"Falso della Lega su calunnia a Giubbi, rimettere la frase censurata nella lapide"

(foto gonews.it)

Nel Consiglio Comunale del 18 marzo in occasione della revoca della cittadinanza onoraria, conferita nel 1924 a Benito Mussolini, la Lega di San Miniato, in disaccordo con il provvedimento, per l’ennesima volta ha tirato in ballo la storia della lapide sulla strage del Duomo fissata sulla facciata del palazzo comunale nel 1954, poi successivamente rimossa e posta sotto i loggiati di San Domenico. Secondo questa strampalata teoria la lapide racconta “la falsa narrazione della strage del Duomo” e contiene “la vergognosa calunnia nei confronti del Vescovo Ugo Giubbi.”

Per quanto riguarda la prima affermazione probabilmente è vero e il Comitato Gori, che rifugge da posizioni ideologiche preconcette, ha nominato Danilo Coppe, il massimo esperto di esplosivi a livello nazionale, per redimere se sarà possibile una volta per tutti residui ma legittimi dubbi, che ancora rimangono sulla dinamica e sulla paternità della strage.

La seconda affermazione non è classificabile neanche come posizione ideologica ma a nostro avviso palesemente falsa.

Il capoverso che fu cancellato per ordine prefettizio, perché, vista la guerra fredda in corso, ritenuto troppo “antiamericano” dall’organo di controllo era il seguente “lo straniero di ogni parte sia sempre tenuto lontano dalle belle contrade, rifiutando ogni lusinga o di aiuto o di impero”.

Per leggere in queste frasi riferimenti anche velati alla calunnia verso il vescovo Giubbi serve una fervida fantasia.

Per questo il nostro Comitato propone visto “che la storia si scrive ma non si cancella”, come ha detto anche la Lega, di rimettere sulla targa il capoverso cancellato dalla censura che altrimenti fa immaginare a qualcuno “chissà che c’era scritto”, senza conoscere la verità. Occorre anche, riportare una volta per tutte, la calunnia al Vescovo Giubbi, che pure c’è stata alla pura verità storica ovvero: vulgata popolare alimentata da circostanze sfavorevoli di cui il Vescovo suo malgrado restò vittima, ma mai accusato, in nessun modo, dalle autorità civili e militari.

Giampiero Montanelli, presidente del Comitato Giuseppe Gori di Cigoli



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