Tim Burton a Lucca: "Mi identifico in Mercoledì, film mio primo amore"

(foto Alberto Bertoncini per gonews.it)

Presenza d'onore al Lucca Comics & Games con Tim Burton, regista di culto che ha lanciato da produttore esecutivo la serie Mercoledì su Netflix, dedicata alla giovane adolescente della Famiglia Addams e al via il 23 novembre.

"Mi sono sempre sentito come Mercoledì da teenager, sarei benissimo potuto essere lei - spiega Burton in conferenza stampa a Lucca Comics & Games, dove viene presentato in anteprima europea il primo episodio -. Avevo lo stesso punto di vista in bianco e nero. E' stata sempre rappresentata come una bambina, ma a me interessava vedere come reagisse a scuola, con gli insegnanti, all'andare in terapia".

"Sono cresciuto guardando la serie e soprattutto leggendo i fumetti - spiega il regista, che aveva anche avviato un progetto poi abbandonato di un film in stop motion sul tema -. La famiglia Addams è l'emblema della famiglia strana, come lo sono, in fondo, tutte le famiglie".

"Ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita e mi identifico in Mercoledì - sottolinea -. Per me è una fonte di ispirazione. Lei è molto chiara, diretta, dice quello che prova. Questo la porta a mettersi nei guai nei confronti degli altri, ma a livello simbolico ha una forza silenziosa e semplice che per me è molto importante".

Tra gli aspetti che Tim Burton ha in comune con Mercoledì c'è anche la diffidenza per web e social: "Io ho paura di internet - dice sorridendo -. Ogni volta che vado a cercare qualcosa mi ritrovo in qualche buco nero come video con inquietanti gatti... E' uno strumento nato per il bene, ma mi sembra spesso spesso venga utilizzato per il male".

Il debutto come regista di serie (Burton ha girato i primi 4 episodi) l'ha vissuto con naturalezza: "Era interessante lavorare a un ritmo diverso, qui c'è una cottura più lenta, è stato molto piacevole. Ho dato la linea generale e gli altri registi l'hanno portata avanti". Comunque "il mio primo primo amore sono i film, e penso, spero - conclude - che ci sia ancora spazio per il cinema".



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