Lega, Cordone: "Non dimentichiamo il Granducato di Toscana"

Marco Cordone

"Alle ore 15 di 163 anni fa, il 27 aprile 1859, terminava la storia gloriosa del Granducato di Toscana, iniziato con Cosimo I dei Medici(il 'padre  della Patria Toscana'), grande uomo politico e capo di stato di grande spessore, nominato da Papa Pio V, nel 1569 Granduca di Toscana. Ricordiamo che nel 1576, l'imperatore Massimiliano II riconobbe il Granducato di Toscana 'quale parte' legittima e sovrana dell'impero, riassegnando il titolo granducale ereditario a Francesco I, figlio di Cosimo I e la Toscana così, diventò uno Stato dinastico riconosciuto a tutti i livelli, uno  Stato 'nazionale'. Ai Medici, nel 1737, alla morte del Granduca Gian Gastone, subentrarono i Lorena con Francesco Stefano, consorte di Maria Teresa d'Austria". Così si esprime Marco Cordone (Consigliere Nazionale ANCI - Vicepresidente di AICCRE Toscana ,  esponente della Lega),nel ricordare il 163° anniversario della fine del Granducato di Toscana, uno Stato allo stesso tempo nazionale ed europeo. E continua Cordone: "Alle ore 15 di quel 27 aprile 1859, Leopoldo II di Lorena, con la sua famiglia e l'erede al trono, Ferdinando, lasciò Firenze diretto a Vienna ed a Firenze si insediò un Governo provvisorio, guidato da Bettino Ricasoli, un 'moderato' , già collaboratore del Governo granducale, divenuto forte sostenitore dell'unità d'Italia. Leopoldo II Granduca di Toscana dal 1824,   fu sicuramente il Granduca lorenese più affezionato alla Toscana, da lui considerata sempre la vera patria. Terminava così la storia dello Stato toscano, quel Granducato che sotto la guida di Pietro Leopoldo, aveva tra l'altro attuato, la riforma delle 'Comunità'(corrisponderebbero agli attuali Comuni) e promulgato la riforma della giustizia nel 1786, riforma penale che abolì la pena di morte. La storia ci dice che il Granducato di Toscana, a pieno titolo, era uno Stato facente parte dell'Europa di allora e noi vogliamo ricordare tutto ciò guardando ad una Regione Toscana, terra d'Europa, l'Europa dei popoli e delle Regioni".

Fonte: Ufficio Stampa



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