Virzì racconta i falsi Modigliani esposti a Ferrara

I celebri falsi di Modigliani, oggi esposti a palazzo Bonacossi a Ferrara, diventeranno un film, per Sky, con la regìa di Paolo Virzì. E la mostra, dal titolo 'FAKES da Alceo Dossena ai falsi Modigliani', sarà prorogata fino al 25 settembre 2022. "Si fa presto a dire falsi. In certi casi i confini si riconoscono, in altri appaiono labili e in più 'falso' si distingue, come nozione, dalla copia non certo per le qualità dell’opera ma per l'intento al dolo. Quando le storie dell’arte entrano al cinema ciò consolida un legame imprescindibile, oltre a percorsi da sempre intrecciati, all’insegna di contaminazioni tra ambiti culturali paralleli e, come in questo caso, complementari. Ricordo Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, ma soprattutto Pier Paolo Pasolini e la sua personale commistione tra cinema, arte e letteratura", dice l'assessore alla Cultura di Ferrara Marco Gulinelli.

L’idea del film è stata anticipata in questi giorni da Il Tirreno, che nell'edizione odierna raccoglie le impressioni che - sul tema - la notizia ha scatenato nei protagonisti di quella storia: i tre ragazzi che quasi quarant'anni fa realizzarono una delle più famose burle d'arte gettando nei fossi livornesi le tre false sculture. I tre, allora studenti universitari, Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci, oggi hanno circa 58 anni e sono professionisti in diversi campi: Ferrucci è oncologo (all'Istituto europeo di oncologia, a Milano), Ghelarducci è spedizioniere, Luridiana è informatico e imprenditore, con un negozio di computer a Livorno.

I progetti di una realizzazione cinematografica legata alla beffa d'arte del 1984 in realtà sono due, quello di Virzì col fratello Carlo e con la sceneggiatura dell'assessore-scrittore di Livorno Simone Lenzi e quello che porta la firma dei tre autori della storica goliardata artistica. Per quanto riguarda quest'ultimo, "i testi - come spiega al Tirreno Ferrucci - sono scritti. Il progetto è in fase avanzata, è nato come film, poi è stato pensato anche come serie o fiction". I tre, come conferma lo stesso Ferrucci, sono coinvolti in prima persona. Per le uscite si guarda al 2024, per i 40 anni dalla beffa artistica che scosse il mondo, messa in atto dal trio degli allora studenti universitari.

Tra i due progetti - sottolinea Ferrucci parlando al quotidiano toscano - non c'è alcuna competizione: "Sono solo contento - dice - se si riesce a realizzare uno o più progetti cinematografici legati alla nostra storia, perché per me rappresenta la chiusura di un cerchio".

Luridiana torna invece ai fatti del 1984 e al significato di quel gesto: "volevamo lasciare un segno leggero, col sorriso. In quegli anni qualcuno ne soffrì, ma come abbiamo sempre detto non era nelle nostre intenzioni".I tre sono concordi nel sostenere che quelle teste "ormai fanno parte della città (Livorno, ndr) e sono entrate nei libri di storia".



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