Divari di genere: rapporto Irpet, le donne alle prese col lavoro, le competenze, il potere

Donne alle prese con lavoro, reddito, competenze, tempo e potere. Ne parla ‘Divari di genere in Toscana’, il rapporto dell’Irpet, l’istituto regionale di programmazione economica della Toscana, presentato questo pomeriggio a palazzo del Pegaso. Quella proposta dall’Irpet è un’analisi strutturale, condotta su input della commissione per le Pari opportunità della Toscana, presieduta da Francesca Basanieri.

“Questo studio di Irpet meritava un proprio palcoscenico, un momento di riflessione e approfondimento”, dichiara il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, nell’intervento in apertura dell’iniziativa. “Emergono dati che stiamo toccando con mano nel quotidiano. Ancora oggi, una donna su due non lavora perché non è possibile conciliare i tempi di vita e quelli professionali, ed è “costretta” a scegliere tra figli e lavoro. La Toscana con il 70,1 per cento risulta molto vicina alla media Ue, restandone di poco al di sotto. In Italia, le posizioni manageriali femminili sono solo il 28 per cento del totale e la pandemia ha rallentato il processo di superamento del gender gap nel mercato del lavoro”.

“Il messaggio che vogliamo lanciare a ogni donna, ragazza che sta crescendo – dice Mazzeo – è questo: come istituzioni stiamo lavorando per farvi sentire libere. Vogliamo che siate libere di costruire la vostra strada, senza essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro. Tra un figlio e una carriera professionale”.

Il presidente ricorda che il Consiglio regionale ha lavorato, insieme alla Commissione pari opportunità, “prima regione in Italia”, alla nuova legge sulla parità effettiva di genere nelle nomine di carattere regionale. “Al tempo stesso abbiamo dato il nostro contributo anche alla norma sulla parità retributiva uomo-donna, che dal 1 gennaio 2022 istituisce per le aziende la 'certificazione della parità di genere’ e lo sgravio contributivo per chi ne è in possesso. Non basta, voglio rilanciare: serve uno scatto, prendiamoci il compito di invertire l’equilibrio, per un anno impegniamoci rovesciare lo schema, sarebbe un segnale molto forte, riusciremmo a dare un messaggio culturale differente. Sto lavorando – ha concluso Mazzeo – a un grande progetto che si chiama Toscana 2050. Nell’idea che ho di Toscana del Futuro, la cura della famiglia deve essere condivisa fra uomo e donna, padre e madre insieme. Immagino una Toscana con gender gap azzerato molto prima. Deve essere il presente e in certe realtà per fortuna lo è. Insomma, c’è ancora tanto da fare, ma tutti insieme, passo dopo passo, possiamo e dobbiamo arrivare a fare in modo di raggiungere una parità vera, effettiva, concreta e tangibile che permetta davvero ad una donna, e non solo sulla carta, di avere le stesse opportunità riservate agli uomini. E di uomini me ne aspettavo di più qui in sala”.

“Questi temi non sono esaustivi, ma raccontano molto della situazione delle donne e della possibilità di costruirsi il proprio futuro”, dice la presidente della commissione regionale per le Pari opportunità, Francesca Basanieri. “Dobbiamo proseguire nell’impegno di costruire quella cultura di parità che a volte ci manca. Ringrazio la direttrice Agnese Pini, che ha scelto di raccontare le donne attraverso il suo lavoro, anche attraverso il portale ‘Luce!’. Le donne purtroppo sono raccontate soprattutto per la cronaca quasi quotidiana delle violenze e dei femminicidi o per le eccellenze, che perlopiù fanno colore. Molto più di rado si racconta il mondo delle donne, delle loro professioni. Questo è il momento migliore per fare il punto anche attraverso i dati”. Questa giornata, spiega la presidente, “è un punto d’inizio di un percorso che intendiamo avviare attraverso le province della Toscana, per conoscere direttamente le commissioni pari opportunità nelle città, per creare una rete capillare di collaborazione che possa funzionare”.

E la direttrice del quotidiano ‘La Nazione’, Agnese Pini, avverte: “Il tema del rispetto delle donne attiene alla questione dei diritti umani. In Italia non lavora neppure una donna su due: il 49 per cento, mentre in Europa la media è il 67 per cento. L’Italia è nel G7, ha la seconda manifattura d’Europa. Ci troviamo di fronte a un problema enorme di diritti umani, gigantesco. I media sono intrisi di stereotipi culturali e linguistici, il nostro tessuto sociale è profondamente squilibrato, quando parliamo di donne”. La vicenda della preside del Liceo romano, spiega Agnese Pini, è emblematica: “Non ha commesso nessun reato, l’abbiamo trattata come una delinquente di prima categoria. È stata esposta al pubblico ludibrio perché siamo ancora a livelli che qualcuno definisce medievali. Ripartiamo da questa presa d’atto”. Ricorda che, quanto al suo incarico di direttrice di un quotidiano, “sono una quota rosa: il mio editore voleva una direttrice donna e se non avesse questo, non sarei mai diventata direttrice della Nazione”. Su tutto questo, “deve agire la politica. Deve darsi una percentuale, diciamoci che nel 2025 dobbiamo arrivare al 60 per cento di donne occupate, se vogliamo colmare questo divario storico che non è accettabile”.

“Bisogna cominciare a far arrivare tutte queste cose che ci diciamo anche agli uomini e l’incontro di oggi non fa eccezione, ce ne sono davvero pochi”, dice la presidente della commissione Sviluppo economico Ilaria Bugetti: “Non so quanto sia vero, ad esempio, che gli uomini non facciano gli insegnanti perché guadagnano meno: penso che certe scelte siano principalmente legate agli stereotipi in cui crescono i nostri bambini e le nostre bambine. Il nostro lavoro deve andare su più livelli, il principale è ovviamente quello culturale. Il settennato dei fondi strutturali che si apre è strategico e nei prossimi mesi saremo impegnati a dare indirizzi sulla loro destinazione: l’idea di criteri premianti per le aziende e le imprese che assumano donne è da valutare con interesse. La Toscana non è al punto zero, i nostri bandi sull’imprenditoria femminile hanno avuto successo, ci sono tante donne in agricoltura”. La questione del Pnrr, conclude Ilaria Bugetti, “è trasversale, si parla di green deal, ma si dovrebbe parlare anche di ‘woman deal’, di un patto delle donne. Questo messaggio può partire dalla Toscana”.

Ha chiuso l’incontro l’intervento dell’assessora regionale Alessandra Nardini.

Fonte: Regione Toscana



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