Come difendersi dai terremoti: una mostra all'Università di Firenze

Una mostra per capire che è possibile fare prevenzione. È lo scopo dell’esposizione “Terremoti e Prevenzione”, organizzata dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICEA) dell’Università di Firenze, insieme alla sezione toscana dell’Unione nazionale laureati esperti in protezione civile (Lares Toscana).

La mostra - curata da Gloria Terenzi, docente di Costruzioni in zona sismica e presidente di Lares Toscana – si aprirà martedì 26 aprile al termine di un convegno di presentazione (Centro didattico di viale Morgagni, 44 – dalle ore 15.30) che vedrà anche la partecipazione del prorettore al trasferimento tecnologico dell’Ateneo fiorentino Marco Pierini, del direttore del DICEA Claudio Lubello, del responsabile protezione civile della Città metropolitana di Firenze Leonardo Ermini e di Danilo Calabrese, presidente di Lares Italia.

L’esposizione, che sarà aperta fino al 29 aprile e approfondisce i temi della vulnerabilità sismica e degli interventi di mitigazione, spazia dal caso del terremoto del Mugello di un secolo fa e di altri eventi che hanno colpito il Centro Italia dal Settecento ad oggi, alla ricostruzione di antichi borghi, dall’edilizia d'interesse storico-monumentale (compreso gli allestimenti museali) alla protezione sismica delle architetture del Novecento, fino a dettagliare interventi realizzati su edifici e viadotti mediante sistemi d'isolamento del costruito o di dissipazione dell’energia.

"Gli eventi sismici che purtroppo interessano non di rado il nostro territorio nazionale – spiega Gloria Terenzi - pongono le Istituzioni e la comunità tecnica di fronte al problema d’intervenire «a posteriori». Occorrerebbe, invece – prosegue Terenzi -, cercare di prevenire i danni tramite un accurato accertamento delle capacità di risposta delle strutture e delle infrastrutture e l'esecuzione di interventi volti ad innalzarne significativamente le prestazioni".

All’interno della mostra verrà dato ampio spazio alla figura di Andrea Chiarugi, che fu il “padre” della Tecnica delle costruzioni nell’Ateneo fiorentino: suoi sono stati gli studi, tra il 1983 e il 1998, per individuare le cause delle principali lesioni della Cupola del Duomo, con contributi alla realizzazione di un sistema di monitoraggio digitale permanente delle condizioni statiche del capolavoro del Brunelleschi, che peraltro è ancora operativo. Anche l’intervento di consolidamento delle volte della cripta della Basilica di Santa Maria Novella porta la firma del grande studioso.



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