Ritorno alla terra: 136mila toscani si dimettono e alcuni scelgono la campagna

Dal posto fisso alla vita contadina senza voltarsi indietro. La fuga di molti giovani che hanno deciso di dimettersi volontariamente da un posto di lavoro a tempo indeterminato o lasciato la libera professione sulla lunga scia del fenomeno della Great Resignation che in Toscana ha interessato 136mila lavoratori (in ogni ambito lavorativo), porta dritto nelle campagne toscane dove molti hanno deciso di dedicarsi all’agricoltura e all’accoglienza rurale. A dirlo è Coldiretti Toscana secondo cui le aziende agricole guidate dai giovani in tutta la regione sono 2.780, lo 0,5% in più rispetto all’anno (fonte Camera di Commercio di Firenze). Sono poco meno di 25 mila invece gli operai agricoli con meno di 40 anni, il 43% del totale.

“La vita in campagna, tra orti, stalle, fattorie didattiche, è diventata strada facendo l’obiettivo di molti giovani. Molte start-up agricole sono nate proprio in coincidente con l’emergenza sanitaria e sono guidate giovani laureati o comunque preparati, così come è forte il ricambio generazionale con figli e nipoti che si sono licenziati per rilevare le aziende di famiglia o che hanno iniziato a collaborare come coadiuvanti. – va al sodo Francesca Lombardi, Delegata Giovani Impresa Coldiretti Toscana – Alla base di questa scelta c’è la consapevolezza di un miglioramento della qualità del tempo dovuto dal vivere in mezzo alla natura e lontano dallo stress, ma anche del grande impegno e delle difficoltà che potranno incontrare. L’elemento del guadagno non è prioritario e questo la dice lunga anche sulle motivazioni che spingono sempre più giovani, ed anche meno giovani, a dimettersi. Non è quindi una questione di stipendio”.

Secondo una recente indagine del Centro Studi Divulga le aziende giovanili hanno una marcia in più anche nei numeri: hanno una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. L’82% delle aziende agricole giovanili in Toscana sono imprese individuali, l’11,4% sono società di persone il 5,3% società di capitale, lo 0,3% cooperative.

Le imprese giovani hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Un vantaggio per il Paese anche grazie alla rivoluzione tecnologica e digitale in atto con investimenti in droni, gps, robot, software e internet.

Fonte: Coldiretti Toscana



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