Spettacolo di Gianni Calastri all'Orcio d'Oro

Ancora gran teatro nello Spazio dell’Orcio (via Conti, San Miniato), insieme alla mostra “Excrementi Humanitas” di Vittoria Becchetti e Valerio Comparini, sabato 4 giugno alle 21 e 15 ecco un formidabile attore come GIANNI CALASTRI che presenta lo spettacolo “Ci chiamavan matti. Voci di muto amore”. Il lavoro nasce dalle letture di alcune lettere degli internati nel manicomio di Volterra effettuate durante le visite guidate all’ex manicomio realizzate dallo stesso Calastri.

“Ho accettato con piacere – dice l’attore - l’invito di portare di nuovo sul palco le voci negate di così tante persone, uomini e donne, rinchiuse nei manicomi di Volterra, Siena e Arezzo nel corso del secolo scorso. Oltre ad alcune lettere tratte da ‘Corrispondenza negata’ (un libro pubblicato ormai più di trent’anni fa), il testo si compone del diario di una internata nel manicomio di Siena e da alcune testimonianze provenienti dal manicomio di Arezzo tratte dal lavoro di A.M. Bruzzone ‘Ci chiamavano matti’. Voci che si liberano dalle loro lettere, da quei muri freddi e incrostati di rabbia, grida, suppliche e silenzi; voci che meritano di essere ascoltate”.

Lo spettacolo è impreziosito dalla scultura realizzata da Paolo e Alessandro Pineschi e dalle suggestive sonorizzazioni effettuate dal vivo da Andrea “Lupo” Lupi. Sarà un’occasione per parlare di problemi anche oggi “negati”, che interessano dall’interno il mondo dell’arte. Il rapporto con la malattia e con i problemi di salute mentale sono alla base di ambedue i lavori - la mostra e lo spettacolo - in rapporto appunto con la follia, e lo fanno ambedue a gamba tesa. Entrambi rappresentano una testimonianza sulla quale discutere, una provocazione, ma anche una importante riflessione.

Fonte: La conchiglia di Santiago - Ufficio stampa



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