Stadio, la sinistra: "Il Comune lo affidi all'Empoli Fc, ipotizzare poli commerciali è tempo perso"

(foto gonews.it)

Quale è oggi la natura di uno stadio? E’ forse l’impianto sportivo dove negli anni 60/70 i ragazzi del baby boom figlio del miracolo economico si mettevano la tuta da ginnastica (nel fiorentino toni) larga, comoda, calda e blu, comprata per l’ora di ginnastica alle scuole medie, indossavano le scarpette basse e bianche da ginnastica e, primi della loro genia, disperdevano un po' di calorie finalmente in eccesso, non dovendo più, come i loro avi, lavorare e sudare appena adolescenti nei campi, negli opifici o sulle macchine da cucire?

Allora aveva un senso che il Comune con i soldi pubblici costruisse, insieme alle scuole, le strade, gli acquedotti, le piazze, i parchi, le palestre, la piscina e la pista di atletica anche lo stadio con i suoi 5/10 mila posti dove, fra l’altro, giocava la squadra orgoglio e bandiera della città. Lo stadio si riempiva anche per i sentitissimi tornei dei bar o delle aziende e qualche volta per un evento musicale o ritrovo di organizzazioni religiose e/o ricreative. Il prestigio di una città era definito dal ranking della sua squadra di calcio: Empoli calcio è stato per decenni una squadra da serie C, una categoria che ambiva ad una singola ma intera pagina dei quotidiani sportivi nazionali e rappresentava l’inferno in cui ogni tanto cadevano le squadre di grandi città ma un onore per una cittadina da 50 mila abitanti.

Il mondo è cambiato, le palestre si sono moltiplicate, le tute, le scarpe si sono diversificate, colorate e tecnologizzate. Giusto che il Pubblico finanzi ancora piste di atletica, palestre (magari a fianco dei poli scolastici), piscina, percorsi vita, impianti sportivi minori ecc. ma uno stadio da 16/20 mila posti magari comodo, coperto, con illuminazione adeguata per lo show televisivo, con ristoranti e servizi adeguati ai tifosi provenienti da tutta Italia è ormai esclusivamente funzionale ad una squadra di calcio che milita in una delle tre categorie professionistiche, meglio se in serie A o B. Bene!

Questo stadio lo deve finanziare e mantenere la società proprietaria della squadra di calcio. Questa è la nuova natura dello stadio di calcio di una città che può permettersi una squadra che milita con costanza nelle categorie maggiori dei campionati professionistici.

Con semplicità il Comune di Empoli deve assegnare in uso per 50/100 anni alla società sportiva del Presidente Corsi, lo stadio Castellani, che lo ristrutturi in funzione del suo business, perché questo è il calcio professionistico. Cosa possiamo ulteriormente concedere alla società Empoli calcio? Poco più che l’utilizzo degli spazi che si possono ricavare nel sotto tribuna per attività congeniali alla tipologia dell’affare calcio: palestre, centri benessere, spazi commerciali legati alla squadra o se volete allo sport in generale, ristoranti, bar ecc.…

Cosa possiamo pretendere dalla società dell’Empoli calcio? Essenzialmente che lo stadio non sia più un costo per la città ma sia rinnovato, ristrutturato e mantenuto dal business per cui rappresenta un indispensabile ed esclusivo mezzo di produzione. Poi da tifosi e cittadini gli chiederemo anche che rimanga in serie A (meglio) o B perché ancora il ranking della squadra di calcio influisce sulla percezione del prestigio della città. Dato in comodato e non in proprietà perché, e qui gli scongiuri sono d’obbligo, la società può anche fallire ed allora deve ritornare al pubblico che lo riassegnerà a una nuova società che la città percepirà come la continuazione della squadra ‘azzurra’.

Se accettiamo la semplicità delle cose in quattro e quattro otto avremo uno stadio adeguato alla città e alla società di calcio, che ha dimostrato e sta dimostrando di gestire il proprio business in maniera eccellente. Se inventiamo nuovi poli commerciali e chiediamo a qualcuno di comprare e fare business inventati allo scopo di finanziare anche cose importanti e utili per la città come palestre, pista di atletica, parcheggi, strade perdiamo tempo, giriamo a vuoto, creiamo difficoltà alla società di calcio che oggettivamente è importante per la città, non ne facciamo niente e rischiamo che un giorno la copertura della tribuna caschi, speriamo non in testa a qualcuno.

Beatrice Cioni e Leonardo Masi, consiglieri comunali BuongiornoEmpoli



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