La via Crucis a San Miniato, gli scatti di Aurelio Cupelli

Continuando nel suo percorso artistico, che lo vede frequentemente confrontarsi con gli scorci della sua San Miniato, Aurelio Cupelli affronta un tema a lui nuovo, quello della rappresentazione artistica per immagini fotografiche dei misteri della fede.

Con la collaborazione del gruppo del presepe vivente della Parrocchia dei SS Stefano e Martino di San Miniato Basso, il fotografo sanminiatese ha realizzato la rappresentazione del Mistero della Passione di Gesù, ambientandolo in significativi luoghi di San Miniato.

Aurelio Cupelli si è distinto, soprattutto in questi ultimi anni, per l’impegno di raccontare e documentare con forza l’oggi, il momento contemporaneo in cui ci troviamo a vivere, cercando di coglierne la specificità di storia e colturale, indagando tra i sentimenti, le ambizioni e la quotidianità i cui si svolgono e si intrecciano gli innumerevoli microcosmi attraversati dal nostro vivere. E la sua azione si muove cercando di parlare un linguaggio assolutamente adeguato al tempo presente.

La genesi di questa Via Crucis, le cui immagini sono state realizzate nel pomeriggio dello scorso 26 marzo, è paradigmatica di questa voglia di interpretare, attraverso il linguaggio “oltre il tempo” del percorso di Cristo da Pilato al Sepolcro, la dignità dell’uomo contemporaneo che si confronta con il dolore con rispetto ma non con rassegnazione, semmai accettazione della propria condizione incompiuta. Pronto a testimoniare lo scandalo sempre attuale e senza appello che la morte ingiusta di ogni uomo porta in sé.

La passione di Cristo è scandita dalla ricostruzione delle tradizionali quattordici tappe, codificate da passaggi narrativi di umanissima pietà popolare, rappresentata in maniera umile, composta, partecipata emotivamente. Come a voler riempire di pathos emotivo, quasi empatico, una ricostruzione sì simbolica ma spesso scarna, alleggerita nella partecipazione numerica, come a voler lasciar posto, dentro alla scena, per chi vi si pone davanti. Come un invito a prendere parte, tappa per tappa, ad una sorta di processione intima, verso il Calvario. Irretendo l’osservatore con la naturalità ed attualità dei luoghi, che concede la sensazione di essere o esserci appena astati, sul luogo della Passione.

La scelta dei luoghi diventa emblematica, con la stessa forza della iconografia a cui si ispirano le immagini, obbedendo alla necessità di toccare le corde di una civiltà dell’immagine costruita sulla compresenza del virtuale e del reale, portando il luogo in ogni tempo così come l’osservatore che si muove dentro di esso.
Cupelli dona ad ogni stazione confini precisi, formati da scorci prospettici quando ristretti quando ampi, ma sempre dalla composizione semplice, definita e pulita.

Puntando a tenere la giusta sequenza delle scene al ritmo del tempo che serve a coprire la distanza tra un luogo e l’altro, tanto da sostenere una narrazione serrata, senza pause.

Così, le tre cadute di Cristo sotto la Croce non sono ripetizioni, ma le reiterazioni di una pena sempre più grave, con un crescere della gravità delle cadute. Mentre nell’incontro con le donne di Gerusalemme, il silenzio della condivisione del dolore si manifesta nella fissità degli sguardi sgomenti ed amorevoli. Il prato della Rocca con l’orizzonte che si apre tutto attorno è il luogo della crocefissione, che avviene sotto ad un cielo che si smaterializza nel momento della morte del Cristo, e torna poi a far da cornice alla pietà con cui Maria e le altre donne ricompongono il corpo finalmente pacificato di Gesù.

Particolarmente suggestive sono le ultime due immagini. La XXIV stazione, quella della sepoltura, crepuscolare, ambientata nei fondi dell’ex convento di San Domenico, e l’epilogo, la Resurrezione del Signore, nel sepolcro illuminato da una luce appena nata, d’alba, che si rivela vuoto davanti agli occhi delle donne incredule e sgomente.

“La Via Crucis a San Miniato” di Aurelio Cupelli è esposta in contemporanea presso la chiesa dei SS. Stefano e Martino di San Miniato Basso e sotto i Loggiati di San Domenico in San Miniato, e sarà visitabile dal 15 al 18 aprile.

Fonte: Ufficio Stampa



Tutte le notizie di San Miniato

<< Indietro

torna a inizio pagina