Cannabis legale, Vannucci e Melio: "Maggiori certezze per il settore agroindustriale"

Sapere come intenda attivarsi, anche nei confronti del Governo, per verificare tempestivamente la fondatezza delle preoccupazioni espresse in queste ore dai rappresentanti della filiera agroindustriale che ruota attorno alla produzione e commercializzazione della canapa sativa a basso THC, in merito alle possibili conseguenze negative dello schema di decreto interministeriale approvato nei giorni scorsi. A spingere per mettere in campo azioni in questo senso sono i consiglieri del Pd in Regione Andrea Vannucci e Iacopo Melio che hanno predisposto e già depositato un’interrogazione che verrà discussa nel prossimo Consiglio.

“La Conferenza Stato-Regioni - spiegano Vannucci e Melio - nella seduta del 12 gennaio 2022, tra i vari atti, ha approvato un'Intesa, che recepisce quanto disposto dagli articoli 1 e 3 del decreto legislativo n. 75/2018, definendo, tra i vari aspetti, l’elenco delle specie di piante officinali coltivate, la disciplina per la coltivazione e la gestione agronomica compresa la formazione necessaria degli operatori, l’impiego di esse come farmaco, o come integratore. Secondo i principali rappresentanti del settore canapicolo il testo del decreto interministeriale approvato, nel fissare il principio delle specie ammesse, specificherebbe anche che, per la coltivazione di canapa sativa ai fini della produzione di foglie e infiorescenze o di sostanze attive a uso medico, le regole permangono quelle definite dal Testo Unico sugli stupefacenti (D.P.R. 309/90), ribadendo la necessità dell’autorizzazione da parte del ministero della Salute. In sostanza - proseguono i consiglieri di Palazzo del Pegaso - secondo questa interpretazione, a partire dalla entrata in vigore del decreto, tutti i coltivatori e i rivenditori di "cannabis light" (ovvero quella a basso contenuto di Thc, la cui vendita è attualmente consentita in tutti gli shop specializzati, nelle tabaccherie e nei distributori automatici), diventerebbero passibili delle sanzioni penali a prescindere che vi siano o meno sostanze psicoattive al di sopra dei limiti della legge"

"E' bene ricordare - specificano Vannucci e Melio - che i cannabinoidi sono usati a fini medici dall'Italia già dal 2007, nel 2014 proprio lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze è stato centro di un progetto pilota per la produzione di infiorescenze che ha portato alla produzione di oltre 300kg ad uso medico, inoltre, nel dicembre 2020, nel corso della sua riunione annuale, la Commission on Narcotic Drugs, l'organo esecutivo dell'ONU per la politica sulle droghe, ha preso in considerazione e accolto la raccomandazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) di togliere la cannabis dalla Tabella IV della Convenzione del 1961, dove era elencata insieme a sostanze come eroina e cocaina. Il decreto interministeriale appena approvato - concludono i consiglieri Pd - nel ricondurre la regolamentazione della coltivazione, di fatto, alle regole del Testo Unico sugli stupefacenti non solo commette un errore ma rischia di mettere a repentaglio l’intera filiera produttiva e commerciale legata alla valorizzazione della canapa sativa, un settore economico che vede, ormai, circa 3000 aziende attive e che occupa oltre 10.000 persone prevalentemente sotto i 30 anni. Speriamo, dunque, che si possa arrivare quanto prima a una delucidazione in merito che vada nel solco di quanto già detto dall'Organizzazione mondiale della Sanità e dall'Europa".

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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