Invalido morì nel rogo della palazzina Erp a Prato, pm vuole archiviare indagini

La procura di Prato ha chiesto l'archiviazione del fascicolo di indagine sulla morte di Antonio Cecchi. Era il marzo 2020 quando Cecchi, 69enne pensionato disabile, è deceduto in un incendio che ha devastato l'appartamento dove viveva col fratello Lamberto (oggi 74enne) e la cognata.

I legali della famiglia spiegano che - in attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari - stanno "valutando se vi siano gli estremi per predisporre un'opposizione alla richiesta di archiviazione".

Il fascicolo era stato aperto contro ignoti per le ipotesi di reato di omicidio colposo e incendio ai danni del Comune. Cecchi viveva in una palazzina Erp in via Andrea da Quarata.

Il rogo scoppiò la sera del 10 marzo, verso le 21.30. I vigili del fuoco misero in salvo tanti condomini, molti dei quali al loro arrivo erano affacciati dai balconi e chiedevano aiuto dato che, a causa dei fumi, erano impossibilitati a scendere tramite il vano scale. Tredici persone vennero portate in ospedale. Cecchi era stato colpito da ictus anni prima, camminava a fatica e aveva bisogno di assistenza continua. I pompieri non ce la fecero a salvarlo.

Stando ai legali "da allora il Comune di Prato li ha sistemati in un monolocale vecchio, del tutto inadeguato e fatiscente e le loro innumerevoli richieste di aiuto ai servizi sociali sono cadute per lo più nel vuoto. Adesso, finalmente, è stato comunicato loro che avranno assegnato un nuovo alloggio più consono, ma vuoto, e i due anziani coniugi, in ristrettezze economiche, non hanno i mezzi per arredarlo: quasi tutto ciò che possedevano è andato distrutto dall’incendio e quel poco che si è salvato è sparito per mano di “sciacalli” dopo che l’immobile è stato dissequestrato e sono stati tolti i sigilli".

 

 



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