Una città in comune: "No alla Darsena Europa per un'economia cooperativa tra Pisa e Livorno"

Darsena Europa: un'opera con un quadro economico di 450 milioni di euro che avanzerà in mare per circa 1.500 metri verso le secche della Meloria. Si prevedono una diga foranea esterna di 4,6 km, dighe interne per 2,3 km a delimitare nuove vasche di colmata (100 ettari), 16 milioni di metri cubi dragati per abbassare i fondali di 5 metri (scendendo potenzialmente fino a -21 metri di profondità), di cui 5 destinati al contrasto dell’innalzamento del livello del mare e per il ripascimento dei litorali compresi tra Marina di Pisa e Livorno, necessari a causa dell’erosione costiera che sarà determinata dall'opera. Un vero gigante, l'opera di ingegneria marittima più rilevante in Italia.

Naturalmente si parla di una scelta strategica, ma cosa significhi esattamente questo non si sa, ,come non si sa nel caso di altre rilevantissime "scelte strategiche", Nel tratto di costa che va da Pisa a Piombino siamo già almeno a 4, che si realizzano o si vogliono realizzare in questi anni: il potenziamento di Camp Darby, la base militare di Coltano, la Darsena Europa e il rigassificatore di Piombino. Tutto viene proposto senza mai avere a supporto studi seri che dimostrino la strategicità delle opere, senza studi sufficientemente approfonditi su impatti sociali e ambientali, senza guardare attraverso un'ottica sistemica né a quanto sui territori c'è già né a quali siano i bisogni reali delle comunità coinvolte e della costa nel suo complesso. Ancor meno si valuta quanto gli obiettivi di queste opere siano in linea con le pianificazioni, quali siano le loro valutazioni ambientali e se esistano alternative meno impattanti. Infine, ma non ultimo per importanza, la totale mancanza di trasparenza e partecipazione dei processi attraverso cui si arriva a decidere queste opere non sembrano rappresentare un problema per chi ci governa.

Quello che conta sembra essere solo muovere i soldi e farlo il più in fretta possibile. E per questo criteri cardine del governo del territorio e della democrazia vengono fatti saltare.

Abbiamo già a più riprese messo in discussione non solo il fatto che la Darsena Europa sia strategica, vista l'inesistenza di una pianificazione che riguardi lo sviluppo dei porti e delle relative infrastrutture nel nostro Paese e la conseguente concorrenza di altri rilevanti e crescenti poli portuali, ma anche la sostenibilità degli impatti di cui sarebbe responsabile.

A maggior ragione interveniamo oggi: abbiamo visto, anche nel giro dell'ultima settimana, parlare di mitigazioni e compensazioni a tutela della costa pisana. Il presidente della regione afferma e che non si farà nulla "che modifichi in peggio il territorio pisano" mentre sostiene di pensare che i riflessi del nuovo mega porto saranno "gestibili". Parla anche di finanziamenti spendibili a questo scopo. Tutto questo è solo fumo negli occhi dei cittadini e delle cittadine Sono parole non sono supportate da nessun serio riscontro tecnico e scientifico, e non hanno nessun senso tranne uno: saranno spese risorse pubbliche per qualcosa che non dà nessuna garanzia di ritorno economico reale e duraturo per le comunità locali mentre genererà impatti che non sono stati adeguatamente valutati e che potrebbero determinare la compromissione di specie e habitat marini e costieri, oltre che di parti della costa stessa. Anche la logica delle mitigazioni e delle compensazioni si inserisce in questo stesso ambito: al limite, costituiscono voci di spesa ulteriore.

E non basta: il Sindaco Conti e la sua maggioranza sono ormai da tempo appiattiti sulla logica delle compensazioni e delle mitigazioni. Ora Salvatore Pisano, amministratore unico di Navicelli SpA nominato da Conti, parla addirittura di utilizzare i sedimi di escavazione del Canale dei Navicelli e dell'Arno "per i ripascimenti che saranno necessari". Questo farebbe diventare la Darsena Europa "ancor più una straordinaria occasione di sostenibilità ambientale ed economia circolare". E, proseguendo, l'ingegner Pisano ci fa sapere che in questi fanghi "ci sono percentuali modestissime di inquinanti". Ecco inventata una nuova sinergia in nome della "sostenibilità ambientale e dello sviluppo".

Insomma: distruzione della costa e impatti ambientali poco o nulla considerati (es. si è valutato l’impatto dell’innalzamento dei mari previsto per i prossimi decenni a causa del cambiamento climatico?), green washing di un'opera titanica che si dice strategica ma non si sa bene perché, spesa pubblica alle stelle. In questa ricetta il green washing è l'ultimo arrivato ma nonostante questo è già stato così abbondantemente utilizzato in tante altre portate che il suo profumo non basta a nascondere l'odore di un piatto andato decisamente a male, fatto di profitto per pochi a danno delle comunità.

Evidentemente centrosinistra e centrodestra non sono assolutamente in grado di pensare ad altro che non ad uno sviluppo predatorio, fatto di grandi opere e trasformazioni irreversibili del suolo e (in questo caso) del mare, finalizzate a competere con i territori confinanti (i porti che perderanno la competizione cosa diventeranno?..). Crediamo invece che sia necessaria la più netta opposizione alla Darsena Europa per utilizzare i fondi disponibili in un'altra direzione, quella sì strategica: recupero ambientale, difesa dei litorali, protezione e miglioramento della biodiversità, economia sostenibile a servizio della comunità locale con la creazione di lavoro giusto e sicuro in cooperazione con le altre comunità.

Fonte: Una città in comune - Ufficio Stampa



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