non sono vaccinati”.

L’infermiera poi cita le rilevazioni contenute nell’ultimo documento dell’Iss: il tasso di ricovero in terapia intensiva è 23,1 ogni 100 mila per i non vaccinati contro l’1,5 ogni 100 mila per i vaccinati da più di 120 giorni; 1 ogni 100 mila per vaccinati da meno di 120 giorni e dello 0,9 ogni 100 mila per vaccinati con dose booster.

"La differenza è tangibile e la percepisco tuti i giorni in corsia. Io sono quella che accoglie pazienti in dispnea e in insufficienza respiratoria. Hanno lo sguardo perso e in quel momento si trovano davanti noi, gli operatori sanitari che magari qualche giorno prima avevano insultato sui social. Tra la vita e la morte, però, è a noi che si affidano, non ai complottisti o ai virologi con la laurea su Facebook”

Tornando al post Facebook, Martina ammette che la questione della multa di 100 euro una tantum è più complessa di come è stata presentata, tuttavia ribadisce che il messaggio rappresentava tutta la sua frustrazione. “È stato come uno schiaffo morale ai nostri sacrifici di questi due anni. Io mi sarei aspettata una decisione forte, ossia un vero obbligo vaccinale alla stregua di quello introdotto per i sanitari. La tempesta Covid non è affatto finita, anzi. Non vedo una luce di speranza e sono molto pessimista per le settimane che arriveranno”.

Infine, rispondendo al leader no vax, l’infermiera ha ribadito che “attualmente cure preventive per il Covid non esistono. Quando si parla di ‘cure’, si fa riferimento alla sintomatologia da Covid”.



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