La posizione di Enrico Letta come segretario del Pd è molto scivolosa. Lo titola la stampa nazionale, dopo la prestazione scarsa del centrosinistra alle recenti elezioni che non ha vinto e ha lasciato tantissimi seggi al centrodestra all'uninominale. Con i Dem al 19% circa, sta scemando l'entusiasmo che aveva portato l'acclamazione di Letta come nuovo segretario, richiamato da Parigi dopo l'addio alla politica per l'amarezza del governo Renzi subentrato di prepotenza al suo esecutivo.
Il prossimo segretario del Partito Democratico potrebbe essere deciso in base all'ipotesi di dimissioni di Letta. Come già accaduto con Matteo Renzi nel 2018, che lasciò a Maurizio Martina, la 'reggenza' potrebbe passare nelle mani il vice segretario. In questo caso onori e oneri della segreteria al Nazzareno rimarrebbero in mani 'toscane'. Se Enrico Letta, originario di Pisa, si dimettesse, la vice segretaria Irene Tinagli, originaria di Empoli, prenderebbe il controllo del partito. La scelta sarebbe tra lei e Peppe Provenzano, ex ministro e anch'egli vice segretario.
Quella di Tinagli sarebbe anche una scelta di 'riconoscenza' verso Empoli, città in cui il Pd ha preso il 41% circa alla Camera. Se poi le voci di un'eventuale candidatura di Brenda Barnini alla segreteria regionale al posto di Simona Bonafè, ci sarebbe un inedito filo diretto tra Roma e Firenze nel segno della Toscana.
Elia Billero
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