
Il Dg della Fiorentina ha partecipato questa mattina alla Giornata del Veterano organizzata da UNVS Firenze
È stata una giornata speciale per l’Unione Nazionale Veterani dello Sport di Firenze “Sezione Oreste Gelli”, che questa mattina ha festeggiato la Giornata del Veterano nel Palagio di Parte Guelfa.
Anche il direttore generale della Fiorentina, Giuseppe “Joe” Barone, ha partecipato alla cerimonia e ha colto l’occasione per tornare sui temi caldi che stanno caratterizzando la gestione di Rocco Commisso, non mancando di togliersi – nuovamente – qualche sassolino dalla scarpa.
“Siamo stati accolti benissimo dai fiorentini e un grande rapporto ci lega alla città, ma devo comunque riconoscere quanto sia difficile per noi lavorare a Firenze: volevamo costruire un nuovo stadio e un centro sportivo attraverso i quali portare innovazione, sempre nel rispetto della storia. Per me e Rocco, infatti, la storia è importante, così come lo è per i fiorentini: io stesso abito in centro perché voglio vivere la città ogni giorno e ascoltare tutto ciò che i fiorentini hanno da dire su Firenze e la Fiorentina”.
Il Dg della Fiorentina, che domani al Franchi affronterà l’Empoli alle 12.30, è tornato pure sulla polemica scatenata dal nuovo stemma: “Il nuovo stemma rappresenta il passato. Il giglio del nuovo logo non è quello classico di Firenze, ma è stato comunque utilizzato nel 1960-1961, quando la Fiorentina trionfò in Coppa delle Coppe. Non è affatto mancanza di rispetto verso la storia, anzi: è per rispettare la storia della città che abbiamo pensato di utilizzare il simbolo di un periodo in cui la Fiorentina era importante a livello europeo; perché anche noi speriamo di tornare competitivi in Europa”.
Barone, poi, ha spiegato che il nuovo logo si distingue per il viola, colore della squadra e dominate sullo stemma, e per la V, che rappresenta l’iniziale del soprannome della Fiorentina, La Viola. “In questa V è racchiuso un unicum sportivo: una squadra dal colore viola e che tutti chiamano Viola. Anche questo accostamento è stato fatto per rispettare la storia. Io e Rocco, prima di realizzare il nuovo stemma, abbiamo svolto tanta ricerca. Nel 2013, durante la partita Fiorentina-Juventus, è stato presentato come marchio il giglio appartenente agli Anni Sessanta, che è stato applaudito da tutti i tifosi, anche dalla curva.
Allora perché – si domanda Barone – siamo continuamente attaccati, anche con striscioni come quello del “pagliaccio” su Ponte Vecchio? I pagliacci non siamo noi, ma coloro che mettono questi striscioni; pagliacci non tanto verso Commisso e Barone, ma verso la Fiorentina. Il logo può piacere oppure no, ma i continui attacchi verso una persona che ha speso fino a oggi 400 milioni, incontrando moltissime difficoltà, non sono dignitosi. Commisso ha fatto investenti sulla parte tecnica e sulle strutture, investimenti fatti con amore. Però anche l’amore può finire e io non vorrei veder finire questo amore.
Il logo che andremo a cambiare, in ogni caso, sarà quello creato dai Della Valle. ACF legalmente non significa “Associazione Calcio Fiorentina” ma soltanto ACF. La Fiorentina, comunque, continua a utilizzarlo, ad esempio nell’online. Noi non stiamo cambiando “ACF”, ma solo il logo e non comprendiamo tutte queste polemiche. Come mai non possiamo avere la possibilità di riportare un giglio che rappresenta la tradizione e un passato glorioso? E' perché abbiamo vissuto negli Usa? Io e Rocco siamo italiani e vogliamo essere trattati come italiani. Aver vissuto negli Stati Uniti non deve costituire un ostacolo”.
Giovanni Gaeta
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