"A rischio la produzione di pane artigianale": l'allarme col caro bollette

Cresce la preoccupazione per il caro-energia anche tra le imprese fiorentine della panificazione. “L’aumento esponenziale delle bollette di gas ed energia elettrica sta mettendo in pericolo la tenuta dei nostri panifici. Sui 421 esistenti in provincia di Firenze, circa 30 sono a rischio sopravvivenza nel giro di un paio di mesi, con una perdita immediata di almeno 120 addetti”, afferma la portavoce dei panificatori fiorentini di Assipan-Confcommercio Arianna Piazzetti.

I problemi maggiori sono quelli a carico delle realtà di dimensione medio-piccola e questo, secondo Assipan-Confcommercio, avrebbe conseguenze dirette anche sui consumatori. “Se continua così, il pane artigianale potrebbe sparire dalle nostre tavole, perché sul mercato resteranno solo i grandi operatori industriali”, sottolinea Arianna Piazzetti.

“Fino a qualche mese fa – racconta la portavoce dei panificatori fiorentini - i costi riconducibili alle materie prime energetiche erano pari al 5% circa del fatturato complessivo delle nostre aziende. Ora le stesse voci di costo sono quadruplicate, se non peggio, arrivando ad assorbire il 20% e più del fatturato medio. Un peso insostenibile, che certo non possiamo scaricare sul listino prezzo del pane, da sempre un bene primario per le famiglie italiane”.

A livello nazionale, l’associazione dei panificatori di Confcommercio ha ipotizzato che da qui alla metà del 2023 il settore potrebbe perdere fino a 1.350 attività e 5.300 occupati, in assenza di aiuti concreti alle imprese e di interventi strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica. Ha quindi chiesto al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo al prezzo di gas e luce, già applicato con successo in altri paesi europei come la Spagna e il Portogallo.

Assipan chiede che le imprese della panificazione siano inserite fra quelle energivore, visto l’impatto che la bolletta energetica ha sul valore della produzione e, in linea generale, chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi, e di valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF. Inoltre, chiede di riconsiderare l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, così come avvenuto in piena emergenza pandemica. “Senza questi interventi immediati, le nostre imprese non hanno la redditività sufficiente per garantire il pane artigianale sulle tavole degli italiani”, conclude Arianna Piazzetti.

Allarme anche dal Pisano

Senza interventi concreti per fronteggiare il caro energia il pane artigianale rischia di sparire dalle nostre tavole ben prima delle feste di Natale. “Un conto alla rovescia che mette in serio pericolo la tenuta del settore, in un contesto drammatico che vede moltissimi negozi, locali e strutture ricettive pagare più del doppio rispetto all'anno precedente, con aumenti che hanno raggiunto punte del 122% per l'elettricità e del 154% per il gas” afferma il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “Un'emergenza che non risparmia i panificatori e che da qui al prossimo anno potrebbe portare alla chiusura di 1.350 imprese del settore in Italia, con una perdita stimata di 5.300 posti di lavoro. A causa dell'aumento incontrollato delle utenze di gas ed energia tra un paio di mesi il pane artigianale rischia veramente di sparire dalle nostre tavole, lasciando spazio solo ai prodotti dei grandi gruppi industriali”.

“Significherebbe buttare all'aria un patrimonio ultrasecolare di conoscenze, professionalità e artigianalità che hanno reso il pane artigianale un prodotto di eccellenza del nostro paese e privare i consumatori di uno straordinario punto di riferimento per le nostre comunità”.

“Sessanta giorni, questo è il tempo limite che abbiamo per mandare avanti le nostre attività” l'annuncio pieno di amarezza del delegato Assipan Confcommercio Pisa Maurizio Figuccia. “Tenere aperto a queste condizioni è anti-economico, le utenze sono quadruplicate per le attività di panificazione e in pratica stiamo lavorando per pagare le bollette. Senza aiuti alle imprese o interventi strutturali per limitare l'impatto della crisi energetica non ce la faremo a sopravvivere”.

Le richieste al Governo sono quelle di “un immediato inserimento delle imprese di panificazione tra quelle energivore, applicare un adeguato e tempestivo credito d'imposta che compensi gli aumenti dei costi dell'energia e un tetto massimo a questi costi, come già hanno fatto altri paesi europei come Spagna e Portogallo. In linea generale occorre procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato Ttf e valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, oltre a riconsiderare l'attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, come già avvenuto in piena pandemia”.



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