Nasce Corertex, il Consorzio riuso e riciclo tessile di Prato

I soci fondatori di Corertex

Le aziende dei settori del riuso e del riciclo di Prato uniscono le forze e si preparano, tutte assieme, ad affrontare le novità derivanti dall'introduzione dell'obbligo di raccolta differenziata nel tessile.

Per rispondere nel migliore dei modi alla svolta green promossa dall'Unione Europea (compresa la normativa sulla responsabilità estesa del produttore) e per contribuire a scrivere le nuove regole che caratterizzeranno nei prossimi anni il settore, le imprese del distretto pratese hanno dato vita al Corertex, il Consorzio riuso e riciclo tessile.

Otto i soci fondatori che hanno elaborato uno statuto caratterizzato da etica, trasparenza, rispetto delle regole e leale collaborazione. Si tratta di Euroclothing, Abf International, Comistra, Francioni, Suatex, Drd, Prema e Gemar & Figli: sei sono imprese del riuso, due del riciclo. Alla presidenza del Corertex è stato eletto l’imprenditore Raffaello De Salvo, mentre il vicepresidente è Fabio Marseo.

“L’Europa ha dettato delle linee guida che per il nostro territorio possono essere una grande opportunità oppure una tremenda complicazione – spiega De Salvo -. Come imprenditori e come distretto abbiamo il dovere morale e materiale di scegliere il percorso giusto per il nostro territorio. Il consorzio è pronto a dialogare con tutti gli enti e le istituzioni preposte alla stesura delle nuove normative di settore, mettendo a disposizione le nostre conoscenze in materia.
E' bene precisare che se le regole non dovessero essere scritte in maniera corretta, si rischia di mandare in crisi una intera filiera con i suoi 150 anni di competenza”.

Come detto, sono otto i soci fondatori che però rappresentano solo il nucleo iniziale di un consorzio inclusivo, che vuole rappresentare un intero distretto e che intesserà collaborazioni anche col resto d’Italia. In tal senso già entro fine maggio ci sarà un incontro aperto a tutte le aziende del distretto che si occupano di riuso. E a seguire ce ne sarà uno specifico per quelle del riciclo. Il consorzio, d’altronde, ha già ben chiari i numeri che caratterizzano il settore:
gli impianti di riuso sono una cinquantina, per un totale di 50.000 metri quadrati coperti di capannoni, 600 addetti e una capacità annua di lavorazione di circa 70.000 tonnellate di indumenti usati. A questo settore va poi aggiunta tutta la filiera del riciclo che assorbe anche gli scarti tessili delle lavorazioni industriali.

“Questo consorzio vuole aprirsi a tutte le aziende etiche del distretto - sottolinea il vicepresidente Marseo -. Vogliamo rappresentare una controparte tecnica che possa dare alla politica consigli e indicazioni su come regolamentare i settori del riuso e del riciclo. Abbiamo impiegato due mesi per costituire il consorzio, uno dei primi d'Italia di questo tipo, perché volevamo uno statuto improntato su determinati valori. E non a caso si sono già avvicinati a noi anche altre imprese di settori affini, come spedizionieri e trasportatori. Tutti dobbiamo capire che il momento è cruciale e che solo insieme possiamo contribuire a dare un futuro al settore”.

I rappresentanti del consorzio intervengono anche sul progetto che porterà alla realizzazione del nuovo hub del riciclo tessile, ricordando che già oggi a Prato si è in grado di riusare fino al 65% degli abiti usati e di avviare a riciclo il 31% dei materiali lavorati, mandando in discarica solo il 4% di scarti.

“I primi colloqui esplorativi sul futuro dei nostri settori sono già stati avviati e una possibile collaborazione con il progetto dell'hub del riciclo tessile pratese è in cantiere - concludono De Salvo e Marseo -. D'altronde il consorzio è costituito per concorrere a conseguire gli obiettivi di riuso, riciclo e recupero di tutti i materiali tessili pre e post consumo ma anche per razionalizzare, organizzare, garantire, promuovere, sensibilizzare e incentivare il riuso e il riciclo. Fra i nostri obiettivi c’è anche la propaganda e la sensibilizzazione verso la cultura del riuso e del riciclo, da ottenere tramite campagne di informazione specifiche. In tal senso collaborazioni con i Comuni e la Regione Toscana sono già allo studio. Perché è giusto ricordarlo: senza riuso e riciclo non esiste economia circolare tessile”.

Fonte: Ufficio Stampa



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